San Giuliano, l'isola all'asta resta invenduta. Prezzo light: 584 mila euro

Offerta minima di 438 mila rispetto a una stima di 5,5 milioni. Arrivate due telefonate informative
Nello scatto di Enrico Cester la chiesetta ospitata nell’isola di San Giuliano
Nello scatto di Enrico Cester la chiesetta ospitata nell’isola di San Giuliano

GRADO Nonostante il prezzo fosse piuttosto accattivante anche l’asta giudiziaria del 18 settembre scorso per la vendita della grande isola di San Giuliano nella laguna di Grado è andata deserta. Da una stima di 5 milioni e mezzo di euro, dopo diverse aste andate deserte, si era arrivati a una base d’asta di oltre 584.000 euro ma con un’offerta minima di oltre 438 mila euro. Anche questa volta all’avvocato Marco Mizzon, giudice liquidatore, non sono giunte offerte di alcun genere, solo un paio di telefonate informative.

L’offerta è indubbiamente allettante, ma c’è da tener presente che rimettere a posto tutto e soprattutto mantenere un bene di questa portata sarà impegnativo per chi, prima o dopo, riuscirà ad acquisirla.

La data della prossima asta non è stata ancora definita. Certo è che il prezzo sarà ulteriormente ribassato. Di norma viene ribassato del 25 per cento ma forse, considerato che finora di offerte e interessamenti concreti non ce ne sono stati, il ribasso potrebbe essere superiore.

L’isola di San Giuliano è molto grande, circa 20 ettari con un perimetro di circa 3 chilometri.

Nell’isola troviamo una casa padronale (ci sono una dozzina di locali, per la maggior parte stanze da letto singole), una tettoia, una chiesetta e due ulteriori edifici (casa del valligiano e stabbioli) ed è servito da corrente elettrica autoprodotta mediante generatore e due pozzi artesiani che garantiscono acqua pura.

Ci sono inoltre numerosi terreni che compongono una vasta ed esclusiva piana a destinazione agricola e due valli da pesca.

Per quanto riguarda l’agricoltura c’erano tante coltivazioni orticole, la vigna e gli ulivi mentre nelle valli da pesca si allevavano principalmente orate e branzini.

Nel materiale promozionale diffuso qualche anno fa è specificato che il perimetro arginato dell’isola è di circa tre chilometri è che a consolidamento degli stessi argini ci sono ben 4.000 tamerici.

L’isola è raggiungibile unicamente via canali della laguna, ed è anche importante dal punto di vista storico. Sono ancora presenti vestigia romane e l’arco di Sant’Elia, ora inglobato nel corpo centrale della villa padronale, mentre originariamente apparteneva alla basilica di Sant’Elia. Adiacente alla villa padronale c’è la chiesa di San Giuliano che con sufficiente certezza si può far risalire al patriarca Elia (571-586), quando nell’isola sorse anche un monastero affidato ai benedettini. Da documenti storici risulta che all’inizio dell’800 il monastero fosse in totale rovina tanto che il Patriarca gradese Fortunato II nell’810 lo riedificò. Oggi troviamo invece la chiesetta che è stata benedetta il 12 luglio 1727 e in anni recenti è stata restaurata; per diversi anni, su indicazione dell’associazione dei Graisani de Palù, vi è stata celebrata la messa in occasione della festività di San Giuliano.

In anni più recenti nell’isola era stata tracciata una pista di atterraggio per ultraleggeri lunga circa mezzo chilometro e larga attorno ai quaranta metri.

Ci poteva essere uno sviluppo in tal senso creando nell’isola anche un hangar e un punto ristoro, ma ci sono state delle nette contrarietà per la salvaguardia della natura e della fauna.—

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