Salgono a sette le “oasi” inquinate. Maglia nera al Giardino pubblico

Valori superiori ai limiti di legge riscontrati anche nelle scuole di via Svevo e di via Marco Praga. Tra i promossi l’aiuola della Grande viabilità di Servola, via Norma Cossetto e piazzale Atleti Azzurri
Una mamma con bimbo e cane al seguito nel Giardino Pubblico di via Giulia
Una mamma con bimbo e cane al seguito nel Giardino Pubblico di via Giulia

TRIESTE Dopo piazzale Rosmini e pineta “Miniussi” di Servola scatta l’ordinanza di divieto di accesso per inquinamento ad altre cinque aree verdi di Trieste. Nell’elenco del sindaco Roberto Cosolini, ieri in conferenza stampa con Arpa, Regione e Azienda sanitaria, finiscono il Giardino pubblico “de Tommasini” di via Giulia, il polmone verde della città, ma anche due scuole che si trovano a Servola e dintorni: la don Chalvien di via Svevo e la Biagio Marin di via Praga. Off limits, sempre nello stesso rione, pure i cortili della chiesa San Lorenzo e dell’Associazione amici del presepio in via dei Giardini. In tutte le aree sono state rilevate contaminazioni al di sopra dei limiti di legge di benzopirene, ad esempio, ma anche di benzoantracene e benzofluorantene. Sostanze cancerogene che sulla carta presentano un rischio forse più «potenziale» che effettivo, come ha rilevato il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Nicola Delli Quadri, ma che comunque impongono provvedimenti.

 

La mappa dei giardini esaminati: in rosa quelli con valori oltre il limite, in blu quelli non inquinati
La mappa dei giardini esaminati: in rosa quelli con valori oltre il limite, in blu quelli non inquinati

 

A conti fatti, ora sono sette su dodici i siti giudicati tossici dall’indagine ambientale dei tre enti. Gli accertamenti dell’Arpa, sollecitati in passato dalla popolazione per sondare in primo luogo l’impatto della Ferriera sulla città, hanno scoperchiato un “inquinamento diffuso” nel capoluogo che probabilmente ha diverse origini: traffico urbano, emissioni da impianti di riscaldamento, attività industriali e attività marittimo-navali.

I giardini inquinati saranno accessibili come sempre, analogamente a quanto avviene in piazzale Rosmini da qualche settimana, ma su aiuole e prati è preferibile non andare e non portarci bambini e animali. Il più tossico di tutti appare proprio il grande parco di via Giulia, in pieno centro, e quindi più esposto all’inquinamento. Il benzopirene qui è presente con una media di 2,8 milligrammi per kg di sostanza secca, quando le normative indicano una soglia di 0,1. Piazzale Rosmini, già off limits, è a 0,84 mg/kg, Miniussi a 0,58, l’istituto di via Svevo a 1,3. La Marin di via Praga ha registrato invece una media di 1,1 la parrocchia di San Lorenzo si è fermata a 0,5, mentre in via dei Giardini è a 0,48. In queste aree, comprese le due scuole, sarà vietato metter piede nelle aiuole Dove è possibile entrare a contatto con il terreno e dunque con le sostanze.

 

Inquinamento record Giardini “off limits”
Uno dei cartelli apparsi nelle aree verdi

 

I siti che risultano invece “sani”, con valori al di sotto del tetto stabilito dalle norme, sono il Sincrotrone di Basovizza, la via Norma Cossetto, l’aiuola della Grande Viabilità di Servola, il giardino Frà Antollovich di via Carpineto e piazzale Atleti Azzurri di Valmaura. Cosolini, che ha voluto arrivare fino in fondo a questo studio ambientale, chiarisce: «Ho richiesto io tempo fa le analisi sui suoli, per avere un quadro dell’inquinamento dei terreni a Servola vista l’ultradecennale esposizione all’attività della Ferriera ma anche per avere parametri di riferimento su due aree verdi del centro città che con la Ferriera non hanno nulla a che vedere: il Giardino Pubblico e Piazzale Rosmini. Rivendico il merito di aver voluto questa indagine. Se per i terreni dei giardini pubblici di Trieste parliamo oggi di inquinamento dipende dal fatto che nessuno se ne è occupato prima». Il sindaco non ritiene di trovarsi dinnanzi ad alcun pericolo incombente ma quanto trovato «ci impone, a scopo cautelativo, alcune restrizioni in attesa dei prossimi rilevamenti più approfonditi». L’assessore Umberto Laureni, che aspetta ancora gli accertamenti per capire da dove deriva l’inquinamento di piazzale Rosmini, conferma: «Nessun allarmismo».

L’indagine prosegue e presto potrebbe interessare altre zone della città. Per i siti inquinati, oltre all’ordinanza precauzionale e «a più attente strategie di lotta all’inquinamento urbano», il Comune domanderà finanziamenti alla Regione per partire con un piano di rimozione e sostituzione della terra inquinata.

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