Sacro Cuore, restyling a sagrato e facciata

Finanziamento della Regione di 50 mila euro. Don Ambrosi: «A giugno ricorre l’80° anniversario della consacrazione»
Bumbaca Gorizia 04_05_2018 Sagrato S. Cuore © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 04_05_2018 Sagrato S. Cuore © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Il primo progetto della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù venne ideato per sopperire alle nuove esigenze di un centro cittadino ampliato soprattutto dall’apertura della stazione meridionale. Da qui la necessità, da parte della Diocesi, di realizzare un nuovo tempio, richiesto, il 9 ottobre 1891, anche con una petizione firmata da duemila cittadini al Consiglio comunale di Gorizia. Dopo mille vicissitudini, l’edificio fu realizzato dall’impresa “Medeot” di Mossa sotto la direzione del ingegner Del Neri. La consacrazione ufficiale spettò a monsignor Margotti: era il 15 giugno 1938.

Oggi, a 80 anni esatti da quell’avvenimento, la Chiesa viene sottoposta a una sorta di parziale restyling grazie ai finanziamenti della Regione. Si tratta di 50 mila euro complessivi che serviranno a rimettere in sesto il sagrato e la scalinata e a ripulire le colonne e tutta la facciata in pietra. Il cantiere è stato aperto nei giorni scorsi con la comparsa delle classiche reti arancione e la posa in opera delle impalcature. A entrare nel dettaglio dell’intevento è don Sergio Ambrosi, parroco della chiesa del Sacro Cuore. Che “svela” anche un particolare. «In questa prima fase dell’intervento - spiega il sacerdote - procederemo con la pulizia delle colonne e di tutta la facciata in pietra. Quest’operazione dovrà essere completata entro giugno perché, quest’anno, ricorrono gli 80 anni dalla consacrazione della chiesa del Sacro Cuore».

Poi, scatterà la seconda tranche dei lavori. E qui nasce l’inghippo. «Noi - aggiunge don Sergio Ambrosi - avremmo voluto procedere con la sostituzione del pavimento di marmo nel porticato ma la Soprintendenza ai Beni artistici e architettonici ha stabilito che la pietra da utilizzare dovrà essere sempre quella. Pertanto, si procederà alla rimozione dei piastrelloni e dovrà essere fatta una verifica della loro consistenza».

A quel punto, se non ci saranno elementi ostativi, si procederà all’intervento utilizzando la stessa pavimentazione. «Peraltro - conclude - verranno fatte anche delle verifiche riguardanti la scalinata che è oggetto di cedimenti dalla parte del campetto di calcio».

Infine, alcuni cenni storici tratti dal web. Il primo progetto per la chiesa fu depositato fu firmato dall’architetto goriziano Emilio Pelican e studiato e disegnato negli anni 1891-92 dal triestino Enrico Nordio. Nell’idea originale si prevedeva una costruzione grandiosa, con pianta a croce latina, con tre navate longitudinali. La struttura doveva essere in stile ecclettico con elementi romantici e gotici. Ma le cose non andarono come previsto. La raccolta di fondi non ebbe infatti i frutti sperati. La prima guerra mondiale, unita ad una cronica mancanza di fondi, fece il resto e portò ad un’ulteriore interruzione dei lavori, che furono ripresi dopo molti anni. Finita la guerra fu costituito il “Comitato pro erigenda chiesa del sacro Cuore”. In attesa di recuperare i fondi necessari, nel 1922 venne restaurata la cripta, che fu riaperta al pubblico con l’assegnazione della stessa ai gesuiti, che avevano nel palazzo attiguo il noviziato e lo scolasticato. Nello stesso periodo nacque l'esigenza di consacrare il tempio ai giovani caduti del precedente conflitto mondiale. A tal fine venne stanziato un cospicuo contributo governativo e furono affidati, all’architetto Max Fabiani, tre progetti, datati 1928, 1930 e 1931.

Ma anche qui sorsero vari problemi, vista l’inconguenza tra le nuove finalità commemorative e la posa della prima pietra sotto gli auspici dell’imperatore austriaco Francesco Giuseppe primo. Quindi, dal 1922 al 1934, un nuovo comitato cercò di portare avanti il progetto della chiesa per il Sacro Cuore di Gesù, sempre ostacolati dalla scarsità dei mezzi.

La situazione cambiò nel 1934, per l’interessamento ad un quarto progetto di Fabiani da parte di monsignor Margotti.

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