Salvata micia buttata nell’Isonzo

È stata gettata dal finestrino da un’auto in corsa come un mozzicone di sigaretta, ma anziché trovare morte certa nel fiume, ha trovato una famiglia che l’ha adottata. Ha dell’incredibile la vicenda della gatta Camilla e, se non fosse per il lieto fine in perfetto stile Disney, sarebbe certamente agghiacciante. A salvarla da un tuffo nelle gelide acque dell’Isonzo è stato il caso. Da un lato, ci ha pensato la rete di protezione sistemata sul parapetto del ponte di Piuma, dall’altro, un ruolo fondamentale è stato giocato dalla scarsa conoscenza delle leggi fisiche di chi si è liberato di lei: per fortuna della micia, la parabola del lancio non è stata sufficientemente alta per farle oltrepassare il manufatto in ferro e cemento. Tutto è successo intorno alle 10 di ieri. Testimone della scena è stata una passante. La donna ha notato una macchina rallentare e, una volta tirato giù il finestrino, ha visto prima un rapido movimento di un braccio, poi qualcosa che volava fuori dall’abitacolo. Incuriosita si è avvicinata e si è accorta che quella palla scura ai piedi di un pilastro, altro non era che un gattino dall’età apparente di un paio di mesi. Incredula è subito corsa nella vicina farmacia di via don Bosco per segnalare il fatto e chiedere aiuto. Il personale è corso fuori e ha trovato sul marciapiede un batuffolo di pelo smarrito e disorientato, ma incolume. Che fare quindi? Uno dei dipendenti della farmacia “Al Ponte” ha deciso di adottarla. Avvisata la moglie Cristina, Stefano Villani l’ha portata a casa dove ad aspettare la nuova arrivata c’erano anche le figlie e Ciccio, il porcellino d’India. «Mia moglie aspettava da una vita che portassi a casa un gatto. Ne aveva sempre avuti prima di sposarci. È stata lei a darle il nome: la scelta è caduta su Camilla perché il 14 luglio è san Camillo». Ciò che in questa vicenda sorprende di più è che, al momento del ritrovamento, la gatta non aveva un aspetto trascurato. Probabilmente, Camilla è rimasta l’ultima gattina di una cucciolata numerosa. Certo è che nulla giustifica un gesto così estremo come il lancio dal ponte su una macchina in corsa.
Stefano Bizzi
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