Salta il numero legale in aula e sfuma il Consiglio comunale a Gorizia

La maggioranza non riesce a garantire 21 presenze, l’opposizione esce. Ziberna: «Atteggiamento infantile». Tucci e Rossi: «Sono loro i responsabili»

Francesco Fain
Il Consiglio comunale, lunedì, è durato soltanto pochi minuti perché è saltato il numero legale
Il Consiglio comunale, lunedì, è durato soltanto pochi minuti perché è saltato il numero legale

Il colpo di scena si materializza alle 16.33. In una sala consiliare riempita a metà (oltre ad alcuni consiglieri di maggioranza assenti, non è entrata in aula l’opposizione), la presidente del Consiglio comunale Silvia Paoletti inizia l’appello. Si capisce, subito, che qualcosa non va. Si respira un certo nervosismo e gli scranni riservati alla minoranza sono desolatamente vuoti, tranne quello di Franco Zotti (Zotti contro tutti) che si aggira fra i banchi. C’è ma è come... non ci fosse.

Il risultato della verifica? Diciannove presenti. Pochi, troppo pochi per garantire il numero legale (servivano 21 consiglieri comunali). L’annuncio successivo è una conseguenza: il Consiglio comunale «non si può svolgere». Tutti a casa. Compreso il pubblico che aveva sfidato il gelo pur di essere presente all’assemblea civica.

Non è la prima volta che la maggioranza non riesce a garantire il numero minimo di presenze: in diverse occasioni, l’opposizione era rimasta in aula, dando la possibilità all’aula di lavorare. Questa volta ha fatto una scelta diversa. «Che ora, però, non ci incolpino - sottolinea l’esponente di Gorizia è tua, Rosy Tucci -. Nell’assemblea dei capigruppo, è stata la maggioranza ad insistere sull’inizio del Consiglio alle 16. Avevamo fatto presente che sono loro ad avere più problemi di orario rispetto a noi. Li avevamo pure avvisati che non avremmo garantito, anche questa volta, il numero legale. Dovrebbero convocare una capigruppo per vedere come procedere. Invece, si sono riuniti in... riunione di maggioranza».

Fa eco Marco Rossi del Partito democratico: «Se l’opposizione fosse rimasta in aula anche in questa occasione, sarebbe stata la quinta o sesta volta che il Consiglio iniziava grazie al nostro senso di responsabilità. Questa maggioranza non può reggersi sulla buona volontà altrui. Loro continuano a imporre scelte su dati e orari dei Consigli che, poi, non riescono a rispettare. Il centrodestra farebbe bene a dialogare di più con l’opposizione».

Di tutt’altro tenore la reazione del sindaco Rodolfo Ziberna. «Cosa succede adesso? Si sposta la seduta alla prossima settimana. Nessuno in Consiglio, e nemmeno in città, si meraviglia più dell’immaturità della minoranza. C’erano, forse, dubbi che per loro si tratta di un gioco? Il problema è che giocano sulla pelle dei cittadini. Le assenze da parte della maggioranza erano tutte giustificate anche da sopravvenute ragioni di salute. La prossima seduta potrà aprirsi con 14 consiglieri anziché 21». Il primo cittadino rincara la dose: «Questo è infantilismo politico: qualcuno deve, però, fare l’adulto e pensare agli interessi della città. Questa loro irresponsabilità credo sia anche una delle ragioni della loro sconfitta politica».

E dire che le delibere in programma non erano insignificanti. Tutt’altro. Oltre alla partita delle società partecipate e dell’aeroporto Duca d’Aosta, l’ordine del giorno prevedeva altri cinque punti in discussione. Il Consiglio si sarebbe dovuto aprire con le comunicazioni del sindaco per, poi, passare alla lunga serie di interrogazioni e interpellanze. Due le delibere di natura fiscale: la prima doveva portare alla conferma delle aliquote dell’addizionale comunale Irpef. La seconda, invece, serviva a determinare le aliquote e le detrazioni dell’Ilia (Imposta locale immobiliare autonoma). Anche in questo caso, come anticipato dal Piccolo, l’intenzione è di confermare la situazione dell’anno in corso. Nessun aumento, quindi.

Doveva chiudere la seduta una variazione di bilancio che poggia sugli 850 mila euro per l’asfaltatura del tratto dell’autostrada A34 Villesse-Gorizia, di proprietà del Comune e in gestione alla Sdag (la società che gestisce l’autoporto di Gorizia). Soldi stanziati dalla Regione. Ma sarà per... la prossima volta. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo