Salvini: «Più uomini e mezzi per sigillare il confine con la Slovenia e fermare i clandestini»

TRIESTE. Salvini sul «muro» al confine: è «l’ultima ipotesi». Quella di innalzare un «muro» al confine tra Italia e Slovenia, rimane per ora solo «l'ultima ipotesi». Neanche la convenzione di Schengen verrà sospesa: la decisione al momento non rientra nei piani del governo. Prima bisognerà attendere i risultati dei pattugliamenti congiunti cominciati lunedì. Per arginare l’immigrazione irregolare la linea non cambia: il ministro dell’Interno Matteo Salvini, durante la sua visita di oggi a Trieste, ha dichiarato che «anche i confini via terra, come quelli via mare, saranno controllati «con ogni mezzo possibile».
Forze dell'ordine, 40 uomini in più per Trieste. Si comincia con «più uomini»: «Contiamo di riuscire a portare in dote a Trieste 40 uomini delle forze dell’ordine in più, tra polizia e operazione Strade Sicure» ha dichiarato Salvini. Una misura «temporanea», in aggiunta al potenziamento previsto per gli agenti di polizia dal piano nazionale. E poi si guarda anche alla collaborazione con gli altri Paesi, a cominciare dalla Croazia. Oggi Salvini ha contattato gli omologhi sloveno e croato: «Abbiamo ipotizzato contatti fra polizia italiana, slovena e croata per pattugliamenti congiunti in territorio sloveno e croato».
Ore 17. Oltre un centinaio di persone ha preso parte all'iniziativa della rete "Antifascista, antirazzista, antisessista" in piazza della Borsa per contestare le politiche della Lega e di Matteo Salvini. La manifestazione ha chiuso una serie di proteste organizzate dai collettivi per criticare il ministro dell'Interno. "I confini uccidono", "l'umanità scende in piazza" e "Salvini servo dei padroni" tra gli striscioni esposti durante il presidio nel quale è stata ribadita la necessità di "non costruire muri e luoghi di detenzione contro i migranti".
Gli accordi su legalità in porto e rimpatri. Due gli accordi, uno su legalità e l'altro sui rimpatri volontari, sono stati siglati oggi in Prefettura alla presenza del ministro dell'Interno Salvini. Il primo accordo è stato firmato dal governatore Massimiliano Fedriga, dal commissario di Governo di Trieste Valerio Valenti, dal presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale Zeno D'Agostino, e dal sindaco del capoluogo Roberto Dipiazza. Si tratta di un provvedimento di due anni, che saranno rinnovati, contro infiltrazioni della criminalità organizzata in Porto vecchio, oggetto di riqualificazione, e in porto nuovo, in fase di sviluppo. «Questo - ha aggiunto Salvini - è un territorio sano, negli ultimi anni c'è stata solo una interdittiva antimafia ed è la regione con il minor numero di beni sequestrati alla criminalità organizzata. Questi protocolli servono però a prevenire». Il secondo accordo è stato sottoscritto dalle prefetture (Trieste, Udine, Pordenone e Gorizia). Si tratta di una iniziativa finanziata con 5 milioni di euro per favorire i migranti che vogliono tornare nel loro paese di poter fare lì impresa. In merito al protocollo per i rimpatri il presidente della Regione Fedriga ha parlato di «una iniziativa all'avanguardia perché punta a dare una possibilità di fare impresa a chi è venuto in Italia e vuole tornare a casa»
L'intervento degli artificieri. Nel pomeriggio si è appreso che gli artificieri della Questura di Trieste sono intervenuti in mattinata nei pressi di piazza Unità per uno zainetto abbandonato. Per motivi di sicurezza, data la presenza del vicepremier Salvini e del ministro degli Esteri ungherese Szijjártó, gli agenti hanno preferito prudenzialmente far brillare lo zaino. All'interno non c'era alcun oggetto pericoloso.
Ore 14 Terminata la visita nel palazzo della Regione Friuli Venezia Giulia, il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, accompagnato dal governatore Massimiliano Fedriga, ha attraversato nuovamente piazza Unità per andare in Prefettura, dove nel pomeriggio verranno sottoscritti il protocollo "Rimpatrì e le intese per la Legalità". Alcune decine di sostenitori di Salvini e simpatizzanti della Lega aspettavano in ministro in piazza per stringergli la mano e fare un selfie insieme a lui. In tanti gli hanno gridato frasi di incoraggiamento e hanno scandito «Matteo, resisti e non mollare» e «Grande Salvini». Nel frattempo un gruppo di contestatori, tenuti a distanza da polizia e carabinieri in assetto anti sommossa, ha fischiato il ministro dell’Interno e lo ha contestato al grido di: «Siamo tutti antifascisti».
Ore 13.50. Siglato nella sede della Regione Fvg alla presenza, tra gli altri, del vicepremier Matteo Salvini e del ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó, l’accordo per per il porto di Trieste. Una società pubblica ungherese ha acquisito un'area a Noghere, di 320 mila mq. Si tratta della zona “ex Aquila”, fino a ieri di proprietà di due privati italiani, Teseco e Seastock. L’investimento è di 100 milioni di euro, che comprende acquisto, messa in sicurezza ambientale e sviluppo del progetto, e dovrebbe portare alla realizzazione di un nuovo terminal multipurpose.L'intesa accresce il ruolo di Trieste nello scacchiere portuale, commerciale e logistico internazionale. In particolare, consolida un rapporto commerciale già intenso tra i due Paesi.
Ore 13.30. La sospensione di Schengen e la protezione dei confini sono «un' ultima ipotesi, voglio confidare nei controlli delle polizie slovene, croate e bosniache della rotta balcanica». Ma «siccome i confini sono sacri e inviolabili, qualora non fosse sufficiente prenderemo in ipotesi qualsiasi altra soluzione». Lo ha detto a Trieste il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sulle misure previste per arginare gli arrivi irregolari in Italia attraverso la rotta balcanica. «Il pattugliamento congiunto tra Italia, Slovenia e Croazia è qualcosa che mettiamo in campo e vediamo che risultati porterà», ha aggiunto.
Ore 13. «Stamattina ho sentito i miei omologhi sloveno e croato perché i confini sono aperti per scambiare merci e non problemi. Ecco il senso della mia visita a Trieste» così il ministro dell'Interno Matteo Salvini durante la conferenza stampa. «L’obiettivo è avere pattuglie congiunte tra Italia, Slovenia e Croazia. Speriamo comunque di non giungere alla sospensione di Schengen»
Ore 12.30. «In Italia non arrivano: c'è un porto maltese a disposizione, vanno a Malta, e la ong tedesca può scegliere fra la Tunisia e la Germania». Lo ha dichiarato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, rispondendo a una domanda dei cronisti. «Chiunque difenda i confini e la sicurezza del mio Paese è benvenuto», ha aggiunto. «Stiamo controllando i confini via mare, vogliamo controllare anche quelli via terra con ogni mezzo possibile» ha affermato riferendosi agli arrivi di migranti in Italia attraverso la rotta balcanica.
Ore 12. Il tweet di Salvini: «Ora al lavoro a #Trieste con il governatore @M_Fedriga. Obiettivo: più uomini e più mezzi per sigillare il confine con la Slovenia e fermare definitivamente l’ingresso di immigrati clandestini. Vi tengo aggiornati!»
Ore 11.30. Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini è arrivato da pochi minuti in piazza Unità a Trieste, dove è stato accolto da alcuni sostenitori. Tanti gli applausi e le parole di incoraggiamento. «Bravo Matteo», gli hanno gridato alcuni cittadini che lo attendevano davanti al palazzo della Prefettura, con sui Salvini ha scattato dei selfie e si è intrattenuto qualche minuto. Ad accogliere Salvini davanti alla Prefettura, il presidente della Regione Massimiliano Fedriga e il prefetto di Trieste Valerio Valenti.
Ore 11.20. Mentre Piazza Unità d'Italia è presidiata per l'arrivo dei ministri dell'Interno italiano Salvini, e degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, a oltre un chilometro di distanza, in piazza Libertà, è cominciata la prima manifestazione di protesta, quella organizzata dalla rete Trieste “Antifascista, Antirazzista e Antisessista”. Poche decine di manifestanti stanno attuando un presidio per chiedere che non vengano eretti muri o create barriere al confine tra Italia e Slovenia. In piazza Unità sono presenti numerosi mezzi e auto di polizia e carabinieri e, nelle acque antistanti, ci sono un paio di motovedette. La piazza tuttavia è aperta al transito a piedi per i cittadini e i tanti turisti presenti. Numerosi sono i giornalisti che seguiranno i lavori dei due incontri, in Regione e in Prefettura.
Confini e porto: oggi, venerdì 5 luglio, è il giorno del leader della Lega Matteo Salvini a Trieste. Al centro degli incontri ci saranno infatti lotta alle infiltrazioni criminali e immigrazione. Una visita eccellente che mobilita anche i movimenti e le forze politiche che si contrappongono alle politiche salviniane. Le misure di sicurezza, tuttavia, come ha confermato il prefetto di Trieste Valerio Valenti, non prevedono ad ogni modo interdizioni all’accesso alle aree pubbliche né limitazioni al traffico. Sarà applicato il piano di sicurezza abitualmente previsto dai protocolli in caso di visite ministeriali. A tale scopo le forze dell’ordine locali saranno integrate da ulteriori cinquanta uomini provenienti da fuori.
Ecco l’agenda prevista per la giornata. Salvini arriverà in città in mattinata e per prima cosa incontrerà il governatore Massimiliano Fedriga all’interno della sede della Regione di piazza Unità. Dopo questo momento preliminare, Salvini e Fedriga aspetteranno assieme l’ungherese Péter Szijjártó, ministro degli Esteri del governo Orbán. A seguito dell’incontro si terrà una conferenza stampa, in programma alle 12.30. Sarà presentato un accordo economico con cui il governo di Budapest intende costruire una base logistica nel porto di Trieste per velocizzare l’export per le imprese magiare.
Per l’occasione assieme ai due rappresentanti di governo e al presidente della Regione ci sarà anche Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema portuale dell’Adriatico orientale. La conferenza stampa non sarà “aperta”: vi potranno accedere solo gli operatori della comunicazione già accreditati secondo i canali comunicati in questi giorni alle testate giornalistiche.
All’ora di pranzo entrambi i ministri prenderanno parte a una colazione di carattere privato nel palazzo della Prefettura. Sempre in Prefettura, alle 15, si terrà dunque un secondo appuntamento mediatico, in cui saranno sottoscritti tre documenti alla presenza del vicepremier leghista, oltre che della stampa.
I primi due sono protocolli sulla legalità volti a gestire la trasparenza e la prevenzione della criminalità organizzata in porto. Tra i soggetti coinvolti ci sono Comune di Trieste, Regione, Prefettura e Autorità portuale.
Il terzo documento è un’intesa sui rimpatri volontari assistiti dei migranti, che sarà siglata tra l’amministrazione regionale e le quattro Prefetture del Friuli Venezia Giulia. L’immigrazione è uno dei temi al centro del più recente dibattito, anche e soprattutto nella nostra regione. Lo stesso Salvini negli scorsi giorni ha avanzato l’ipotesi di erigere delle barriere fisiche al confine con la Slovenia, allo scopo di contenere il flusso, provocando polemiche e proteste politiche (vedi articolo sotto, ndr).
Ieri il titolare dell’Interno ha ribadito: «A Trieste incontrerò anche Fedriga. Vogliamo dare più uomini e mezzi per sigillare il confine. Diminuiremo ancora di più il numero di immigrati in accoglienza in Friuli Venezia Giulia».
Il riferimento all’accoglienza è di particolare attualità nel capoluogo regionale poiché, come noto, i bandi per la gestione dei richiedenti protezione internazionale sono appena andati a vuoto. Per questa ragione 200 lavoratori a rischio “esuberi” del Consorzio italiano di solidarietà (Ics) hanno indirizzato in queste ore una lettera aperta al prefetto Valenti, in cui si chiede l’apertura di un dialogo.
Tornando a Palazzo, alla vigilia della visita del numero uno della Lega, Fedriga si è invece espresso così: «Penso che in tale occasione arriveranno le prime risposte rispetto al tavolo aperto al ministero dell’Interno (si tratta del summit sulla rotta balcanica svoltosi mercoledì a Roma, alla presenza di Salvini, di Fedriga, del prefetto Valenti e dell’assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti, ndr). Al momento tutte le ipotesi sono al vaglio. Credo che si tratterà di risposte graduali ma importanti».
Sempre nella giornata di ieri, il vicepremier ha avuto un colloquio telefonico, definito «cordiale» da fonti vicine al Viminale, con il suo omologo serbo Neboja Stefanovic. Al centro del confronto ci sono stati «i rapporti tra Roma e Belgrado e la loro cooperazione per frenare gli arrivi di immigrati clandestini lungo la rotta balcanica». Salvini ha ringraziato il collega per la collaborazione confermando il sostegno a «una rapida adesione serba all’Unione europea».
Il vicepremier e ministro dell’Interno si è impegnato a effettuare quanto prima una visita ufficiale in Serbia, «per incontrare un governo e un popolo amico». L’argomento è ancora una volta attualissimo. Durante i mesi estivi la balkan route, come noto, si intensifica. Secondo le stime solo in Bosnia Erzegovina in questo momento stazionano circa diecimila migranti, in attesa di varcare il limes dell’Unione europea. —
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