Sauvignon "dopato", patteggiano in 41
UDINE. Ora per loro lo tsunami giudiziario è davvero terminato. Hanno cercato una via d’uscita a un processo altrimenti lungo, faticoso e dispendioso e l’hanno trovata nell’istituto del patteggiamento. Optando peraltro per la conversione della pena detentiva in quella pecuniaria e chiudendo così, con esborsi minimi e senza scalfire il beneficio della sospensione condizionale, il caso Sauvignon.
Finale per niente scontato quello decretato dal gup del tribunale di Udine, Andrea Comez, per la stragrande maggioranza degli indagati - 41, tra persone fisiche e aziende agricole - coinvolti nell’inchiesta sul vino “dopato”. Non almeno due anni fa, quando la Procura di Udine sollevò il velo sulle indagini e, con le prime perquisizioni in una ventina di aziende vitivinicole, puntò il dito contro alcune tra le più blasonate etichette di Colli Orientali e Collio.
Tutt’altro che disposti ad accettare il colpo assestato dai carabinieri del Nas e dal personale dell’Ufficio antifrode di Udine al cuore di una delle sue eccellenze, il mondo economico regionale e le stesse cantine indagate risposero con una levata di scudi che tutto lasciava prevedere fuorchè un accordo sulle pene.
Frode in esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine il reato contestato a tutti dal pm Marco Panzeri, titolare dell’inchiesta. In cima all’elenco dei patteggiamenti Ramon Persello, il consulente bioclimatico di Attimis considerato, ora come oggi, uno tra i migliori fantasisti della chimica applicata all’enologia.
Sua l’invenzione del preparato che ha finito per inguaiare decine di vignaioli, dentro e fuori regione: un esaltatore di aromi, non nocivo alla salute ma non previsto nel disciplinare di produzione dei vini Doc, venduto per anni a tutti coloro che confidando nella sua esperienza puntavano “semplicemente” a migliorare le proprie bottiglie. Finito anche sul registro degli indagati delle Procure di Terni, Chieti e Lanciano, per gli stralci per competenza territoriale operati dal pm friulano, Persello è l’unico a avere patteggiato una pena detentiva: 6 mesi di reclusione sospesi con la condizionale, in cui il suo difensore, avvocato Luca Ponti, è riuscito a fare accorpare tutti e 4 i procedimenti con una formula omnia globale.
Altrettanto, ma in termini di archiviazione, il legale ottenne mesi fa per la moglie del consulente, Lisa Coletto, inzialmente coinvolta come presunta assistente del coniuge nel laboratorio allestito nella loro abitazione, ma risultata poi estranea alle attività contestate. Per tutti gli altri il patteggiamento si è tradotto in una multa, variamente modulata a seconda di una serie di elementi tra cui, in particolare, la ripetitività delle condotte. I clienti più affezionati - i nomi erano stati trovati sull’agenda conservata in casa da Persello, con pagine piene di appunti, taniche e lieviti - hanno chiuso attorno ai 10mila euro; quelli occasionali se la sono cavata con una multa di 3.750 euro. Alcuni hanno scelto di pagare, salvando così la sospensione condizionale; altri si sono accontentati di aver convertito la pena da pochi giorni di reclusione (dai 15 in su) a una sanzione pecuniaria.
A chiudere i conti in aula ieri tutti i difensori che nei mesi scorsi avevano cercato una convergenza con la Procura. Trovandola infine per Roberto Snidarcig (residente a Dolegna), Valerio Marinig (Cividale), Paolo Rodaro (Cividale), Pierpaolo Pecorari (San Lorenzo), Anna Muzzolini (Cividale), Roberto Folla (Fiumicello), Luca Caporale (Cividale), Federico Stefano Stanig (Prepotto), Andrea Visintin (Cormons), Cristian Ballaminut (Terzo d’Aquileia), Cristian Specogna (Corno di Rosazzo), Gianni Sgubin (Dolegna), Claudio Buiatti (Buttrio), Stefano Traverso (Prepotto), Romeo Rossi (Dolegna), Maurizio Arzenton (originario di Montagnana e residente ad Attimis), Stefano Bernardis (Dolegna), Bruno Bertossi (Faedis), Nicola Bodigoi (Prepotto), Franco Clementin (Terzo d’Aquileia), Giovanni Foffani (Trivignano), Paolo Giavitto (Faedis), Andrea Magnan (Corno di Rosazzo), Mitja Miklus (San Floriano), Franco Pizzulin (Prepotto), Oliviero Visintini (Corno di Rosazzo), Paolo Cernetig (Premariacco), Andrea Iacuzzi (Torreano), Roberto Fornasir (Cervignano), Patrick Sturm (Cormons).
Si è attestata sui 7 mila euro la sanzione amministrativa pecuniaria stabilita invece per le 10 aziende che, coinvolte in virtù della legge 231 introdotta nel 2011 per estendere la responsabilità penale alle società, in aggiunta a quella personale dei loro amministratori, hanno optato a loro volta per il patteggiamento: Roberto Snidarcig (Dolegna), dei Fratelli Stanig di Francesco e Federico Stanig (Prepotto), Magnas di Visintin Andrea e Luciano (Cormons), Leonardo Specogna (Corno di Rosazzo), Ferruccio Sgubin (Dolegna), Ronchi Ro di Qualizza Carolina Sonia (Dolegna), Paolo Giavitto (Faedis), Draga di Milano Miklus (San Floriano), Andrea Visintini di Oliviero, Cinzia e Palmira Visinitini (Corno di Rosazzo), Sandro e Andrea Iacuzzi (Torreano).
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