San Valentino mette al bando email e sms
TRIESTE «Ho scritto t’amo sulla carta». In realtà, la canzone di Franco IV e Franco I, che imperversava nell’Italia di fine anni Sessanta, prevedeva l’utilizzo della sabbia. Ma le Poste, che sulla carta ci campano, vogliono rilanciare il messaggio d’amore scritto sulla materia prima cara alla maison, come prevede una secolare tradizione. E scelgono naturalmente la giornata di San Valentino, che cademartedì 14 febbraio, per indurre gli innamorati a non limitarsi a uno scontato scambio augurale con i mezzi del giorno d’oggi, a base di sms o di e-mail o di what’s app. Un’iniziativa già collaudata nel recente passato. Perchè un conto è dirsi parole affettuose con una “valentina” - come venivano chiamati i biglietti d’occasione nel mondo francese e anglosassone - un conto è comunicarsele via-Internet.
Trieste è stata scelta come una dei 32 alfieri di questa simpatica retromarcia dei sentimenti: nello Spazio filatelia in via Galatti e nel Museo postale e telegrafico in piazza Vittorio Veneto gli interessati potranno lasciare il loro messaggio in un apposito contenitore a forma di cuore. Messaggio rigorosamente scritto. Basta una frase vergata a mano, in qualsiasi lingua e - addirittura - anche nel dialetto autoctono: così triestine/triestini possono pensarsi ricorrendo a uno spontaneo e tellurico “te voio ben”. Questa ampia documentazione sentimentale sarà poi raccolta e da essa verranno scremati alcuni messaggi pubblicati - per non perdere il passo con i tempi - sul profilo Facebook delle Poste. Spazio ai giovani: domani mattina esordiranno i bambini della prima classe dell’istituto “Beata Vergine”, seguiti dai ragazzini della III C dell’istituto comprensivo “Italo Svevo”.
A disposizione dell’utenza, inoltre, uno speciale annullo filatelico e una cartolina a mo’ di souvenir o di reperto collezionistico. L’operazione San Valentino s’avvale della collaborazione mediatica fornita dai giornali Agl. Poste Italiane ne fa un punto d’onore sul piano culturale: le iniziative - narra un comunicato - mirano a mantenere la scrittura «come insostituibile forma di espressioni di sentimenti ed emozioni», ricordano con indubbio pathos aziendale che «la lettera d’amore attraversa le epoche, ne supera i limiti temporali e rimane intatta, custodita nel cassetto dei ricordi».
Nel Nordest il San Valentino in versione postale va forte. Sono 5 i presidi istituiti dal gruppo: oltre a Trieste, ci sono Padova, Venezia e due filiali a Verona. Verona è particolarmente munita, perchè è la città di Giulietta e Romeo: così le lettere, destinate alla casa della sfortunata giovane, trovano uno staff di studenti, grafologi, appassionati di scrittura che riscontrano la missiva nella lingua del mittente.
Tutti intervengono sulla festa istituita da papa Gelasio I nel 496, per obliare i Lupercali pagani: Coldiretti coglie l’occasione per consigliare, a proposito di più prosaiche cene a base di alimenti afrodisiaci, prodotti italianissimi alternativi alle proposte esotiche. Basta allora con lo zenzero, con la curcuma, con il ginseng: avanti invece con il peperoncino, con il sedano (stimola le ghiandole surrenali), con lo zafferano, con il miele, con il finocchietto selvatico, con il pistacchio, con il pugliese misconosciuto “cinipi” (incrocio tra cicoria e asparago).
Se la ricorrenza dedicata al patrono di Terni risale alla fine del V secolo, la tradizione dello scambio di doni e cortesie tra innamorati è successiva. C’è chi la situa nell’Inghilterra al tempo di Geoffrey Chauser, chi in Francia. La creazione e la diffusione del biglietto si impongono durante il XIX secolo, la statunitense Howland passa alla produzione industriale. La corrispondenza legata a San Valentino è, dopo quella natalizia, una delle più frequentate.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo