Sanità in Fvg, la centrale unica 112-118 resta a Palmanova. Sfuma la sede a Trieste
TRIESTE Dieci giorni dopo le elezioni regionali, il Piano sanitario dell’emergenza urgenza è stato presentato ieri, giovedì 13 aprile. ai sindacati, senza che in Regione si siano ancora insediati giunta e assessore alla Salute.
C’era voluto un accordo politico perché l’attesa riprogrammazione della centrale unica 112-118 rimanesse confinata in un cassetto.
Troppo delicato ufficializzare quanto stabilito nel nuovo Peu e cioè che giunta e Azienda regionale di coordinamento per la salute si sono orientate per mantenere una centrale unica, frustrando le aspettative di chi nella maggioranza (Fratelli d’Italia) e fra i sindacati premeva perché il sistema fosse ridisegnato con due centrali, con la tesi che questo avrebbe permesso a Trieste di tornare ad avere un sistema del 118 più efficiente di quello nato dopo la riforma che nel 2017 ha accentrato a Palmanova risposta telefonica e coordinamento dei soccorsi, incassando numerose critiche per i tempi di intervento.
Ora le urne si sono chiuse e il Peu viene illustrato alle organizzazioni sindacali, dopo essere stato tenuto riservato da novembre, quando dall’Arcs è stato inoltrato alla Direzione salute il testo che dovrà essere adottato dalla giunta. Il silenzio sul tema era frutto di un accordo fra il presidente Massimiliano Fedriga, il suo vice Riccardo Riccardi e Fdi. Per i patrioti sarebbe stato inaccettabile veder arrivare alla vigilia della campagna elettorale una bocciatura sulla seconda centrale a Trieste e magari sulla terza a Pordenone, cosa impossibile alla luce di norme nazionali che stabiliscono come una centrale debba rivolgersi a un minimo di 600 mila abitanti.
Il Peu conferma allora la scelta (che fu della giunta Serracchiani ed è stata riconfermata dal centrodestra) di mantenere la centrale unica di Palmanova. È questo l’aspetto più rilevante di un documento che contiene in realtà poche novità apprezzabili da parte dell’utenza, posto che numero e dislocazione delle 86 ambulanze restano gli stessi, così come l’assetto dell’elisoccorso.
Cambiano però elementi tecnici di rilievo per l’organizzazione sanitaria. Il nuovo Peu stabilisce che il personale telefonico della Sores (si tratta di infermieri) dovrà fare servizio anche sulle ambulanze per non perdere la mano, come chiedevano da tempo i lavoratori di una struttura sempre a corto di personale, per le continue richieste di trasferimento e la scarsa attrattività. Per creare una rotazione, però, le Aziende dovranno mettere a disposizione infermieri per Palmanova e qui si apre una dialettica complessa con i sindacati. L’altro aspetto è quello della gestione della centrale, che cambia nome da Sores a Coreut e che sarà sovraintesa da una struttura interdipartimentale delle tre Aziende di Trieste-Gorizia, Udine e Pordenone.
Erano queste le richieste dei sindacati Nursind e Uil, che a Palmanova contano la quasi totalità degli iscritti e che hanno pressato il direttore generale di Arcs Joseph Polimeni fino a spingerlo a illustrare il piano prima dell’insediamento della giunta. Un passo di cui Fedriga e Riccardi non erano informati. «Abbiamo avuto mandato l’anno scorso – dice Polimeni – di proporre la revisione del Peu. Con medici e infermieri abbiamo costituito una proposta condivisa». Polimeni aggiunge che «non ci sono rivoluzioni ma alcune innovazioni importati su formazione dei lavoratori, gestione integrata dei nodi dell’emergenza, elisoccorso e postazioni territoriali, oltre alla proposta di una cabina di regia che darà governance omogenea a funzioni e procedure, che restano sotto le tre Aziende sanitarie».
La presentazione del Peu mette sul piatto il primo tema concreto della nuova legislatura, ancora prima del suo inizio formale. E c’è da giurare che agiterà le acque della maggioranza, dove Fdi già respinge i contenuti del piano. L’ormai ex assessore alla Salute Riccardi evita commenti: «Non ho nulla da dire per ora, non avendone titolo». A breve si saprà se tornerà ad assumere la delega, come a palazzo quasi tutti danno per scontato.
In Fdi è Claudio Giacomelli a sparare a zero: «È incredibile che il direttore di Arcs abbia presentato un documento di tale importanza senza che si conosca ancora il nome del prossimo assessore alla Salute. Il Peu parla di spostare coattivamente lavoratori dalle Aziende sanitarie alla Sores: questo ha risvolti delicati». Poi il missile sulla scelta della centrale unica: «Lo deciderà la prossima giunta», sibila Giacomelli.
Bordate arrivano dall’opposizione. Il coordinatore triestino del M5s Andrea Ussai sottolinea che «il documento è pronto da mesi e vede la luce appena trascorse le elezioni, cambiando qualche nome e lasciando inalterato un modello che non funziona. Alla carenza di personale si sopperisce obbligando il personale delle altre Aziende a lavorare nella centrale unica. Fedriga si era detto favorevole alla doppia central: le promesse sono state clamorosamente disattese. Anche se nel 2019 il tavolo tecnico aveva bocciato il modello attuale: un fallimento annunciato»
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