Sabato a Trieste la manifestazione per salvare le nutrie

Gli animalisti accusano la Regione di abuso di potere sugli animali. Ritrovo alle 10.30 in piazza della Borsa e poi sfilata lungo le vie cittadine. Ai partecipanti è stato chiesto di indossare qualcosa di rosso "per richiamare il colore del sangue delle nutrie che viene versato sul suolo regionale".

TRIESTE La nutria è morta, lunga vita alla nutria. Così andrebbe riadattato il motto per il corteo che sabato 24 marzo si dà appuntamento alle 10.30 in piazza della Borsa, invitando i partecipanti a «indossare qualcosa di rosso per richiamare il colore del sangue delle nutrie che viene versato sul suolo regionale».



«La Giunta Serracchiani ha recentemente imposto un piano di eradicazione delle nutrie basato esclusivamente su metodi cruenti - recita un comunicato firmato da più associazioni animaliste -. La scelta di contenere un animale estraneo agli habitat della regione non è in discussione ma è inaccettabile che si utilizzino metodi violenti quando esistono metodi dolci più efficaci».

«Le nutrie oggi possono venir intrappolate ed uccise a colpi di fucile o con il gas da alcuni soggetti autorizzati - continua il testo -. La scelta di utilizzare tali metodi evidenzia una mancanza di rispetto di diritti che dovrebbero esser inviolabili per tutti gli animali: il diritto alla vita ed alla libertà».

Il percorso terminerà presso la sede del Consiglio Regionale in piazza Oberdan passando per via Cassa di Risparmio, il canale di Ponterosso e via XXX Ottobre.

Gli organizzatori chiedono di fermare l’uccisione dei «simpatici castorini» per quattro ragioni. La prima è di ordine biologico: «Con l’abbattimento si osserva l’aumento del tasso di nascite e la tendenza dei maschi non leader delle colonie rimanenti ad uscire dal territorio in cui sono nati e ricolonizzare i territori nei quali le nutrie sono state prelevate ed uccise».

La seconda è di natura legale: «Nel 2016 le nutrie hanno perso le tutele previste per la fauna selvatica, tuttavia il legislatore nazionale ha garantito loro un ultimo diritto: quello che l’eradicazione sia svolta prioritariamente senza violenza. Denunciamo pertanto un eccesso dell’esercizio di potere della Giunta regionale».

Secondo gli animalisti il piano di abbattimento delle nutrie è inoltre contraddittorio, in quanto si baserebbe su un parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che, nonostante le formali richieste, le associazioni non sono riuscite a ottenere. Per finire, ci sarebbe ancche un problema «democratico»: 627 corregionali avrebbero già presentato una petizione popolare per chiedere l’eradicamento non violento delle nutrie.

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