Save “seppellisce” l’alleanza con l’aeroporto di Ronchi

Il presidente dello scalo di Venezia Enrico Marchi: «Dopo 15 anni di attesa l’aeroporto del Friuli Venezia Giulia è uscito dal nostro radar»
Aerei della compagnia United Airlines sulla pista dello scalo di Venezia
Aerei della compagnia United Airlines sulla pista dello scalo di Venezia

VENEZIA. «Ronchi dei Legionari è uscito dal raggio di azione del nostro radar». Il presidente della Save, Enrico Marchi, liquida con poche parole e con un’affermazione che lascia poco spazio alle interpretazioni, quella che, secondo molti, era la strada obbligata per l’affermazione del sistema aeroportuale del Nord est italiano. Vale a dire l’alleanza tra il colosso Venezia e lo scricciolo Ronchi dei Legionari.

Enrico Marchi, presidente dello scalo Marco Polo di Venezia
Enrico Marchi, presidente dello scalo Marco Polo di Venezia

Di recente, alla presidenza dello scalo del Friuli Venezia Giulia, si è insediato Antonio Marano ed è naturale chiedere al numero 1 di Save che cosa si aspetti da questo nuovo corso. «Sono 15 anni che aspetto qualcosa - prosegue - e, con sincerità, non mi aspetto più nulla. Tutto ciò che viene è un qualcosa di più che, come ho sempre ho fatto, analizzerò e valuterò a dovere. Ma, come ho detto, non mi aspetto più nulla di buono, ne abbiamo parlato tante e tante volte e non si è mai deciso qualcosa di concreto. Preferisco - aggiunge Marchi - concentrarmi sulla grande crescita di Venezia e sulle possibilità che ci vengono offerte da Treviso, Verona e Brescia. Ronchi dei Legionari, a questo punto, potrebbe non far più parte dei nostri piani».

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Una sorta di pietra tombale su un “matrimonio” del quale si parla ormai da almeno dieci anni. Questo settore, Marchi lo ha detto molte volte e lo ha dimostrato “inglobando” in Save gli altri scali veneti, ha bisogno di integrazioni, di sinergie e di collaborazioni strette per dare risposte al territorio ed all’utenza. «Una strada obbligata - aveva detto nel 2010 - e, come ho già avuto modo di dirlo in tante altre occasioni, tutti possiamo trarne vantaggio». Già nel 2004, però, sembrava cosa fatta. Marchi ne aveva parlato con l’allora presidente Elio De Anna, ma fu l’ennesimo fuoco di paglia. Che si ripetè anche negli anni passati. «Noi siamo qui, siamo pronti – aveva detto sempre Marchi nel 2007 interloquendo con l’allora presidente Giorgio Brandolin - e stiamo aspettando da tempo che ai nostri segnali di apertura ci possa essere una risposta. Chiamateci, dunque, quando avrete risolto i vostri problemi». Ma c’era in ballo la gestione quarantennale.

Da allora il “Marco Polo” ha aperto i suoi orizzonti, ha ampliato il suo raggio d’azione ed anche i passeggeri. Ha chiuso il 2014 con 8 milioni e 475mila passeggeri, a quali si sono aggiunti i 2 milioni e 248mila di Treviso. Ronchi dei Legionari, dal canto suo, si è fermato a quota 740mila, tra mille difficoltà e tante polemiche che hanno contrassegnato gli ultimi mesi di presidenza di Sergio Dressi, in accesa contrapposizione con la governatrice Debora Serracchiani.

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