Sanità Fvg, in arrivo una task force per “raddrizzare” il 118
TRIESTE La frammentazione del sistema del 118, l’impreparazione in caso di calamità, la disinformazione sulla presenza di defibrillatori. Ma anche la carenza di organico. Il Nursind, sindacato professioni infermieristiche, mette in fila le criticità dell’emergenza-urgenza in regione. E trova una risposta immediata: a fine maggio, via delibera di giunta, verrà costituito un dipartimento inter-aziendale che lavorerà per uniformare protocolli, convenzioni, mezzi di soccorso. E consentire alla Sores, Sala operativa regionale emergenza sanitaria, di fornire un servizio da vera centrale unica.
Una generalità dell’esecutivo ha già dato mandato all’Azienda regionale di coordinamento per la salute (Arcs) di riorganizzare il sistema. «Il dipartimento - spiega il commissario Francesco Nicola Zavattaro - entrerà nel nostro atto aziendale e sarà composto, oltre che dai direttori di Arcs e della centrale, dai dipartimenti emergenza-urgenza del Ssr». Ogni direttore di dipartimento avrà la responsabilità del proprio personale, dei mezzi e dell’applicazione dei protocolli, ma dovrà inquadrare le decisioni in ambito regionale. «Nessun passo indietro - assicura Zavattaro -: l’iniziativa serve anzi a rafforzare il progetto della centrale unica».
Un progetto che, al momento, conosce però non poche criticità. Come emerso dall’incontro del Nursind, presenti Afrim Caslli, segretario provinciale di Udine e membro della segretaria regionale, un altro componente della segreteria Fvg, Gianluca Altavilla, e la dirigente Sores Samantha Saffer, con l’assessore alla sanità Riccardo Riccardi, Zavattaro e il vice Michele Chittaro. In due anni, secondo il sindacato, «nulla è cambiato: la centrale funziona grazie all’impegno e al lavoro degli infermieri che ci lavorano, ma non perché il sistema funzioni autonomamente». Quello che manca alla Sores, «che non è un centralino», è un ruolo di reale centralità, denuncia il Nursind. Tanto che nel caso di terremoto «saremmo del tutto impreparati», come pure, fa sapere Caslli, «non siamo informati di dove siano collocati i defibrillatori pubblici sul territorio».
Ma il vero nodo, prosegue il segretario di Udine, è che la centrale di Palmanova, evoluzione del precedente sistema basato su quattro 118 provinciali, «non riesce a lavorare uniformemente. Purtroppo si continua a operare con protocolli diversi a seconda della provincia e dunque l’emergenza-urgenza in regione non viene affrontata con un approccio coordinato». Inoltre, si legge nel verbale del Nursind (la cui diffusione ha non poco infastidito l’assessorato, che riteneva riservati i contenuti del confronto), «manca il controllo qualità e delle policy, Nue 112 e Sores non sono allineati, con rischio di errore e responsabilità, c’è carenza di formazione e un organico da implementare». Nursind, sul fronte del personale, ha proposto l’inserimento in Sores di 53 nuovi addetti, ma la risposta della Regione, in assenza di richieste di mobilità in ingresso (ce ne sono invece in uscita), è che al momento non si potrà andare oltre 5 assunzioni (di persone che andranno però prima formate).
La sintesi? «L’assessore ci ha ascoltato con molta attenzione - le parole di Caslli - e si muove in modo propositivo. Va anche dato atto alla Regione che il sistema informativo è migliorato. Ma abbiamo l’urgenza di vedere risolte questioni che avevamo evidenziato contestualmente all’avvio della centrale unica». Sulla stessa linea la Fials, che pure non ha condiviso la decisione del Nursind di un incontro in autonomia. «Le problematiche alla Sores non sono nuovissime, ma restano pesanti - sottolinea Dino Roggi, delegato in Arcs -: dalla dotazione tecnologica alla scarsa conoscenza degli operatori di tutto il territorio regionale. Sin qui i guai li ha evitati la professionalità delle persone». —
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