San Canzian, litiga con la fidanzata e viene arrestato
SAN CANZIAN D’ISONZO. Quando ha capito che non c’era modo di raggiungere la fidanzata ha dato di matto e si è scagliato contro un maresciallo in caserma, finendo assieme a lui gambe all’aria. Ma si è trattato di un grave errore per C.M., sancanzianese di 39 anni, perché l’intemperanza gli è costata l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale, aggravata dall’introduzione in luogo militare. Processato ieri per direttissima in Tribunale a Gorizia è stato condannato a quattro mesi con pena sospesa.
Il movimentato episodio si è verificato sabato pomeriggio nella caserma di via Aquileia, a San Canzian d’Isonzo. Sono circa le 15.30 quando una donna del posto, giunta in auto, si rivolge ai carabinieri per segnalare una lite appena intercorsa. Si tratta di G.R., fidanzata del 39enne e più grande di lui di qualche anno. Vuole informare i militari, senza però sporgere denuncia, che il fidanzato l’ha poco prima maltrattata.
Così la donna entra rapidamente in caserma. Subito dopo, di corsa e trafelato, in preda a un fortissimo stato di agitazione, l’uomo compare in via Aquileia. Il “piantone” di guardia lo nota e fa in tempo a serrare i cancelli per impedirgli di entrare. Non è tuttavia una porta sbarrata a fermarlo. Il sancanzianese scavalca la pur alta inferriata e con un balzo si trova al di là del perimetro militare.
Inizia quindi a prender a pugni la porta d’ingresso e le finestre: vuole a tutti i costi attirare l’attenzione della donna. Forse vuole scusarsi o semplicemente chiarire. Forse invece è animato da più bellicose intenzioni. Fatto sta che il maresciallo in quel momento addetto alla ricezione delle denunce, Antonio Concettini, chiama subito rinforzi e dal piano superiore, cioè dall’alloggio, arriva il maresciallo capo Domenico Rancan, maresciallo di «provata esperienza», come l’ha definito il capitano Daniele Panighello, da molti anni in servizio sul territorio e comandante della stazione.
Concettini attiva anche il Nucleo operativo radiomobile, che si precipita in direzione della caserma. C.M. è sempre agitato, ma Rancan, che lo conosce, è convinto di poterlo indurre a ragionare e cerca di prenderlo con le buone. Da dentro (perché il 39enne è ancora fuori), non appena vede il sancanzianese placarsi, il maresciallo annuncia l’intenzione di aprire l’uscio, per farlo ragionare.
Ma non appena muove la maniglia - ed è un lampo - C.M. si lancia addosso a Rancan, che reagisce, e così entrambi finiscono a terra. Nonostante la posizione il comandante riesce a immobilizzare l’uomo. Si precipita Concettini in supporto e insieme, i due marescialli, ammanettano il 39enne, che si sta ancora agitando e chiede della fidanzata.
Successivamente interpellato dai carabinieri il magistrato di turno dispone per l’uomo l’arresto ai domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida. Ieri pomeriggio il processo in direttissima: l’arresto viene convalidato e C.M. viene condannato a una pena di quattro mesi, sospesa.
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