Santa Croce “punta” verso Duino o Sgonico

SANTA CROCE . Santa Croce vuol cambiare vita. Gli abitanti della piccola frazione dell’altipiano, che dal dopoguerra vive una realtà anomala e probabilmente unica in Italia, perché il suo territorio...
Silvano Trieste 08/06/2017 Daniela Pallotta
Silvano Trieste 08/06/2017 Daniela Pallotta
SANTA CROCE . Santa Croce vuol cambiare vita. Gli abitanti della piccola frazione dell’altipiano, che dal dopoguerra vive una realtà anomala e probabilmente unica in Italia, perché il suo territorio è diviso fra tre Comuni, cioè Trieste, Duino Aurisina e Sgonico, vogliono passare completamente a Duino Aurisina o, in alternativa, a Sgonico. Si tratta di circa 1.500 persone, che vogliono diventare una componente fondamentale del tessuto sociale di Duino Aurisina, che di residenti ne conta circa 8.550, o di Sgonico, che ne ha 2mila.


Un desiderio molto difficile da realizzare, questo bisogna rilevarlo subito, anche perché di precedenti, in Italia, non ce ne sono. Ma la volontà rimane. Anzi, se ne fa interprete ufficiale Paolo Vidoni, consigliere circoscrizionale dell’Altipiano ovest ed esponente dell’Unione slovena: «Siamo l’ultimo lembo di terra del Comune di Trieste – dice – e spesso siamo trascurati e dimenticati da quell’amministrazione. Ci sentiamo molto più vicini al Comune di Duino Aurisina, per una lunga serie di motivi. Molti a Santa Croce – aggiunge – si lamentano per questo stato di fatto, perciò siamo pronti anche ad avviare una raccolta di firme».


In realtà bisognerebbe inventarsi la procedura amministrativa, perché finora, in Italia, si è assistito soltanto a processi che hanno portato due Comuni a fondersi in uno. Ma questo è un iter ben definito dal Testo unico degli Enti locali, approvato con il decreto legislativo 267 del 18 agosto 2000. Nel caso di Santa Croce invece sarebbe un lembo di territorio di un Comune a passare sotto la giurisdizione di un altro. Perciò una situazione inedita.


In ogni caso, indipendentemente dalla destinazione, sia a Duino Aurisina sia a Sgonico, i cittadini di Santa Croce sarebbero accolti a braccia aperte. «Adotterei più che volentieri Santa Croce e i suoi abitanti – afferma Daniela Pallotta, sindaco di Duino Aurisina – perché so che troppo spesso sono costretti ad affrontare problematiche originate proprio dalla strana situazione amministrativa del loro territorio. Un esempio per tutti – prosegue – quello che riguarda la scuola di Santa Croce, che fa parte dell’Istituto comprensivo del mio Comune ma è ospitata in un edificio di proprietà di quello di Trieste. Ogni volta che c’è da fare un intervento – precisa – le difficoltà si moltiplicano. Per non parlare della gestione delle strade, che sono parte competenza nostra e parte del Comune di Trieste». In passato c’era anche il problema legato allo Scuolabus, di proprietà e gestione dell’amministrazione di Duino Aurisina, che doveva però portare alcuni bambini in una scuola situata nel territorio di Santa Croce che cade sotto la competenza di Trieste. «All’epoca risolvemmo con un paio di telefonate fra assessorati, nello spirito della collaborazione fra enti, fondamentale in questi casi – ricorda Pallotta – ma di certo lo spostamento di Santa Croce al mio Comune cancellerebbe molte difficoltà».


Sintetica ma efficace la battuta con cui accoglie l’ipotesi Monica Hrovatin, sindaco di Sgonico: «Se Santa Croce approdasse al nostro Comune, Sgonico finalmente avrebbe uno sbocco sul mare».


«Ringrazio per la disponibilità – dice Maja Tenze, presidente della Circoscrizione dell’Altipiano ovest – ma sappiamo che bisogna innanzitutto fare i conti con le risorse sempre più magre con le quali devono battagliare ogni giorno i Comuni, soprattutto quelli più piccoli. Faremo quanto possibile, oggi esiste anche l’Uti, forse potrà essere utile».


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