Saccheggiano e abbandonano tre barche
MUGGIA. Rubano tre imbarcazioni nel cuore della notte e fanno razzia di motori e strumenti di navigazione. Ladri in azione sul rio Ospo la scorsa notte a Muggia. A essere presa di mira la società dilettantistica per la Nautica e la Pesca sportiva Rio Ospo di Muggia, “visitata” da ignoti, per l’ennesima volta in pochi mesi. Esasperato il presidente del sodalizio Claudio Castellucci: «Abbiamo un progetto di videosorveglianza pronto da mesi, ma la Paesaggistica e l’Arpa ci hanno bloccato». L’ammontare totale del danno è ancora da quantificare, ma sicuramente la rabbia è tanta.
A raccontare l’accaduto è lo stesso Castellucci: «Il malviventi sono riusciti ad accendere, senza chiave, tre imbarcazioni, portandole fuori dai nostri spazi acquei. Le barche sono state ritrovate la mattina dopo: due abbandonate e spiaggiate nel canale navigabile e la terza lasciata in mezzo al golfo». I ladri si sono appropriati di strumenti di navigazione e due motori. Il motore della terza barca è stato lasciato invece sulla riva coperto da un telo. «Forse volevano tornare successivamente, o forse sono stati disturbati e sono scappati» ipotizza Castellucci.
Ad accorgersi del furto è stato uno dei soci del sodalizio. «Mio marito, finito il turno notturno di lavoro, si è recato in società, e lì si è accorto che la barca non c’era più» racconta Liliana Jurcan. Una volta allertati i Carabinieri di Muggia è stato appurato che il furto aveva interessato complessivamente tre soci. «Le barche - aggiunge Jurcan - sono state trovate poco dopo nel canale navigabile sventrate e danneggiate. E pensare che circa sei mesi fa avevamo subito un furto simile. In quel caso ci avevano portato via la strumentazione. Oggi siamo di nuovo nella stessa situazione, con un danno di almeno 3mila euro».
L’area di rio Ospo è da diverso tempo meta di ladri. «L’ultimo furto risaliva a circa sei mesi fa - racconta il presidente Castellucci - quando venne sgominata una banda di rumeni. Complessivamente però, negli ultimi tre anni, sono stati messi a segno una decina di colpi, con tre o quattro motori rubati al colpo. Motivo per cui abbiamo preparato un progetto di videosorveglianza». Le telecamere di sicurezza, appunto. Ma in questo caso, oltre al danno, rischia di aggiungersi la beffa: la società dilettantistica per la Nautica e la Pesca sportiva Rio Ospo di Muggia chiede da tempo un sistema di videosorveglianza da adibire a tutta la zona. Circa una cinquantina di telecamere da collocare a proprie spese lungo il perimetro in modo tale da controllare e registrare ogni azione, soprattutto nelle ore notturne, le più congeniali per i ladri.
«Abbiamo 406 imbarcazioni e, dopo l’ennesimo furto, ci siamo ripromessi di autotutelarci, ma ci siamo purtroppo imbattuti nella folle burocrazia italiana - spiega arrabbiato Castellucci - che di fatto ci ha messo i bastoni tra le ruote». Sotto accusa l’Arpa, che ha evidenziato come l’area faccia parte del Sito inquinato nazionale, e la commissione Paesaggistica. «Il nostro progetto prevede dei pali di 6-8 centimetri di diametro, alti circa 5 metri, per monitorare la zona. La Paesaggistica ci ha detto che i pali non possono essere alti più di 3 metri, peccato che a quell’altezza chiunque con un bastone può intervenire sulla telecamera rompendola. E poi ci parlano di tutela dell’ambiente quando un pastificio ha appena eretto una megacostruzione proprio a pochi passi dal Rio Ospo» aggiunge Castellucci.
Infuriato anche l’assessore alla Polizia locale di Muggia Stefano Decolle: «Questo è il classico caso in cui la buona volontà del privato pronto ad investire, legittimamente, per la propria sicurezza, viene ostacolato da una burocrazia italiana assurda e inconcepibile. Sarà mia cura verificare e cercare di risolvere la questione».
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