Savarese stava per sbarcare a Gorizia

Il “Peperino” era in trattative per rilevare l’ex Caffè Morocco di corso Italia per trasformarlo in una grande pizzeria
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 12.05.2015 Bar Morocco chiuso Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 12.05.2015 Bar Morocco chiuso Fotografia di Pierluigi Bumbaca

La catena “Peperino” stava per sbarcare a Gorizia. Rientrava, infatti, nella rosa ristretta dei concorrenti a rilevare la gestione dell’ex bar Morocco, uno dei locali cittadini più in vista e alla moda ai tempi che furono.

Sino a ieri, sembrava solo una chiacchiera da bar. Addirittura si favoleggiava e si dava per certo che l’accordo fosse già stato sottoscritto e che a dicembre avrebbe aperto una pizzeria della catena finita sotto la lente d’ingrandimento della Magistratura triestina. La location prescelta? Corso Italia, nei locali, appunto, dell’ex locale Morocco.

A chiarire la situazione e a spegnere il chiacchiericcio che stava diventando ormai “debordante” è Claudio Macuz, proprietario dei muri del Morocco e proprietario “storico” del bar.

«Il locale - le sue parole - si trova in una posizione importante in città. In questi mesi, ho ricevuto tredici proposte da parte di imprenditori ed esercenti di tutta la provincia ma anche da fuori regione, interessati ad aprire qui un’attività. Poi, è stata effettuata una scrematura e la rosa si è ristretta a tre imprenditori che, a nostro parere, erano solvibili e avevano le capacità economiche per sostenere quest’iniziativa. Fra queste, c’era anche la catena “Peperino”. Ma non era stato deciso ancora nulla. Altro che apertura a dicembre. Tutto era in fieri».

Questo capitava prima che Trieste, attraverso la vicenda Peperino, venisse interessata così da vicino da un’inchiesta che reca il timbro della Dda, la Direzione distrettuale antimafia: inchiesta che portò a due perquisizioni nelle pizzerie “Peperino” di via Coroneo e “Marinato” sulle Rive. Interessato Pietro Savarese, il gestore storico di Peperino di via Coroneo, a Trieste.

«I locali del Morocco, comunque, sono destinati ad essere riutilizzati - sottolinea Macuz -. Devo riaffittarli e ci saranno novità nei prossimi mesi». Parole che contribuiscono a fare chiarezza e a smontare le tante parole che si erano “spese” in questi giorni. Il Morocco visse due vite: quella degli anni Novanta con Macuz proprietario che fece diventare il locale alla moda e di tendenza. Poi rimase tristemente vuoto dalla fine del 2006, quando il titolare decise di cessare l'attività. Quindi, il locale ricominciò a vivere ma la gestione (nuova di zecca) si rivelò assai sfortunata.

Tornando alla vicenda- Peperino, l’ipotesi di reato principale su cui stanno lavorando attualmente i militari del Comando provinciale della guardia di finanza guidato dal generale Giovanni Padula di concerto con il Nucleo investigativo dei carabinieri di Udine - sotto il coordinamento del procuratore capo di Trieste Carlo Mastelloni, e unitamente al pm Federico Frezza - è il riciclaggio e non il concorso esterno in associazione mafiosa né l’associazione a delinquere di stampo mafioso.

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