Sale la protesta contro il “muro” sloveno in Istria

Il filo spinato al confine con la Croazia bocciato anche dal sindaco di Pirano Bossman «Un danno al nostro turismo». Il governo: «Opera per difendere i cittadini»
Due donne davanti al filo spinato
Due donne davanti al filo spinato

LUBIANA. La Slovenia boccia la Slovenia. I soldati al lavoro lungo il confine della Dragonia in Istria alla popolazione del luogo proprio non vanno giù. «Già da ieri (venerdì ndr.) stiamo osservando quello che succede. Nessuno ci ha avvisati. Non posso credere ai miei occhi. Il filo spinato in Istria è l’assurdo degli assurdi. Ma quali migranti, sono sicuro che non verrà nessuno, è solo denaro buttato via», così a Rtv Slovenija dichiara Dušan Pucar abitante dell’area interessata dal “muro” sloveno.

Ancora più critico è il presidente della Comunità locale, Denis Fakin il quale giudica la posa del filo spinato in Istria come una pazzia vera e propria. «Qui non arriveranno mai i migranti - sostiene - l’area è assolutamente inattraversabile, i profughi dovrebbero tagliare il bosco prima di arrivare alla dolina per tentare l’attraversamento del confine». «Più facile il transito sarebbe nell’area di Sicciole - precisa - ma spero che non mettano giù il filo spinato anche là perché si rischierebbe un ulteriore incidente internazionale (con la Croazia ndr.)». Fakin ritiene che il filo spinato creerà numerosi problemi agli agricoltori del posto e alla selvaggina che vi finirà intrappolata. «Quando c’erano el alluvioni e l’intera vallata è finita sott’acqua - sostiene - non abbiamo visto nessun militare arrivare per darci una mano». Poi l’affondo più significativo. «Noi istriani - dice Fakin - da molto tempo viviamo senza confini e questa è sempre stata la peculiarità di quest’area, per questo la posa del filo spinato è per noi anche un dolore morale. Ci dicono sempre che siamo per il libero transito delle genti, per la cooperazione economica, per rapporti amichevoli, principi di cui la Dragonia è il simbolo e poi ci circondano con un filo spinato, è una follia».

Ma non si lamentano solo i cittadini. Il sindaco di Pirano, Peter Bossman parla chiaro: «La posa del filo spinato in Istria è assolutamente indesiderata e creerà un grande disappunto tra la gente che lungo il confine vivono insieme. Ma al Comune di Pirano determinerà anche un danno economico visto che viviamo principalmente di ospitalità. L’Istria è famosa per la sua unità, apertura e tolleranza per questo a lei i fili spinati proprio non appartengono. Il filo spinato non ci proteggerà e non cancellerà i sogni dei migranti per una vita migliore e più sicura».

Di tutt’altro parere il governo della Slovenia che afferma le proprie ragioni attraverso l’Ufficio dell’esecutivo per la comunicazione. «Si tratta di provvedimenti tecnici - si legge nella nota ufficiale - per il controllo dei flussi migratori, nonè un’operazione di demarcazione dei confini. La decisione non è assolutamente collegata con le questioni ancora aperte (con la Croazia ndr.) sul confine». «Si tratta di un provvedimento urgente e temporaneo - prosegue il documento - che non pregiudica la questione dei confini che è oggetto di un arbitrato internazionale. Di questo fatto la Slovenia ha già informato il Tribunale internazionale che si occupa della questione».

«Una decisione urgente e temporanea - si ribadisce - per la difesa del Paese, dei cittadini e dei loro beni, ma anche per la sicurezza dei migranti per evitare il peggioramento dell’emergenza umanitaria». E c’è già chi a Sicciole imbraccia il cannocchiale per vedere le orde di migranti che stanno per invadere la Slovenia dalla soglia di Umago.

A Jelšane, Starod e Rupa, tutte località di valico con la Croazia sono però meno arrabbiati e, dicono, che sarebbero pronti alla protesta solamente se eventuali profughi venissero ospitati in strutture dismesse nelle nostre località.

Anche la natura del terreno, non solo gli abitanti, sembrano opporsi alla posa del filo spinato. Il tenente colonnello della 72esima brigata genieri di Maribor, Janez Bobnar ha ammesso che in quest’area appena iniziano a forare il terreno per la posa dei pali di sostegno della recinzione incontrano un duro strato di roccia che rende il lavoro estremamente difficile.

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