Sansone lascia il Tribunale di Gorizia: «Processi ora di durata più breve»

Sveltire la macchina giudiziaria l’obiettivo raggiunto dal presidente uscente. Gallo sostituto ad interim
Il presidente del Tribunale di Gorizia Giovanni Sansone. Foto Roberto Marega
Il presidente del Tribunale di Gorizia Giovanni Sansone. Foto Roberto Marega

GORIZIA Il 5 gennaio Giovanni Sansone lascerà la guida del Tribunale di Gorizia. Raggiunti i limiti di età, andrà in pensione. Barbara Gallo assumerà l’incarico a titolo di facente funzioni, in attesa della nomina ufficiale del nuovo presidente del Palazzo di Giustizia da parte del Csm. I tempi previsti non sono inferiori agli 8 mesi.

Sansone consegna i suoi sei anni di attività al territorio e alla comunità isontina ricordando i tempi del suo insediamento nel Tribunale di Gorizia. L’impegno dichiarato era quello di sveltire la macchina giudiziaria isontina, considerata come un’impresa che eroga un servizio essenziale, irrinunciabile: la giustizia. «Sveltire la macchina giudiziaria è un impegno consistente e complesso - dice -. Il Tribunale di Gorizia era un’impresa in crisi che necessitava di una ristrutturazione; richiese per la sua attuazione il coinvolgimento di tutti: giudici, avvocati, politici e utenti. L’invito trovò pronta e concreta adesione».

Presidente Sansone, quali sono stati i risultati raggiunti attraverso questa sua azione di coinvolgimento ad ampio spettro?

Mi pare che in questi sei anni l’andamento della macchina giudiziaria isontina non abbia smentito quell’impegno, come mostrano i dati statistici del Ministero di Giustizia, riportati anche dai quotidiani nazionali, che danno prova di risultati soddisfacenti. L’indagine del Sole 24 Ore relativa alla qualità della vita in Italia pubblicata in questi giorni colloca il Tribunale isontino al quarto posto per la durata dei processi civili.

In che modo sono stati raggiunti questi risultati?

Tra giudici e avvocati si è formata una cultura che contempla la rapida definizione del processo, una cultura volta a concretizzare il principio di ragionevole durata del processo.

Come è stato applicato questo principio costituzionale?

Creando i giusti incentivi perché l’Avvocatura selezioni la domanda di giustizia dei cittadini da portare davanti al giudice, e perché indirizzi, con il supporto del giudice, i contendenti verso la composizione del conflitto piuttosto che verso la decisione giudiziale, facendo percepire i vantaggi che la prima soluzione può offrire.

Dal punto di vista pratico cosa significa?

Si è predeterminato il tempo entro cui arrivare alla decisione, sono state standardizzate le fasi per concludere il processo, per esempio nelle esecuzioni immobiliari, ed è stato attuato un attento e continuo monitoraggio sull’attuazione di queste modalità operative. In questo modo le pendenze di esecuzioni e fallimenti e i loro tempi si sono ridotti a un quarto, consentendo il rapido pagamento dei crediti e l’immissione di importanti risorse finanziarie nel circuito economico. Insomma, si è operato come si opera nella gestione di un’impresa che eroga un servizio. Peraltro è di buon auspicio che l’invito da parte di celebri economisti e noti opinionisti a gestire il tribunale come un’impresa sia stato di recente apprezzato dal Presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati.

Seguendo il suo ragionamento, il tempo nell’amministrazione della giustizia è importantissimo.

Certamente. Il ritardo nell’erogazione di questo servizio fa perdere al giudice la fiducia dei cittadini e la fiducia dei cittadini è cruciale per la legittimazione sociale del giudice, come il Consiglio d’Europa ha ribadito nel suo recente rapporto. È per questo che il tempo deve essere gestito secondo profili organizzativi che consentono di massimizzare i risultati della sua utilizzazione. Va rilevato che le scelte organizzative non sono mai neutre: influiscono sui tempi e sulla qualità delle decisioni.

La sua attività di presidente in questi anni è stata improntata alla migliore gestione del tempo legata all’efficienza organizzativa?

Sicuramente ed è per questo che ne ho voluto sempre esplicitare le ragioni, anzitutto con l’Avvocatura con la quale c’è stata un’intensa e continua interazione, e renderne noti i risultati attraverso la pubblicazione annuale sul sito del Tribunale di tutti i settori e le materie, cause civili, separazioni, divorzi, fallimenti, procedure esecutive, processi penali. Con riguardo a questi ultimi, il dato che forniamo può essere utile per un impiego appropriato di questo “terribile strumento” da usare “con precauzione, con precisione e con sicurezza”, come il chirurgo usa il bisturi, per ricorrere alla celebre similitudine contenuta nel romanzo “Il giorno della civetta”. In ultima analisi, la cultura dell’organizzazione che parte dalla sapiente valorizzazione dei fattore umano del personale di magistratura e dei professionisti della cui collaborazione i giudici si avvalgono nello svolgimento della propria attività è cruciale per rendere più efficiente e per migliorare il servizio giustizia e, conseguentemente, mantenere la fiducia dei cittadini e la funzione sociale dei giudici. –

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo