Saba, Svevo e Joyce: arte all’uncinetto

La triestina Luisa De Santi ha “vestito” le statue degli illustri personaggi della città. Dettaglio che non è passato inosservato nelle scorse settimane

Una celebrità dell’uncinetto. Firma le sue creazioni come Crochetdoll, ma il suo nome è Luisa De Santi. Nata a Trieste 46 anni fa, si è diplomata all'istituto magistrale e poi all'università (corso di discipline dello spettacolo) “con poco interesse”. Ha lavorato in teatro come attrice prima e nel teatro di figura come marionettista poi. «Vivere in un ambiente "creativo" come quello del teatro era già di per sé un'occasione - afferma Luisa De Santi - ma occuparmi di marionette e pupazzi è stata la cosa davvero più stimolante che mi potesse capitare! Ho avuto la fortuna di lavorare nella compagnia storica delle marionette di Podrecca e, grazie alla collaborazione con il CentroTeatroAnimazione di Gorizia, ho avuto modo di conoscere da vicino il lavoro di numerosi artisti e compagnie di teatro di figura, alcuni dei quali di fama internazionale».

E poi si è innamorata del filo e dei filati. Non sono passate inosservate, nelle settimane scorse, le statue di Svevo, di Joyce e di Saba con addosso una sciarpa o rivestite di maglia. Opere quest’ultime della stessa De Santi: «É stato un gioco - afferma - abbellire delle statue non proprio bellissime. Le sciarpe però in poco tempo sono sparite. Ma anche questo era previsto».

Per anni si è lasciata guidare nella scelta dei materiali da criteri unicamente di natura estetica: unica preoccupazione che i filati avessero caratteristiche utili a raggiungere l'aspetto dell'oggetto che voleva realizzare. Nel corso degli anni ha sperimentato così accostamenti di filati di natura molto diversa: cotone, filati fantasia, sintetici, ciniglie, fili di gomma, metallo e cavi elettrici. Nei lavori di grandi dimensioni ha utilizzato soprattutto filati di cotone per i colori più brillanti e scorrevolezza del filo. «Ho quasi sempre scartato la lana - sottolinea Luisa De Santi - perché i colori opachi non mi corrispondono, si rovina troppo facilmente nel fare/disfare e l'ho sempre trovata poco confortevole in corso d'opera. Da quando sono diventata vegetariana integrale (vegana) la scelta di evitare del tutto qualunque materiale di origine animale è stata però cosciente e moralmente significativa. Io dico no con ferocia all'utilizzo di lana, seta, pelle e piume. Trovo indegno anche solo il pensiero di esercitare creatività manipolando materiali che vengono prodotti infliggendo torture e morte a creature innocenti».

E poi la creazione di bambole e coloratissime creature che sembrano un po’ i parenti carini di Cthulhu è affiancata dalla realizzazione di bijoux e monili, sempre realizzate all’uncinetto. «Dopo aver passato anni a realizzare maglioni, scampoli inutilizzabili, pizzi, arzigogoli cromatici e praticamente ogni tipo possibile di capo d'abbigliamento ed accessorio - aggiunge Luisa De Santi - ho iniziato a sperimentare. Mi sono appassionata di "free-form-crochet", sia figurativo che astratto, con cui ho fatto esperimenti con lavori bidimensionali. Con questa tecnica ho realizzato pannelli e qualche capo indossabile»

Scrive libri (l’ultimo uscito nell'estate scorsa "Bambole" pubblicato da Edizioni NuovaS1 di Bologna) i tiene corsi di uncinetto a forcella o “maglia base” nelle fiere di settore o nei negozi. Ultimamente anche nel suo laboratorio (numero di telefono 3336377254). O cliccare http://veganormal.blogspot.it/2014/01/yarn-bombing-trieste.html. (fe .vi.)

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