Salvataggio Pasta Zara in pista due fondi esteri e una offerta italiana

Interesse della holding della famiglia piemontese Ginatta. Il piano industriale di rilancio in arrivo entro ottobre  

TREVISO. Ci sono tre offerte sul tavolo di Pasta Zara. Due sono state recapitate da altrettanti fondi stranieri, una - l'ultima arrivata in ordine di tempo - è, secondo un'anticipazione del Sole 24 Ore, della Due G Holding, un fondo della famiglia piemontese Ginatta, storicamente impegnata nel comparto dell'automobile e già attiva nello stabilimento Fiat di Termini Imerese, su cui ha investito la holding di famiglia. L'unica offerta italiana arrivata finora non era ancora pervenuta martedì pomeriggio quando, in Regione, si sono incontrati istituzioni, azienda, parti sociali e Veneto Sviluppo. Che infatti hanno discusso circa il rischio rappresentato dall'interesse di alcuni fondi che potrebbero essere speculativi, anziché interessati al vero risanamento dell'azienda. Sullo sfondo resta anche la possibilità di finire in mani cinesi: tutta la quota di controllo del gruppo, di proprietà della holding della famiglia Bragagnolo, è in pegno alla Bank of China, di proprietà statale, la quale avrebbe anche altre garanzie patrimoniali su magazzini e marchio.

In questo momento tuttavia titolari e dipendenti guardano soprattutto a Veneto Sviluppo, la finanziaria regionale impegnata a trattare con Sga per quanto riguarda la posizione debitoria nei confronti delle ex popolari, e pronta a far partire il fondo "anti crisi" da cento milioni di euro dedicato alle aziende in difficoltà. Pasta Zara dovrà presentare entro ottobre un piano industriale per il rilancio.

Come ricordato nei giorni scorsi per la prima volta dall’inizio della crisi le parti interessate si sono sedute tutte attorno a un tavolo. Pasta Zara (con il presidente Furio Bragagnolo), Veneto Sviluppo, assessorato regionale al Lavoro, Cgil e Uil, Rsu dei dipendenti. Bragagnolo ha anticipato alle istituzioni intervenute i contenuti del piano di salvataggio che entro ottobre sarà sottoposto al Tribunale, che si esprimerà sul concordato preventivo. Due i punti salienti: grazie agli ordini che continuano ad arrivare puntuali la produzione aumenterà (obiettivo 400 mila tonnellate, dalle attuali 300 mila), ma è comunque necessaria una riorganizzazione aziendale. A livello manageriale saranno accorpate determinate funzioni, altre saranno soppresse. Niente a che vedere con la “piazza pulita” operata, per citare un altro caso eccellente, da Luciano Benetton nei confronti dei manager del gruppo aspramente criticati. Ma comunque un restyling organizzativo che lascerà qualche traccia. Quello su Pasta Zara è destinato a diventare un tavolo permanente: le parti si rivedranno il prossimo 24 luglio. Veneto Sviluppo ha ribadito la propria vicinanza all’azienda, che presenterà un dettagliato piano di concordato entro ottobre.

Tempi e modalità di tale supporto saranno definiti man mano che prenderà forma e si svilupperà la strategia aziendale di rilancio. L’azienda di Riese Pio X che controlla un’importante stabilimento a Muggia, pur attraversando una situazione di criticità finanziaria, ha mantenuto la totalità dei fornitori ed è impegnata in un processo di rilancio aziendale.

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