Saba, Rocco, bora, espresso: debutta l’albergo dedicato alle storiche icone di Trieste - Foto

TRIESTE Casa Novecentotre al numero civico 25. Apre oggi la prima struttura ricettiva di viale XX Settembre (un tempo via dell’Acquedotto), la “rambla triestina”, l’unico viale alberato della città. A gestire la nuova realtà alberghiera è la società Novecentotre che vede come soci Franco Bandelli (40%), Andrea Sinico (40%) e la Petes srl (20%) che amministra il ristorante “Al Petes” di via dei Capitelli. Due le persone assunte, tre le collaborazioni avviate. Il nome Novecentotre è anagrafico. Il residence è ospitato in un edificio d’epoca, risalente al 1870, ampliato ed elevato ai cinque piani attuali proprio nel 1903. È stato interamente ristrutturato tra il 2017 e il 2018 e dato in gestione alla Novecentotre che, con un investimento di 350 mila euro, ha modellato le 24 camere sul “profilo” di Trieste: otto sono dei veri appartamenti con angolo cottura, quattro addirittura con sei posti letto.
Quattro piani dai colori diversi dedicati a vento, caffè, sport e cultura con i titoli proiettati in anamorfosi sulle lunghe pareti dei corridoi. «Abbiamo deciso di personalizzare le stanze di Casa Novecentotre partendo da una semplice domanda: cosa caratterizza la città?», spiegano Bandelli e Sinico che hanno dato carta bianca all’architetto Michele Parenzan e al fotografo e grafico Massimo Cetin.
Il risultato? Una sintesi perfetta di quello che è Trieste attraverso i suoi simboli: dalla bora ai cento modi per ordinare il caffè. Si parte dal pianerottolo da una foto gigantesca si piazza Unità del 4 novembre 1954 con la scritta inequivocabile “Trieste è Italia”. Ma poi tutto si complica quando al quarto piano si scopre una stanza dedicata a Maria Teresa d’Austria. «La nostra adorabile Mery», chiosa Bandelli. E in effetti Casa Novecentotre si affaccia su quella che è la via dell’acquedotto, una delle opere donate alla città nel 1749 dalla sovrana d’Asburgo seppur mai venuta a Trieste.
Sulle pareti si leggono citazioni di Fabrizio De Andrè (“Quei giorni perduti a rincorrere il vento...”) e Giuseppe Verdi (“Il caffè è il balsamo del cuore e dello spirito”). Al piano del vento troviamo la bora e la Barcolana. Al piano dello sport ci sono Nereo Rocco e il suo motto calcistico (“Vinca il migliore! Ciò, speremo de no!”), il doppio Cesare Rubini (basket e pallanuoto), Bruno Bianchi (nuoto), Giordano Cottur (ciclismo), il duo Tiberio Mitri e Nino Benvenuto (boxe) e il trio di arrampicatori Emilio Cozzolino, Emilio Comici e Tiziana Weiss. Ma può pure capitare di dormire con sopra il letto la foto di Victor de Sabata e Maria Callas o quella di Giorgio Strehler steso su un baule. Ci sono poi la pipa e il bastone per Umberto Saba che risarciscono le parti mancati della statua tra via Dante e via San Nicolò.
E ci sono le stanze di James Joyce che a Trieste ha lasciato il fegato e di Italo Svevo che ha visto la luce nel 1861 proprio in via dell’Acquedotto 16. Ogni stanza sarà dotata di una macchinetta iperespresso Illy, mentre le colazioni saranno delocalizzate al San Marco, a due passi. «Ci sarà un angolo disponibile per il nostro residence», spiega Sinico. Le prenotazioni per Casa Novecentotre stanno già arrivando. «Siamo vicini al sold out per Pasqua», assicura Sinico. C’è un’americana che ha prenotato per 19 giorni e un serbo che ha un’opzione per due settimane. —
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