Salvo lo speleologo intrappolato per 48 ore sul monte Canin VIDEO E FOTO

Stefano Guarniero, 33 anni, caduto per una ventina di metri nella grotta in cui operava, è stato portato all'ospedale dall'elicottero sanitario

Fuori dalla grotta sul monte Canin dopo due giorni, è salvo lo speleologo triestino

TRIESTE Lo speleologo triestino Stefano Guarniero è salvo dopo 48 ore trascorse all'interno dell agrotta in cui stava operando. La barella con il ferito è uscita alle 12.35 dall’ingresso collocato cento metri più in basso denominato “Turbine”, prontamente liberato dal ghiaccio dai soccorritori sabato pomeriggio. Verrà portato all'ospedale di Tolmezzo dall'elicottero sanitario.

A eseguire il soccorso e la risalita dal punto in cui si trovava, a duecento metri di profondità, dodici tecnici inclusi medico e infermiere. Questi ultimi sono rimasti sempre con lui a fargli assistenza fin da sabato 4 agosto, quando è avvenuto l'incidente. Le operazioni sono state seguite passo a passo dall’esterno della grotta tramite collegamento telefonico con l’interno attraverso lo speciale cavo di trasmissione. E tra l’esterno della grotta e il campo base presso la caserma della Guardia di Finanza di Sella Nevea tramite collegamento radio, dato che la copertura per la rete mobile è assente in quota.

Sul posto sono rimasti ad attenderlo in queste ore anche i familiari. Le operazioni di soccorso hanno impegnato per quasi quarantotto ore, a partire da sabato 4 agosto, tre elicotteri per il trasporto di uomini e materiali - il velivolo della Protezione Civile, quello dell’Esercito Italiano di stanza presso la base di Casarsa Ale Rigel e un elicottero dal Veneto per il trasporto di un infermiere speleologo specializzato -, novantaquattro tecnici speleologi con varie specializzazioni - come ad esempio la squadra dei disostruttori che ha allargato i punti più stretti per consentire il passaggio della barella - provenienti da tutta la regione e dal resto d’Italia e ventidue tecnici alpini, tutti del Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale.

I primi momenti dello speleologo fuori dalla grotta

Nonostante la giovane età il ferito, anch’egli facente parte del Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale, è uno dei tecnici con più pratica ed esperienza in grotta, in particolare nelle tecniche di recupero e di soccorso: lui stesso è infermiere. In particolare nel 2014 in Baviera si è distinto assieme ad altri, come uno dei soccorritori che hanno contribuito direttamente al salvataggio del ferito dall’abisso di Riesending, in quanto primo infermiere a raggiungerlo, rimanendo per due giorni dentro la grotta che ha tenuto l’opinione pubblica di tutta Europa con il fiato sospeso.

Le tecniche di soccorso in grotta del Soccorso Alpino e Speleologico italiano sono considerate tra le più valide: i punti di forza sono la leggerezza e la velocità nel condurre la barella all’esterno. Ed è proprio sulle strategie di recupero e di movimento delle squadre e sull’efficienza e il coordinamento a livello nazionale che si basano sempre i soccorsi italiani in grotta, che hanno fatto scuola persino nella lontana Cina. Fondamentale è ogni passaggio, ogni minima scelta, laddove un minimo errore di valutazione può costare ore o giorni di lavoro in più. Ora si può tirare un sospiro di sollievo e l’esplorazione di Frozen potrà proseguire apportando nuovi elementi di conoscenza dei ricchi abissi carsici del Canin.

La risalita dalla grotta di Guarniero è iniziata nel pomeriggio di domenica 5 agosto. Ieri sera quest'ultima fase dei soccorsi era stata rinviata a oggi. Dalle ultime verifiche gli operatori infatti si erano accorti che la grotta conteneva altre strettoie che rendevano necessario l'impiego di ulteriori cariche esplosive per far passare la barella.

Le squadre dei disostruttori hanno concluso le demolizioni per consentire il passaggio della barella in discesa e delle squadre di soccorso alle tre del mattino. Alle 5.40 le squadre di soccorso hanno iniziato la risalita con il ferito sulla barella. Si sta procedendo in salita senza problemi. Si prevede l'uscita del ferito fra qualche ora. Per le 8 del mattino è previsto l'arrivo anche del primo elicottero, quello della Protezione Civile, per il recupero dei materiali all'ingresso della grotta.

I disostruttori nella giornata di domenica 5 agosto sono riusciti ad entrare per il secondo ingresso naturale della grotta, situato cento metri più in basso di quello utilizzato dal ferito e dai suoi due compagni, prontamente liberato dal ghiaccio dai tecnici del Soccorso Alpino e speleologico. Questa operazione ha consentito di velocizzare le operazioni e di evitare al team di soccorso alcuni passaggi stretti (trenta metri di strettoia e un pozzo di ghiaccio di circa 130 metri) e difficili qualora si fosse scelto l'ingresso più alto. Ora si attende la loro lenta e prudente risalita con la barella. 

Guarniero si trova ormai da quasi 48 ore bloccato nella cavità a quota 2200 metri. L'allarme era arrivato intorno alle 16 di sabato scorso. Per cause ancora da accertare il giovane era caduto per una ventina di metri mentre stava esplorando la grotta che si trova sotto la cima a circa 200 metri di profondità. Il giovane non è in pericolo di vita ed è cosciente. Ha un problema al braccio e all'addome. Il Soccorso Speleologico sì è attivato e sul posto sono arrivati l'elicottero della Protezione Civile, i tecnici e anche una squadra disostruzioni dato che l'ingresso alla grotta presenta alcune strettoie.

Salvati i due giovani alpinisti sloveni bloccati sulla Cima del Vallone nelle Alpi Giulie

La squadra disostruttori ha iniziato a lavorare verso le due di notte trasabato e domenica. Hanno operato all'ingresso della grotta e nei punti più stretti all'interno con piccole cariche di esplosivo per consentire la risalita della barella con il ferito. Il ferito nel frattempo attende assistito ancora a duecento metri di profondità che le operazioni di disostruzione si completino. Ci vorrà ancora del tempo perché lo si possa liberare riportandolo alla luce del sole: a stima le operazioni si potrebbero concludere a metà giornata.

Il Soccorso Alpino e Speleologico è al lavoro con la squadra dei sanitari composta dal medico specializzato speleologo - prelevato in Slovenia con l’elicottero della Protezione Civile - e da un infermiere che sono entrati in grotta tra le 18 e le 18.30 di sabato scorso. Nel frattempo la squadra alpina del CNSAS Fvg aveva liberato dall’esterno un secondo varco d’ingresso, che era ostruito dal ghiaccio, per avere una eventuale seconda possibilità di passaggio.

Nella giornata di ieri, sabato 4 agosto, si è cercato di approfittare al massimo delle ore di luce disponibili per portare in quota con l’elicottero più materiale possibile che potrà servire per il soccorso. Dall’Umbria è arrivata a Ronchi dei Legionari una squadra specializzata di disostruttori, che è stata caricata poi sull’elicottero dell’Esercito, l’unico velivolo che è abilitato al volo notturno.

Le operazioni di soccorso dello speleologo triestino intrappolato sul Canin

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