Salta il banco sulla maxi-proroga Isee

Niet della giunta Serracchiani alla richiesta di far slittare le scadenze in autunno. Sindacati in rivolta: «La situazione è drammatica». La replica: uno spostamento dei termini avrebbe messo a rischio i fondi statali
Continua il caos Isee
Continua il caos Isee

Debora Serracchiani dice che la giunta, sull’Isee, «ha fatto il possibile». I sindacati non si accontentano per nulla. Posizioni inconciliabili in particolare sulla questione proroghe. La Regione non ne intende aggiungere altre dopo quella, proprio ieri, sull’abbattimento delle locazioni (scadenza spostata a fine luglio). Le categorie insistono invece per andare all’autunno inoltrato. E, di fronte al niet della presidente e degli assessori Telesca e Panariti, allargano le braccia: «Saremo costretti a mandar via gli utenti».

La fumata è nerissima dopo l’incontri di ieri, presenti anche Anci, Upi e Inps. «Assolutamente insoddisfacente», la sintesi di Cgil, Cisl e Uil. Il tema è quello, irrisolto, delle pratiche Isee agli sportelli Caf. «Purtroppo - sintetizza Emanuele Iodice della Cgil- la giunta rispetta il proverbio: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire». La fotografia dell’emergenza non cambia. Con tempi quasi raddoppiati (da 30 a 50 minuti per ciascuna pratica) dopo la riforma governativa dell’Isee e con le ulteriori richieste per l’esenzione dal superticket sanitario (misura che dal primo maggio beneficerà i cittadini sotto la soglia dei 15mila euro), la platea degli interessati, secondo il sindacato, salirà a 125mila (contro i 100mila del 2014). Non meno di 45mila, ribadiscono Cigl, Cisl e Uil, rimarranno «scoperti». Di qui la richiesta reiterata ieri di una proroga generalizzata di tutte le scadenze a fine ottobre e di un impegno di Regione e Comuni a rafforzare la presenza di uffici in grado di assistere gratuitamente i cittadini nella compilazione dell’Isee.

Caos Isee, i Caf invocano la maxiproroga
Secondo le elaborazioni dei Caf i tempi di compilazione di un modello Isee arrivano anche a 50 minuti

La risposta, sul primo versante, è un secco no. Anche perché, sottolinea Serracchiani, in alcuni casi si rischierebbe di perdere i fondi statali. Qualcosa si potrà forse fare sulle Ater. In particolare a Pordenone, dove si è fissata la scadenza del 31 luglio, Mariagrazia Santoro chiederà uno spostamento a fine anno, anche se la vera partita dell’Isee nell’edilizia popolare inizia in realtà nel 2016. Anche Telesca parla di «ragionamenti possibili laddove le proroghe non comportino disagi ai cittadini». E Panariti ricorda che su trasporti, libri e scuole paritarie «oltre il 70% delle domande è già stato presentato». Ma oltre non si può. «Andremmo contro l’interesse della comunità», ripete Telesca. Raccolti i dati dell’Inps (37mila dichiarazioni sostitutive pervenute nel 2015, 33mila giunte all’attestazione, solo 670 rettifiche), Serracchiani rileva inoltre che «su molte questioni ci sono stati meno problemi di quanto si pensasse». E incalza per «un lavoro coordinato tra tutti gli enti e gli uffici coinvolti». Un invito specifico è già stato indirizzato all’Abi: le banche forniscano in fretta i dati necessari a compilare l’Isee. Mentre l’Anci, a sua volta, chiarisce che «in molti casi è impossibile fare ulteriori proroghe e in altri è rischioso, poiché aumenta la probabilità di scoprire a posteriori che si sono erogati benefici a non aventi diritto».

Frenate che portano il sindacato allo scontro. «Il problema continua a essere sottovalutato - attacca Iodice -. La giunta ha concesso briciole rispetto a una situazione drammatica. Non possiamo passare per i responsabili dei disservizi, o peggio per quelli che fanno perdere un beneficio. Non ci resterà altro da fare che indirizzare le persone in coda verso le istituzioni che hanno il compito di occuparsi dei loro problemi». Dura anche la Cisl. Il segretario Giovanni Fania parla di 2mila pratiche Isee procrastinate dal Caf del sindacato nel primo trimestre e di un’agenda piena fino a giugno: «Siamo profondamente delusi dal muro alzato dalla giunta». «Le poche proroghe non sono sufficienti a garantire una risposta in linea con la domanda - conclude Claudio Cinti della Uil -. In mancanza di una disponibilità delle amministrazioni nel garantire la compilazione degli Isee, autonomamente o attraverso convenzioni, un numero cospicuo di famiglie non vedrà soddisfatto il proprio diritto alle prestazioni previste, con un grave ridimensionamento dei livelli reali di welfare sul territorio».

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