Sala matrimoni: a Trieste si paga, a Udine è gratis
Tolta la benzina, per chi viene da fuori, conviene sposarsi a Pordenone. La Sala Rossa del Comune, in Corso Vittorio Emanuele, costa solo 74 euro purché in orario di lavoro (altrimenti si sale a 137 più bollo). E se si è residenti non si paga nulla nei giorni feriali, come peraltro accade in Sala Bianca a Gorizia e a Udine in via Beato Odorico. Solo Trieste fa eccezione: si paga sempre e comunque.
In tempi di vacche magre, ora che si taglia un po’ su tutto, è un dettaglio di cui tener conto. Tanto più nel giorno del fatidico “sì”, quando, si sa, le spese tracimano. Curiosando qua e là nei “listini prezzi” applicati nei quattro comuni capoluogo per i matrimoni civili, si scopre che ogni sindaco fa da sé. La forbice è davvero larga: si passa dalle nozze low cost di Pordenone ai 1.000 euro richiesti in un paio di casi a Udine. Tutto si gioca, naturalmente, sul prestigio del luogo. O sul “quando”, cioè se durante la settimana o nei festivi.
Andando con ordine, a Trieste non ci sono dubbi: i residenti che optano per la saletta di piazza Unità, pur sempre una delle vetrine più affascinanti d’Italia, sono quelli che risparmiano di più. La tariffa più bassa è il sabato mattina: 104 euro che quasi raddoppiano (205 euro) per il pomeriggio. Giorno che scegli cifra che trovi: il giovedì pomeriggio, fuori orario di sevizio, si pagano sempre 205 euro; più bassa la somma per le celebrazioni in orario di lavoro, che non superano i 148. Pagano di più i non residenti: 205 il sabato mattina e 299 il pomeriggio. Ma, nel capoluogo, è Villa Revoltella la più costosa. Qui si raggiungono i 343 euro il sabato mattina e ben 527 il pomeriggio. Cento euro in più, grossomodo, per chi non è triestino. Più contenuto il prezzo per la Villa Sartorio, che non va oltre i 299.
Gorizia fa storia a sé. La celebrazione, viene sottolineato nel portale online dell’ente, è un “servizio istituzionale” a pieno titolo. Ed è per questo che, se ci si accontenta di sposarsi durante i giorni feriali nella Sala Bianca del Comune, non si spende nulla. Se invece si preferisce un altro orario, la somma è di 178 euro. Il sabato pomeriggio, anche in questo caso, si arriva a 295. Tuttavia, se la celebrazione viene richiesta nel parco all’interno della Casa Comunale, è previsto il pagamento di 52 euro da versare all’Ufficio Cassa Economale almeno 3 giorni prima della data fissata, avverte il sito. Chi invece preferisce la Sala del Conte del Castello, compatibilmente con l’orario di apertura del maniero, e sempre in orario di servizio (sebbene solo da aprile a settembre compreso), il listino è questo: 370,90 euro, per la durata massima di due ore, 74,20 per ogni ora di utilizzo ulteriore, 200 euro di cauzione a copertura di eventuali danni “vista la particolarità dei luoghi e la necessità di garantire il decoro e la conservazione”, si precisa. Per eventuali rinfreschi è possibile concedere l’utilizzo della Sala delle Carceri e del Cortile dei Lanzi, purché la festicciola sia preparata da una ditta di catering “che garantisca la professionalità degli addetti, il decoro degli allestimenti ed il ripristino integrale dei luoghi, ivi compresa la pulizia completa”. Non si sgarra, insomma. Tuttavia una delibera della giunta, datata maggio 2013, taglia la testa al toro: i prezzi elencati valevano per i residenti, perché per chi viene da fuori è sufficiente pagare 155 euro.
Anche a Udine è possibile sposarsi senza sborsare un centesimo: nella sala matrimoni di via Beato Odorico, gratuita per residenti e non dal lunedì al sabato mattina, compresi i lunedì e i giovedì pomeriggio. Prezzo accessibile al Salone del popolo di Palazzo d’Aronco, in via Lionello: 60 euro tondi, che schizzano però a 750 il venerdì e il sabato pomeriggio. Stessa cifra applicata per la Loggia del Lionello in piazza Libertà. Somma che però lievita fino ai 1.000 euro, in entrambi i casi, per i non residenti intenzionati a sposarsi il venerdì o il sabato pomeriggio. Tariffa richiesta pure al Salone del Parlamento in piazzale del Castello.
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