Salvini a Basovizza: "Bimbi morti nelle foibe e ad Auschwitz sono uguali"

Il vice premier nel Giorno del Ricordo a Trieste: "Non esistono martiri di serie A e vittime di serie B". Presenti anche il presidente del Parlamento europeo Tajani, la presidente FdI Meloni, il vicepresidente della Camera Rosato, il presidente della Regione Fedriga, il sindaco Dipiazza

TRIESTE Alla presenza del ministro degli Interni Matteo Salvini e del presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani si è tenuta al sacrario di Basovizza a Trieste la solenne cerimonia della Giornata del Ricordo in memoria dei martiri delle foibe e delle vittime dell’esodo istriani, fiumani e dalmati.

Uno dopo l'altro i diversi rapppresentanti delle istituzioni hanno parlato al pubblico presente. Concordi Tajani e Salvini, sul solco del discorso di ieri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dal Quirinale, di respingere qualsiasi forma di negazionismo. Perché, come ha sottolineato già nella prima mattinata alla Foiba di Monrupino il presidente del Parlamento europeo, «chi nega è complice di quello che è accaduto».

«I bimbi morti nelle foibe e i bimbi di Auschwitz sono uguali. Non esistono martiri di serie A e vittime serie B» ha affermato durante il suo discorso il vicepremier. «Non esiste un però per Auschwitz e un però a Basovizza. Sono criminali gli uni e sono criminali gli altri».

Presenti alla cerimonia il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, il prefetto di Trieste Valerio Valenti, il questore Giuspeppe Petronzi, la presidente di Fdi Giorgia Meloni, il governatore del Fvg Massimiliano Fedriga, Roberto Menia promotore della Legge che istituì Il Giorno del Ricordo, il sottosegretario di Stato Vincenzo Zoccano, il vice presidente della Camera Ettore Rosato, il Presidente della Lega Nazionale Paolo Sardos Albertini.

«Per non tradire ancora gli esuli fiumani, istriani e dalmati è nostro dovere ricordare», ha evidenziato il primo cittadino del capoluogo giuliano. «Ora che la storia ricorda e vede con gli occhi della verità quanto accaduto in queste terre, è con grande disgusto - ha aggiunto - che devo, dobbiamo, subire ancora dei rigurgiti negazionisti da parte di alcune associazioni dell'Anpi e vedere presunti storici negazionisti essere ospitati da realtà vicine all'informazione senza che ci sia un contraddittorio. Vi dico allora che rimuovere il ricordo di un crimine vuol dire commetterlo di nuovo. Il negazionismo può essere considerato lo stadio supremo del genocidio».

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A parlare anche la presidente di FdI Giorgia Meloni. «Non posso nascondere l'emozione di tornare anche quest'anno, il 10 febbraio, a Basovizza - ha detti -. Ho iniziato a fare politica quando di foibe era proibito parlarne, quando nelle assemblee studentesche venivamo aggrediti dagli alfieri dell'antifascismo. Oggi il ricordo delle vittime delle foibe e dell'esodo istriano, giuliano e dalmata, è memoria condivisa da tutti. Abbiamo vinto, l'Italia ha vinto».

Intanto anche sui social anche altri esponenti politici hanno twittato diversi messaggi per ricordare la tragedia delle vittime delle foibe.

A celebrare la messa di suffragio a Basovizza l’arcivescovo di Trieste mons. Giampaolo Crepaldi. Prima della liturgia, hanno fatto il loro ingresso al monumento nazionale i Gonfaloni di Trieste e Muggia, seguiti da quelli della Regione Fvg e dei Comuni di Pordenone e Duino-Aurisina. Schierati ai lati del monumento il picchetto del reggimento «Piemonte Cavalleria 2», le associazioni combattentistiche e d’arma, sodalizi patriottici, una rappresentanza delle X Mas, rappresentanze legate agli esuli.

Oltre quattrocento - secondo gli organizzatori - gli studenti provenienti da diversi istituti d’Italia, accompagnati da dirigenti scolastici e docenti, che hanno aderito al progetto «Le tracce del Ricordo» ideato dal Comune e dalla Lega Nazionale di Trieste. Sono 800 inoltre le penne nere dell’Associazione Nazionale Alpini, di diverse sezioni. Dopo la cerimonia dell’alzabandiera, sono state deposte corone commemorative davanti alla grande monumento in bronzo - che evoca la carrucola con cui vennero estratte le salme dal «pozzo» - per rendere onore ai martiri delle foibe.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, giunto già ieri sera a Trieste, ha così twittato: «Trieste, spettacolo unico. Oggi qui per onorare il sacrificio di migliaia di connazionali torturati, massacrati e gettati nelle FOIBE, spesso ancora vivi, dai comunisti. La colpa? Essere Italiani. Chi nega uccide due volte. Noi non dimentichiamo».

La giornata è iniziata già alle 9.30 questa mattina con la deposizione di corone di alloro al monumento della foiba di Monrupino da parte delle autorità. «I negazionisti sono stati sconfitti dalla Storia, chi nega è complice di quello che è accaduto - ha detto il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani -. Ci sono migliaia di vittime innocenti, uccise perchè italiane. Rendere onore ai caduti è parte della nostra civiltà».

Le migliaia di morti infoibati sono «vittime di guerra e di un odio anti-italiano uccisi dai soldati con la stella rossa sul cappello solo perchè non avevano ammainato la bandiera italiana», ha ricordato il presidente Tajani. «Purtroppo queste vittime per molti anni sono state dimenticate.

La Patria per i quali sono morti non ha fatto il suo dovere. Ora dal 2004 le cose sono cambiate. E questo deve essere un messaggio per il futuro, affinchè non accada mai più quello che ha ferito il Friuli Venezia Giulia, i dalmati, gli istriani. Che questo sia un monito».

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parla ai giornalisti al Quirinale, Roma, 27 maggio 2018. ANSA/FABIO FRUSTACI

«L’Europa oggi - ha concluso - è riuscita a fare prevalere la pace ma questa pace va difesa ricordando quanto è accaduto a persone come Norma Cossetto, ai 97 Finanzieri che non avevano anche loro ammainato il Tricolore, buttati in una Foiba, e a Don Bonifacio, ucciso perchè non aveva ammainato la bandiera italiana e quella della sua fede».

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