Sabato in scena a Trieste il presidio degli skinheads

TRIESTE Il gruppo Veneto Fronte Skinhead terrà sabato a Trieste un presidio per «commemorare i martiri delle foibe». La mobilitazione si terrà dalle 17 alle 19 in viale XX Settembre e, dopo l’approdo di CasaPound nelle vicinanze, contribuisce al processo di “rifascistizzazione” della zona del viale. Ma rientra anche in un fenomeno nazionale più ampio, che in questi anni ha visto le sigle della destra estrema sfruttare il Giorno del ricordo come momento identitario e di propaganda.
Cominciamo dal presidio di sabato. I neonazisti lo annunciano in un comunicato: «Il Veneto Fronte Skinheads Trieste, il Gruppo Unione Difesa e Avanguardia Nazionale NordItalia terranno all’inizio del viale XX Settembre un presidio militante per commemorare i martiri delle foibe e per ricordare tutti i crimini e le atrocità commesse dai cosiddetti “liberatori” anglo-americani e dai loro alleati sovietici. Gli stessi che, al servizio dei soliti potentati economici e lobbies finanziarie, nella seconda guerra mondiale vollero distruggere i popoli europei con le bombe ed i genocidi e la pulizia etnica e che adesso vogliono cancellare la razza europea con l’invasione immigratoria e la schiavitù economica alle banche». Il testo si conclude con un appello alla difesa della «Terra» e della «Tradizione» e si annuncia un ricordo di Maria Pasquinelli, scomparsa nel 2013, nota per aver ucciso nel ’47 il generale alleato Robert de Winton.
Il Gruppo Unione Difesa citato dal comunicato è un’altra sigla di vecchia data della destra estrema triestina. Avanguardia nazionale è invece la sigla messa al bando negli anni Settanta e rispolverata negli ultimi tempi da esponenti del neofascismo di allora ancora in attività, in primis Stefano Delle Chiaie.
La Questura fa sapere che saranno prese tutte le misure di sicurezza del caso, mentre il prefetto Valerio Valenti spiega che oggi pomeriggio si terrà un comitato sicurezza. Il comitato è atteso anche dal vicesindaco di Trieste Paolo Polidori, titolare della delega alla Polizia locale. Sul fronte politico, il sindaco Roberto Dipiazza preferisce non commentare l’evento. In ogni caso gli apparati di sicurezza non sembrano preoccupati da una mobilitazione che non dovrebbe avere le proporzioni di quelle delle settimane scorse. Al presidio sono attesi soltanto militanti triestini e non delegazioni dal resto del Nordest, come avviene di frequente nel caso delle commemorazioni al monumento di Basovizza che il Vfs organizza di solito il 25 aprile.
Certo è che il caso triestino è emblematico. Nei giorni scorsi un post dell’Anpi di Rovigo che definiva le foibe una «invenzione storica» dei fascisti ha scatenato una polemica di proporzioni nazionali a cui preso parte anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che domenica parteciperà alla commemorazione ufficiale alla foiba di Basovizza. Mentre suscitano molto meno scalpore le innumerevoli iniziative che ogni anno i movimenti fascisti, da CasaPound a Forza Nuova passando per realtà più locali come il Vfs, organizzano in occasione del Giorno del ricordo.
Per decenni la destra radicale e missina è stata la custode pressoché unica del tema delle foibe e dell’esodo nel panorama politico (diverso il discorso delle associazioni dell’esodo). Da quando la legge sul Giorno del ricordo è stata approvata nel 2004 (peraltro su iniziativa di ex esponenti di quel mondo, come l’aennino di Trieste Roberto Menia), si è creato una sorta doppio canale. Da una parte le celebrazioni dello Stato, con la posizione ufficiale della Repubblica sulle tragedie del confine orientale. Dall’altro la destra estrema e nostalgica, che legge quei fatti esaltando il punto di vista nazionalista e l’odio etnico. —
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