Santuario di Barbana a rischio, «Vandali e incuria senza frati»

Il testo bipartisan firmato da 7 consiglieri comunali impegna il sindaco davanti ai silenzi dell’Arcidiocesi sull’avvicendamento: «C’è sconforto nella comunità» 
Bonaventura Monfalcone-17.06.2018 Visita cardinale Parolin-Santuario di Barbana-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-17.06.2018 Visita cardinale Parolin-Santuario di Barbana-foto di Katia Bonaventura

GRADO. Nessuna notizia dall’Arcidiocesi goriziana sull’avvicendamento dei Frati minori che – da circa un secolo, prima quelli Dalmati e attualmente quelli della provincia Veneta – sovrintendono al Santuario e all’isola della Madonna di Barbana. Stando alle indiscrezioni pare che l’annuncio ufficiale possa essere fatto dall’arcivescovo Carlo Maria Redaelli l’8 di settembre in occasione del pellegrinaggio diocesano.

Ma in ballo c’è il problema del subentro. I frati lasceranno il Santuario ad ottobre, però le consegne non sono così facili e soprattutto è necessario un inserimento graduale di chi dovrà subentrare. Invece a oggi nessuna novità tant’è che, dopo un iniziale tentennamento, alcuni consiglieri comunali hanno deciso di presentare una mozione ad hoc.

La testo bipartisan è stato firmato sia dai consiglieri comunali di maggioranza Fiorenzo Facchinetti, Annamaria Gordini, Damiano Marchesan e Greta Reverdito, sia di opposizione Luciano Cicogna, Claudio Kovatsch e Sebastiano Marchesan. È una mozione con in testa alcune premesse storiche in merito alla notizia dell’allontanamento dei Frati minori dal Santuario di Barbana, custodi dell’Isola da quasi un secolo, che «ha provocato notevole sconforto in tutta la comunità, nonché ai molti visitatori che giungono da ogni parte d’Italia e dall’estero, per rinfrancare l’anima con una preghiera, e il corpo con la pace dell’isola».

I sette consiglieri comunali aggiungono poi il loro timore e preoccupazione per il fatto che l’«allontanamento dei suoi custodi, previsto per fine ottobre, inevitabilmente esporrà l’isola e il Santuario al rischio di atti vandalici e incuria».

Ecco perché con la mozione, che sarà discussa domani nel corso del Consiglio comunale convocato alle 18, i firmatari invitano il sindaco e la giunta a «mettere in atto ogni azione necessaria a sostenere, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Gorizia, la continuità di un presidio permanente a Barbana». Un tanto affinché il santuario e l’isola siano custoditi durante tutto l’anno, come avvenuto sino ad ora, salvaguardandoli appunto da atti vandalici e incuria, ma anche al fine di «tutelare le migliaia di pellegrini che lì giungono per rinfrancare il loro spirito».

Durante il Perdòn di Barbana proprio l’arcivescovo aveva rimandato al sindaco che, adesso, viene impegnato dal Consiglio comunale sotto forma di mozione. Un modo per capire bene il destino dell’isola e di un Santuario che attende i nuovi custodi e, nella testa dei gradesi, suscita non solo curiosità ma anche apprensione per il futuro proprio a causa dei silenzi. Bisognerà capire le prossime mosse. 




 

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