San Luigi, ai salesiani il centro per accoglienza minori stranieri

Alla chetichella, in silenzio, senza clamori, il San Luigi è diventato un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati. E mentre il capogruppo di Forza Italia, Fabio Gentile mugugna («Gorizia ora verrà inserita nelle mete a 5 stelle dalle agenzie turistiche per i clandestini minori non accompagnati») e molti genitori si arrabbiano perché i centri estivi non si svolgeranno più lì, ad intervenire è don Roberto Dal Molin, ispettore per il Nordest dei salesiani che, nei giorni scorsi, ha fatto il punto sull’accoglienza dei minorenni sul settimanale diocesano “Voce Isontina”.
La gestione della struttura è stata affidata all’associazione salesiana “La Viarte onlus” che da più di 30 anni opera nell’ambito del disagio giovanile. Attualmente sono presenti al San Luigi una trentina di minori non accompagnati delle seguenti nazionalità: Bangladesh, Pakistan, Afghanistan. «L’attività di accoglienza - racconta Dal Molin - è iniziata più di sei mesi fa: 9 educatori e 2 coordinatori dell’associazione assicurano un presidio permanente 24 ore su 24 e un’assistenza educativa-professionale di ottimo livello. L’ambiente è, nell’insieme, sereno e possiamo dire che i minori accolti sono contenti».
C’è un altro dato importante che evidenzia il livello di maturità della città: non si sono registrati episodi di intolleranza e conflittualità. «Non vi sono stati fatti per i quali si sia infastidita la cittadinanza e non abbiamo notizie di lamentele: anzi, si sta pensando a forme di volontariato nei confronti di alcuni che hanno manifestato l’intenzione di dare un aiuto. Alla base, vi è un progetto educativo serio e istituzionalmente vigilato e monitorato - rammenta l’ispettore per il Nordest dei salesiani su Voce Isontina -. L’ambiente è igienicamente e sanitariamente adeguato grazie a controlli settimanali e vengono insegnate le regole dello Stato italiano (educazione civica) per cui possiamo dire che i minorenni non sono “parcheggiati” al San Luigi ma sono seguiti educativamente mediante le regole base della convivenza civile».
Dal Molin evidenzia anche che «il riserbo dell’ambiente e la prudenza nel fornire notizie» non sono motivati dalla poca trasparenza ma «dal fatto che ora il San Luigi è una struttura di accoglienza che risponde alle normative di “protezione e tutela minori”. Se prima l’ambiente oratoriano permetteva di entrare e uscire in modo incontrollato, ora l’accesso è regolato nel rispetto del mandato istituzionale e degli stessi minori accolti. Con le istituzioni vi è un ottimo rapporto: siamo in piena sintonia e lavoriamo nel rispetto degli accordi presi con le autorità civili e le forze dell’ordine, in ottemperanza alla legge sull’accoglienza».
Ma intanto i mugugni continuano. Nei giorni scorsi, un ex allievo del convitto salesiano di via Don Bosco aveva denunciato il fatto che l’annuale festa di chi lì aveva studiato non si è potuta svolgere al San Luigi «perché la struttura ha cambiato funzione». Alla fine, l’incontro si era svolto... altrove, verrebbe da dire “in esilio”: la festa, pertanto, si era svolta negli spazi parrocchiali di Straccis, a San Giuseppe Artigiano: quindi, da tutt’altra parte.
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