Salta la vendita di palazzo Carciotti a Trieste: la cauzione versata è troppo bassa

L’imprenditore austriaco Gerhard Fleissner deposita solo 155 mila euro invece dei 1.490.000 richiesti
Silvano Trieste 17/07/2015 Palazzo Carciotti
Silvano Trieste 17/07/2015 Palazzo Carciotti

TRIESTE «Scusate, posso fare una domanda?», chiedeva ieri mattina durante la seduta d’asta il segretario generale del Comune Santi Terranova, essendosi rivolto alla fitta delegazione di scorta a Gerhard Fleissner, l’imprenditore austriaco intenzionato ad acquistare palazzo Carciotti.

Era il momento culminante di una breve ma emozionante mattinata di insolita pubblica amministrazione. Infatti Terranova, nello scorrere la documentazione presentata dall’offerente, aveva notato che la cauzione esibita non ammontava ai previsti 1.490.000 euro, un decimo della base d’asta come richiesto dal bando, ma limitava la capienza alla più modesta somma di 155 mila euro.

Al segretario generale del Municipio replicava laconico l’avvocato Pietro Becci del foro goriziano, socio nello studio Diego-Deboni-Ferletic: quei 155 mila euro erano quanto l’offerente intendeva versare a titolo di cauzione per comprare il Carciotti. Terranova, dopo aver ricordato che altra era la cifra contemplata, prendeva atto dell’inammissibilità dell’offerta in carenza di una condizione imprescindibile. Becci domandava che fosse verbalizzata la richiesta di Fleissner affinché la proposta fosse ritenuta ammissibile. Terranova annuiva poi, in considerazione delle premesse, manco apriva la busta dell’offerta economica e scioglieva l’adunata. Il Carciotti non veniva aggiudicato, in quanto il bando non era stato rispettato.

E così nella sala 11 dell’ammezzato la vendita del glorioso palazzo neoclassico griffato da Matteo Pertsch, che pareva cosa fatta, evaporava nel giro di pochi minuti tra le 10.30 e le 11. A inizio partita il Comune schierava, oltre a Terranova, i dirigenti Enrico Conte, Luigi Leonardi, Riccardo Vatta. Presenti gli assessori Lorenzo Giorgi, titolare della delega all’immobiliare, e Angela Brandi, desiderosa di capire se l’incasso di 15 milioni avrebbe premiato il sogno del campus scolastico nell’ex caserma di via Rossetti.

L’aspirante acquirente del Carciotti aveva finalmente un volto, quello del massiccio ingegner Fleissner, a capo di un gruppo immobiliare con sede a Graz. Un curriculum a base di 150 edifici realizzati a Vienna, nel Tirolo, in Carinzia e in Stiria. Diversi alberghi in costruzione o in progetto a Graz, a Vienna, a Salisburgo. Nel sito nessun riferimento a iniziative in Italia: per seguire lo sbarco sulle Rive, è stata costituita un’apposita società, la Tpc Development srl, che ha sede a Udine. Dopo il colpo di scena legato all’insufficiente cauzione, la delegazione-Fleissner mollava gli ormeggi dispensando un generalizzato “no comment”, sia da parte del diretto interessato che degli avvocati Becci e Mario Diego. Solo una vaga conferma sul merito progettuale anticipato, cioè un albergo e un investimento da 100 milioni.

Silenzio anche da parte municipale. Il Comune aveva concesso ben due proroghe all’interlocutore stiriano, perché l’asta avrebbe dovuto tenersi prima il 31 maggio, poi il 25 luglio. Le buone credenziali di Fleissner avevano convinto la dirigenza a concedere tempo per la preparazione dell’offerta, se non altro perché non sembrava esserci il pigia-pigia dei compratori. In precedenza due aste erano andate deserte e la quotazione del Carciotti si era abbassata da 22,7 a 14,9 milioni. Questa volta non è andata deserta.

Il vertice della struttura si è preso qualche giorno di riflessione sulla mossa dell’unico pretendente: nuova asta, trattativa privata ... Si vedrà. —


 

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