San Pantaleone, villa abusiva con vista mare e piscina
Bella, bellissima, ma abusiva. Non siamo a Napoli, ritenuta la patria dell’abusivismo, ma a Trieste. Una villa di oltre 120 metri quadri nel verde di Monte San Pantaleone. Un vero paradiso. A pochi chilometri dalla città.
Ufficialmente - e soprattutto per il fisco - è un semplice magazzino. In realtà è appunto una magnifica villa con piscina dalla quale si gode di una meravigliosa vista mare. Insomma un sogno. La villa abusiva con la piscina si trova sul monte San Pantaleone esattamente in via Racheli.
Lì nei giorni scorsi sono andati a fare un sopralluogo gli agenti della polizia municipale. E hanno scoperto la villa abusiva. Sono anche entrati e hanno fotografato il giardino e le stanze. Poi le immagini sono state inviate alla procura della Repubblica a corredo di una corposa relazione. Il reato ipotizzato a carico del proprietario (del quale non sono state fornite le generalità) è quello di aver realizzato un’opera edilizia in assoluta assenza di permesso di costruire. Insomma tutta abusiva. Il reato prevede l’arresto fino a due anni e anche un’ammenda che supera 50mila euro. Nei prossimi giorni il fascicolo sarà esaminato dal pm Cristina Bacer o dal collega Antonio Miggiani, i due pm del gruppo di specializzazione degli abusi edilizi. Il titolare valuterà il da farsi. Perché è la prima volta che a Trieste viene scoperta una villa abusiva con piscina e vista mare.
Ieri abbiamo tentato di dare un’occhiata al “magazzino” con la piscina. Era protetto da un cancello metallico chiuso e non c’è nè il numero civico, né il campanello.
L’indagine è nata dallo scrupolo di un impiegato dell’ufficio tributi. Confrontando i dati comunali con quelli catastali ha scoperto alcune incongruenze riguardanti manufatti edili intestati alla stessa persona nella zona di Monte San Pantaleone.
È emerso che sui registri sui dell’Amministrazione comunale quella villa risultava un deposito attrezzi interrato (dal 1995), al quale si era aggiunta una tettoia aperta su due lati (2002) e un soppalco (2008). Due anni dopo era stato denunciato il ripristino di un muro di contenimento e, due anni dopo ancora, la realizzazione di una scala di collegamento tra due pàstini.
Gli uffici catastali invece dopo un sopralluogo effettuato nel 2008, avevano riclassificato l’immobile da C2 e C7 (magazzino e tettoia aperta) ad A7 (villino). Insomma un’evoluzione prodigiosa - a quanto pare - in barba a tutte le norme. Perché appunto quellao che poi da magazzino è diventato villino dopo il 2008 è stato arricchito anche con una piscina interrata e non certo di piccole dimensioni.
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