Sansone: «Il Tribunale di Gorizia non sopravviverà»
GORIZIA «Per il Tribunale di Gorizia, come per tutti gli altri piccoli Tribunali, in un'ottica di riorganizzazione del sistema giudiziario sicuramente faccio fatica a prevedere la sopravvivenza del Tribunale di Gorizia». Parole del presidente Giovanni Sansone. La situazione è nota: organico di giudici ritto al limite dell’operatività. Eppure il Tribunale di Gorizia funziona. O funzionava, fino a quando il numero di giudici è rimasto su livelli accettabili. Domani si riunisce l’assemblea degli avvocati dell’Ordine della provincia di Gorizia. È il momento di fare chiarezza e Sansone non si sottrae.
Presidente Sansone, forse a Gorizia e nel territorio non c'è ancora l'esatta percezione della difficile situazione che sta vivendo il Tribunale di Gorizia perché si ritiene, a torto, che le conseguenze riguardino solo una parte ridotta della popolazione isontina. Ma, in fondo, è un bene o un male che se ne parli?
«Trovo apprezzabile e meritoria l'attenzione su questo argomento assicurata da Il Piccolo perché consente al mio ufficio di instaurare un rapporto diretto e un dialogo permanente e fiduciario con la collettività».
Lei punta molto sul dialogo e la trasparenza. Qual è il ragionamento che sta alla base della sua condotta?
«Per il giudice, per la sua legittimazione nella società, è cruciale avere la fiducia dei cittadini. Ciò si ottiene in due modi. Il primo è la trasparenza, ovvero esplicitando il modo in cui l'ufficio interpreta il proprio ruolo e le priorità d'intervento nell'erogazione del servizio con riferimento alle caratteristiche e alla evoluzione del contesto in cui si opera. Il secondo modo è rendicontare i risultati consentendo ai cittadini di comprenderli e valutarli in relazione alle risorse disponibili e quindi avere consapevolezza dell'esternalità che genera l'attività giudiziaria sulla comunità».
L'organico del Tribunale di Gorizia così com'è ne penalizza il funzionamento?
«Risultanze empiriche dimostrano che i Tribunali con meno di 20 giudici oggi non riescono a essere efficienti. Basta pochissimo perché se ne blocchi il funzionamento. Mi riferisco a ragioni di incompatibilità, sostituzione di giudici assenti e altro. Ciò rende difficoltosa la gestione di processi complessi che da soli assorbono le modestissime risorse. Quello di Gorizia è tra i Tribunali più piccoli d'Italia e ha un organico di 10 giudici oltre al presidente. Inoltre ha un avvicendamento altissimo di giudici basta considerare che negli ultimi otto anni si sono avvicendati 30 giudici su un organico, appunto, di 10».
Eppure i risultati ottenuti sono stati apprezzabili.
«Questo perché nel 2015, in periodi diversi, abbiamo avuto "solo" due vacanze e una sola assenza per maternità, ovvero il 30 per cento, situazione ben diversa da quella attuale estremamente grave. Abbiamo potuto fronteggiare il lavoro grazie all'impegno di giudici e del personale amministrativo e a scelte organizzative che si sono dimostrate appropriate. Questo ha consentito di conseguire i risultati positivi».
Quali sono i "numeri" che più efficacemente dimostrano questi progressi?
«Nel penale, dove pure si è avuta una riduzione del 25 per cento dei pendenti, si sono celebrati anche processi complessi e rilevanti sotto il profilo sociale ed economico: mi riferisco all'amianto, al caporalato, all'estorsione. Inoltre nel 2015 sono state realizzate vendite giudiziarie e distribuiti ai creditori quasi 18 milioni di euro. Questo significa che sono stati reimmessi nel circuito economico, con evidenti benefici per la collettività, 18 milioni che senza questo sforzo sarebbero rimasti cristalizzati. È stata inoltre evasa domanda di giustizia di carattere monetario per 76.908,103 euro».
Sono quasi 90 milioni di "fatturato", importo che poche aziende pubbliche del territorio possono vantare. Tribunale-azienda insomma?
«Se si vuole garantire un servizio efficiente bisogna rendere consapevole la collettività degli effetti che può generare il servizio giustizia. Bisogna utilizzare nuove schemi di pensiero ed evitare di rinchiudersi nel "mondo di ieri". Tale mia impostazione non fa che valorizzare, come del resto da tutti ci viene richiesto, il momento organizzativo. Faccio presente che è convincimento diffuso che la giurisdizione è si espressione di sovranità ma anche servizio richiesto e da rendere, la cui efficacia si può misurare così come la sua utilità e il suo corso».
Che futuro prevede per il Tribunale di Gorizia?
«Nell'ottica riorganizzativa del sistema giustizia che appare delinearsi sulla base delle riforme legislative in cantiere, il Tribunale di Gorizia, come tutti gli altri tribunali piccoli, corre il rischio di essere svuotato della competenza delle materie più rilevanti sotto il profilo sociale ed economico. L'idea di fondo di tutte le riforme in cantiere è quella di avere giudici specializzati e di concentrare tutte le materie più rilevanti nei tribunali medi sottraendole ai tribunali piccoli».
Faccia un esempio concreto.
«La legge delega della riforma del diritto fallimentare, ad esempio, prevede espressamente che solo alcuni Tribunali, quelli con il più alto numero di procedure, saranno competenti a trattare questa materia. La previsione del cosiddetto Tribunale della famiglia con competenza di tutta la relativa materia solo in alcuni tribunali. Di conseguenza una parte considerevole di procedure e contenziosi non verranno più trattati dai piccoli Tribunali».
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