Saltato con Cosolini l’88% delle nomine di Dipiazza
Un paio d’interventi ancora, il primo l’anno che verrà per un posto in autoporto a Fernetti e il secondo nel 2015 per la bandierina del Municipio in Ezit, e Roberto Cosolini avrà sostanzialmente chiuso il cerchio dello spoils system che la storia della politica cittadina gli ha concesso dall’esito del ballottaggio con Antonione di due anni e mezzo fa.
Con le freschissime nomine per il nuovo Consiglio di amministrazione dell’Itis, che più di tutte le altre già fatte hanno scatenato il prurito di buona parte di chi gli sta all’opposizione, per l’esclusione clamorosa della presidente uscente, cioè la camberiana Raffaella Del Punta, il sindaco di centrosinistra ha piazzato un ulteriore puntello nella scalata al ricambio integrale delle poltrone la cui investitura dipende da lui. Per lo meno quelle più note. E strategiche.
La portata del ricambio
Delle 35 principali nomine in scaletta, in effetti, da quando Cosolini è il capo di Palazzo Cheba ben 31 non sono più quelle decise da Dipiazza. Se proprio vogliamo aggrapparci alla statistica, siamo all’88 e mezzo per cento di poltrone su cui non sono più accomodate le persone scelte dall’ex maggioranza di centrodestra. Si badi bene: non solo il sindaco ci ha messo del suo, ad alimentare il vento del cambiamento è stata pure la crisi, che ha imposto spending review, fusioni societarie e tagli nei vari cda. Dieci per la precisione (pari al 28 e mezzo per cento) sono state le nomine decadute negli ultimi due anni e mezzo. Morale: l’amministrazione Cosolini s’è presa la facoltà e la responsabilità, il diritto e il dovere di operare 21 sostituzioni su 35 (qui la percentuale spacca al 60%) prolungando la fiducia a due soli rappresentanti di epoca precedente, confermati peraltro (si legga a proposito l’articolo a parte, ndr) in due posizioni non proprio identiche a quelle individuate precedentemente dall’amministrazione Dipiazza.
La partita di Acegas
Ma andiamo con ordine. La madre di tutte le partecipate, AcegasAps, oggi non ha più un solo delegato comunale uguale a ieri.
Nell’autunno 2011 - a due anni dalla scadenza naturale - se n’era andato, per questioni giudiziarie da cui sarebbe poi uscito pulito, Manlio Romanelli. Sia dalla Srl holding che dalla Spa. A stretto giro, e sempre da entrambi i cda, l’aveva seguito Renzo Codarin, rinfrancato dalla presidenza temporanea della controllata Estenergy. A quel punto, fuori i due in quota An e Fi, Cosolini aveva potuto inserire prima l’avvocato Deborah Berton e l’imprenditore (non ancora assessore) Edi Kraus nella Srl, e poi l’avvocato Giovanni Borgna e l’ingegner Giorgio Sulligoi (candidato nel 2011 con la civica cosoliniana Trieste cambia) nella Spa. La holding contava su tre rappresentanti del Municipio: il terzo, ovvero il presidentissimo uscente Massimo Paniccia, è decaduto naturalmente a inizio 2013, con gli stessi Kraus e Berton, quando proprio la holding ha esaurito il suo compito di contenitore finanziario, assorbita da Hera.
AcegasAps Spa, allo stesso modo, da cinque membri comunali che aveva (oltre a Paniccia c’erano il leghista Paolo Pilidori e il centrista Franco Ferrarese) ora ne ha due: Borgna, che è pure presidente, e (al posto di Sulligoi) Nico Costa, l’ex segretario del Pci passato prima per la presidenza della controllata Sinergie.
La partita di Esatto
Altra rivoluzione prima del tempo della scadenza naturale - fissata in origine nel 2014 - s’è vissuta in Esatto Spa, dove alcuni mesi fa, dopo un tira e molla psicologico con la giunta comunale, l’ex An Fabio Scoccimarro s’è dimesso dalla presidenza seguendo a ruota gli altri due consiglieri d’amministrazione: il berlusconiano Livio Maraspin e il leghista (allora già malato, sarebbe mancato di lì a poco) Mario Bussani. Qui, per spending review, i membri del Cda sono passati da cinque a tre, e quelli di nomina “sindacale” da tre a due: Cosolini ha optato per la nomina non politica di due dirigenti comunali in carica, Corina Sferco come presidente e Vincenzo Di Maggio come vice. Esatto poi ha inglobato pure le competenze di Amt, che sempre per ragioni di contenimento delle spese è stata messa in liquidazione (si legga l’articolo a parte, ndr).
Dal Rossetti a PromoTrieste
Finite prima della data indicata dagli statuti sono state pure - tra le altre - le esperienze del Rossetti (dove all’ultimo federale di An Gilberto Paris Lippi, dimissionario, è subentrato prima l’ex rettore Francesco Peroni, poi diventato assessore regionale, e quindi l’ex senatore diessino Milos Budin), e del Consorzio PromoTrieste, dove dopo il voto del 2011 l’ex assessore di Dipiazza Paolo Rovis ha mollato la “carega” al compianto Massimo Panzini, poi sostituito dal presidente di Trieste cambia Fabio Samec.
@PierRaub
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