Sanità a Trieste, voci di avvicendamento tra i vertici Asugi. Il Pd: «Poggiana lascia», l’assessore Riccardi nega
TRIESTE All’improvviso una voce nei corridoi dell’Azienda sanitaria di Trieste e Gorizia: il direttore generale Antonio Poggiana lascia. Pronta la smentita della Regione: ipotesi campata in aria, il dg resta al suo posto. E l’interessato rilancia, dicendo di voler arrivare a scadenza nel 2024 e chiedere poi un nuovo mandato.
I gossip vengono ripresi dal Pd con Salvatore Spitaleri, che dà il passo per certo e imminente: «Sempre più insistenti le voci interne all’Asugi su un cambio al vertice, con la partenza del direttore Poggiana e il sussurrato avvicendamento con il dottor Samani. Sarebbe il terzo cambiamento dei vertici in meno di tre anni in tre delle più importanti posizioni della sanità regionale, tutti scelti e fortemente voluti dall’assessore Riccardi per il nuovo, magnifico e progressivo corso della sanità regionale».
Da inizio legislatura i cambi di posizione sono stati numerosi. Adriano Marcolongo, ex dg dell’Azienda giuliano isontina, è passato prima al Cro di Aviano (lasciando a Poggiana) e poi si è trasferito a Roma. L’Azienda friulana è guidata oggi da Dennis Caporale, subentrato a Giuseppe Tonutti, a sua volta spostatosi al vertice dell’Azienda di coordinamento, alla cui direzione era stato inizialmente scelto Francesco Zavattaro. Pare che proprio in quell’occasione, davanti all’ipotesi ventilata di uno spostamento di Poggiana a Udine, sia stato il rettore dell’Università Roberto Di Lenarda a chiedere alla Regione di garantire continuità al vertice di Asugi. Tre sono i funzionari succedutisi infine alla Direzione centrale Salute: Gianni Cortiula, Stefano Dorbolò e Gianna Zamaro.
Il vicepresidente Riccardo Riccardi non vuole altri scossoni e smentisce le indiscrezioni: «L’autorevolezza delle comunicazioni del Pd e di Spitaleri si commentano da sé. Non esiste alcuna ipotesi del genere. Poggiana ha la stima totale dell’assessore alla Salute. Spitaleri è un buon candidato per Scherzi a parte. Polemica in chiave elettorale: è un’idea che non mi è mai passata nemmeno per l’anticamera del cervello».
«Non ho nessuna voglia e intenzione di andarmene via», replica Poggiana, ex direttore amministrativo arrivato nel dicembre 2018 a Trieste nelle vesti di commissario straordinario, chiamato come i suoi colleghi di Udine e Pordenone ad applicare la riforma sanitaria della giunta Fedriga, votata in legge ma immediatamente congelata dall’esplosione della pandemia. Onere cui per Poggiana si è sommata la difficile partita del restauro di Cattinara, con il fermo del cantiere e cinque piani sventrati prima del suo arrivo, ma la necessità di gestire la rottura del contratto con la cooperativa Clea e il nuovo affidamento all’impresa Rizzani de Eccher, prossima a rimettere in modo lavori fermi da tre anni. Ecco allora che Poggiana va al contrattacco: «Non solo non voglio andarmene ma, quando scadrà il mio mandato a fine 2024, mi proporrò sicuramente per un secondo mandato in Asugi, dove voglio completare e consolidare i progetti che sono purtroppo in ritardo a causa della pandemia».
L’opposizione è convinta che le cose non stiano così: «Allo stato – dice Spitaleri – non sono note le ragioni dell’addio di Poggiana. Ma certo tutti hanno memoria di alcune imbarazzanti e delicate questioni che avevano coinvolto anche l’assessore Riccardi, dalla “nave-lazzaretto”, alla devastante prima fase della pandemia sulle case di riposo, alle tempestose vicende sul dipartimento di salute mentale. Ora che arrivano nuove risorse nazionali e regionali, ora che si deve discutere di assetti e incarichi per i prossimi anni, Poggiana passa la mano e riconsegna a Riccardi la scelta del successore».
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