Sappada in Fvg, oggi si vota
TRIESTE. Il capogruppo Pd Ettore Rosato dice che sì, oggi si dovrebbe davvero votare. E aggiunge che quello di Montecitorio sarà l’atto finale: Sappada diventerà territorio del Fvg. Pure Massimiliano Fedriga si dice «ottimista».
La procedura prevista dalla Costituzione è stata rispettata, va considerato valido il voto del Consiglio regionale veneto del 2012: lo ha scritto alla presidente della Camera Laura Boldrini il presidente della Commissione Affari costituzionali, Andrea Mazziotti, riferendo l’esito dell'Ufficio di presidenza della Commissione che ieri si è detto d'accordo - col solo no di Forza Italia - a proseguire l'iter.
Ma fino all’ultimo ci saranno incertezze. Il fronte veneto contrario al distacco della località bellunese sta tenendo duro. Non è questione di partiti. La deputata veneta Pd Simonetta Rubinato si è detta «sconcertata» per la decisione dell’Ufficio di presidenza. Fedriga intanto fa sapere di aver lasciato libertà di voto al collega parlamentare Filippo Busin, di Thiene. Ma assicura che la Lega voterà compatta per Sappada in Fvg: «Lo si deve ai cittadini che si sono espressi in maniera univoca».
Il riferimento è al referendum del 2008, cui sono seguiti i pareri favorevoli dei Consigli delle due Regioni, delle Province di Udine e Belluno, del Comune interessato, del Senato. Chi non ci sta tuttavia non ha mollato nemmeno ieri. A partire da FI appunto. Dopo la lettera a Boldrini, il capogruppo alla Camera Renato Brunetta ha coinvolto Paolo Sisto, capogruppo forzista in commissione Affari costituzionali, in una dichiarazione congiunta in cui si ribadisce la convinzione dell’incostituzionalità del ddl. Per gli azzurri non verrebbe rispettato l’art. 132 della Costituzione. Cosa manca? «Il Consiglio regionale del Veneto ha diritto di esprimere un parere formale», ripetono Brunetta e Sisto, contrari a considerare valida una mozione consiliare del 2012. L’appello è a Boldrini, «perché allontani il rischio di un provvedimento gravemente viziato, e subito dopo, ove tale appello rimanesse inascoltato, al presidente Mattarella perché reinvii il provvedimento alle Camere».
Con altrettanta convinzione il Consiglio del Veneto non ritiene sia stato sufficiente rinviare di una settimana il voto alla Camera. Renato Ciambetti, presidente dell’assemblea regionale, lo ha scritto a Boldrini giudicando l’iter «lesivo delle prerogative dei consiglieri», perché precluderebbe «lo svolgimento della necessaria e adeguata istruttoria», soprattutto alla luce dell'evidente volontà del Consiglio di esprimersi. È dunque possibile che oggi Fi chieda un’ulteriore proroga. Tutto il contrario di quanto auspica la politica Fvg che, compresa la coordinatrice azzurra Sandra Savino (almeno a leggere le ripetute dichiarazioni pro Sappada in Fvg), vorrebbe chiudere la vicenda.
Possiamo «scrivere una pagina nuova e bella per le nostre terre – dice Isabella De Monte, prima firmataria del ddl –. Ci sono voluti quasi 10 anni per arrivare al passaggio finale di un iter» «complesso, certo inviso a qualcuno. Ma il nostro faro dev’essere il rispetto della volontà dei sappadini. Questo fa la buona politica. Mi auguro che la discussione sia serena e priva di insidie dell’ultimo minuto». Anche il centrista Gian Luigi Gigli auspica «un voto senza altre dilazioni». (m.b.)
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