Saturnia e Vulcania “tornano” a Trieste
«Ricordo Federico, la sera del 12 febbraio 1962, a bocca aperta al cospetto di una grande nave bianca e sfolgorante di luci, la “Vulcania”: un prossimamente di Amarcord». Tullio Kezich lo scrive sul Corriere della Sera nel 1998 parlando della scena madre del Rex nel film Amarcord di Federico Fellini. Questo per dire quanto sia apparso strano a molti che la mostra “Saturnia e Vulcania: motonavi da record”, che ha chiuso il 20 settembre alla Galleria d’arte contemporanea di Monfalcone, non facesse scalo a Trieste.
Alla sua presentazione il primo settembre nel palazzo della Regione di piazza Unità d’Italia (ex palazzo del Lloyd Triestino) era stata notata l’assenza del Comune. La mostra, promossa dal Comune di Monfalcone in collaborazione con Fondazione Fincantieri, Associazione culturale Italian Liners e Regione, sarebbe dovuta partire da Trieste, questo aveva osservato più d’uno, come dal molo Bersaglieri sono partite per il viaggio inaugurale le due più belle navi da passeggeri mai costruite (le prime dotate di motore diesel e provviste di cabine con balcone privato).
Il valore affettivo della città per i transatlantici Saturnia e Vulcania, del resto, è testimoniato nelle pagine del libro dello storico navale Maurizio Eliseo. A Trieste, inoltre, c’è la sede legale della Fincantieri oltre l’ufficio di progettazione. E, come se non bastasse, le sale della Stazione Marittima portano il nome di Saturnia e Vulcania. Ma lo stesso direttore della Fondazione Fincantieri Mauro Martinenzi aveva fatto sapere che la mostra, dopo Monfalcone, sarebbe andata a Palermo il 31 ottobre per un tour europeo con tappe che non prevedevano Trieste.
E, invece, Trieste è riuscita a ripescare all’ultimo momento la mostra per la Barcolana grazie a un intervento della Società Velica di Barcola e Grignano e alla generosità della Fondazione Fincantieri che ha ridotto al minimo le richieste economiche. La notizia verrà data oggi nel corso della conferenza stampa di presentazione della Barcolana. La mostra “Saturnia e Vulcania: motonavi da record” si terrà dal 2 al 18 ottobre nella sala Attilio Selva di Palazzo Gopcevich. Il costo dell’operazione si aggira sui 10mila euro. Nelle due settimane di apertura a Monfalcone, la mostra ha avuto una media di visite di 200 persone al giorno. Quasi 3mila persone. L’allestimento presenta, con immagini e reperti storici, la storia delle due motonavi che navigarono per 37 anni (Saturnia) e 43 anni (Vulcania), ospitando oltre un milione di persone alternando viaggi di linea a quelli turistici, dal Mediterraneo ai Caraibi, trasportando anche le truppe e i profughi dalle ex colonie italiane in Africa come navi ospedale, e che furono le prime a riprendere i collegamenti tra Italia e Stati Uniti nel dopoguerra. «Grandissima iniziativa peraltro non partita da Trieste dove si parla tanto di cultura del mare ma in realtà il mare non interessa affatto. Perché non portare questa mostra per la Barcolana 2015?» si chiedeva l’antiquario ed editore Simone Volpato. Alla fine il suggerimento è stato colto. Così Saturnia e Vulcania fanno di nuovo scalo a Trieste. Non come la mostra del 2013 del Rex finita a Genova e mai arrivata a Trieste. Nonostante Fellini.
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