Salih e Zumreta hanno detto sì Poi il bacio, con la mascherina

Luca Perrino/RONCHI
Sposarsi ai tempi del coronavirus. O meglio, pronunciare il fatidico sì a pochi giorni di distanza dall’avvio della cosiddetta Fase 2 che ha portato un po’ di normalità. Ieri mattina, a Ronchi dei Legionari, nella sala del consiglio comunale, il sindaco Livio Vecchiet, assistito dal funzionario dello stato civile, Monica Moimas, ha unito in matrimonio Zumreta Saric e Salih Vejzovic. La sposa, 53 anni, cittadina bosniaca, e lo sposo, 58 anni, anch’egli di origine bosniaca ma residente a Ronchi dei Legionari ormai da 19 anni, si sono presentati alle 10 in punto, accompagnati dai loro testimoni, Mario Rojnic e Dervis Turkovic, per dar vita ad una cerimonia che, proprio per il periodo un cui essa si è svolta, è stata commovente e toccante.
Il vestito per l’occasione non mancava, ma a farla da padrone sono stati mascherine e guanti. Persino il bacio a conclusione del rito è stato “protetto” dalla nostra ormai compagna di viaggio. Quella mascherina che abbandoneremo chissà quando. Una cerimonia durata poco più di 15 minuti, senza il rituale brindisi finale, nel corso della quale il primo cittadino, anche un po’ emozionato, ha dato lettura degli articoli del Codice civile che regolano i diritti e i doveri dei coniugi, ha chiesto ai promessi sposi la loro volontà di unirsi in matrimonio, ai testimoni di aver sentito e, quindi, in nome della legge, li ha dichiarati marito e moglie.
Salih e Zumreta, da ieri una nuova famiglia ronchese, si sono conosciuti poco più di un anno fa. «Avevamo deciso di sposarci a marzo – raccontano – poi, però, abbiamo dovuto rinviare a causa dello scoppio dell’emergenza sanitaria. Siamo felici lo stesso, anche se la nostra festa avverrà tra le pareti domestiche, senza troppo clamore. Il periodo non è certo dei migliori, ma ugualmente è una bellissima giornata che non dimenticheremo».
Altri 3 sono i matrimoni che si celebreranno nel mesi di maggio, sempre con rito civile, a Ronchi dei Legionari. «Anche questo è un piccolo segno di ripresa – sono state le parole del sindaco Vecchiet – un segno di normalità che ci permette di guardare con fiducia al domani. È tempo, ormai, di ripartire, di vivere la vita e di convivere con questa pandemia usando tutte le precauzioni possibili. Ma non ci è permesso bloccarci. Non possiamo più permetterci si restare fermi e di chiuderci, perché di questo passo rischiamo davvero di creare condizioni tali da spingere nel baratro i lavoratori e le famiglie. Auguro a questa coppia il più bel futuro che possa avere, nella speranza che il loro domani sia migliore».–
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