Sabbioncello, i 148 piloni danno forma al nuovo ponte

Tutti piantati i pilastri, partita nel cantiere affidato ai cinesi di Crbc la costruzione della struttura sopra il livello del mare. In quasi 400 al lavoro, tabella di marcia ok

ZAGABRIA. Dopo un anno di lavori, quello che sarà il ponte di Sabbioncello emerge tra le onde del mare Adriatico. Il cantiere oggi più importante della Croazia, quello destinato a riunire il territorio nazionale croato ricollegando la regione di Ragusa (Dubrovnik) al resto del paese, segna in questi giorni il passaggio a una nuova, decisiva, fase dei lavori. Tutti i piloni (148 in tutto) sono infatti stati piantati sul fondale dell’Adriatico e ora si procede alla costruzione della struttura sopra al livello del mare.

Per quest’infrastruttura classificata come «strategica» dal governo di Zagabria - finanziata dall’Unione europea e costruita dal colosso cinese China Road and Bridge Corporation (Crbc) - si tratta ora dell’inizio di una nuova fase, che registra anche un aumento del personale coinvolto nei lavori. Nella baia di Komarna, dov’è situato il cantiere, lavorano al momento 385 persone (di cui 44 croati e 341 cinesi) e nelle acque della zona - come riporta il quotidiano Vecernji list - sono dispiegati 21 tra rimorchiatori, gru galleggianti e imbarcazioni di altro tipo.

L’avventura del ponte di Sabbioncello è iniziata un paio di anni fa, nell’estate del 2017, quando la Commissione europea ha approvato un finanziamento da quasi 360 milioni di euro (pari all’85% del costo complessivo dell’opera) per la costruzione di questa infrastruttura a lungo agognata dalle autorità croate. Fin dal 1991, ovvero dall’indipendenza della Croazia, Zagabria ha cercato infatti di ovviare al problema della discontinuità del proprio territorio nazionale: la costa croata si interrompe infatti per una decina di chilometri tra Spalato a Ragusa (Dubrovnik) all’altezza del porto di Neum, unico sbocco al mare della Bosnia Erzegovina.

Dopo anni di discussioni infruttuose tra Zagabria e Sarajevo per arrivare ad una soluzione condivisa, la Croazia ha deciso di avviare la costruzione del ponte dopo aver ricevuto il via libera di Bruxelles (in passato il cantiere era già partito, ma l’impresa croata incaricata dei lavori era poi fallita). È stato dunque pubblicato un bando e la cinese Crbc è risultata vincitrice (non senza polemiche).

A questo colosso dell’edilizia è stata dunque affidata la costruzione di quello che sarà un ponte lungo 2,4 chilometri e alto 55 metri, sul quale passerà una strada a quattro corsie. All’inizio dello scorso anno Crbc ha piantato alcuni piloni di prova in Adriatico; nell’estate scorsa, si è partiti con gli elementi definitivi, lunghi fino 128 metri e pesanti fino a 230 tonnellate. Alla fine dello scorso maggio questa prima fase è stata dichiarata completata, con alcuni giorni di anticipo rispetto alla tabella di marcia.

Ora si è dunque passati alla costruzione delle piattaforme che, appoggiate ai piloni ancorati al fondale, sosterranno le future torri del ponte. È iniziata insomma la fase più “visibile” della costruzione dell’infrastruttura, dato che le piattaforme in cemento armato saranno per metà sotto il livello del mare e per metà fuori dall’acqua.

Stando all’accordo firmato con l’Ue, tutti i lavori dovranno essere ultimati entro il 31 gennaio 2022, ma l’impresa cinese ha già assicurato che il ponte sarà ultimato già nell’estate del 2021. Rimane da vedere, invece, se le vie di accesso e gli svincoli autostradali che dovrebbero collegare l’opera saranno completatati in tempo utile. 

 

Argomenti:ponti

Riproduzione riservata © Il Piccolo