Russo: «Da solo ho preso un terzo dei voti»

TRIESTE “Era troppo tardi”. Francesco Russo, il senatore metropolitano sconfitto dalle sue primarie, sorride allo slogan che gli si è rivoltato contro. «Con un mese in più saremmo qui a raccontare un’altra storia».
I sondaggi romani lo davano ben posizionato. Solo che servivano più votanti (almeno 10mila) e più tempo per convincere l’elettorato sloveno o quello di una certa sinistra (case del popolo e Spi Cgil). «Ho chiamato Roberto Cosolini per fargli i complimenti e dirgli che da domani (oggi, ndr) lavoreremo insieme per vincere le elezioni a giugno. Mi dovrà offrire una cena seria perché gli ho rivitalizzato la campagna elettorale» assicura il senatore che perso ben cinque chili in queste primarie.
A patto però che il sindaco uscente e la coalizione mettano al centro della campagna elettorale il progetto di Trieste Metropolitana.
Qui sotto il post con cui ha ammesso la sconfitta, facendo le congratulazioni al suo avversario:
Vada per la spiaggia di Barcola, ma sulla città metropolitana non ci sono compromessi possibili. «Era giusto provarci ed è stato bello farlo insieme a tanti giovani e meno giovani che in queste settimane hanno dimostrato passione, coraggio e voglia di partecipare. A tutti loro e a tutte le persone che hanno creduto in questa avventura va il mio grande grazie. Dobbiamo essere fieri di quello che abbiamo raggiunto. Queste primarie hanno fatto bene al centrosinistra e al Pd. Hanno rianimato una coalizione che era in grandissima difficoltà» spiega Russo. Per Trieste e il centrosinistra resta “il più grande spettacolo dopo il big bang”.
Non si sente uno sconfitto Russo e non ha neppure paura che ora il partito gli presenti il conto: «Hanno bisogno di me se sono intelligenti. Il risultato è inequivocabile. Se il 100% della coalizione e dei dirigenti del mio partito con i suoi leader hanno preso soltanto il 65% dei voti questo significa che abbiamo creato un valore aggiunto, un patrimonio da non sprecare per provare davvero a vincere le prossime elezioni.
La dimostrazione che c’era qualcosa che mancava. Abbiamo preso il 35% nonostante di là ci fossero Serracchiani, Rosato, Grim, Nesladek e compagnia. Abbiamo offerto un’idea diversa per il futuro di Trieste e lo abbiamo fatto con entusiasmo. E di questo, a prescindere dalla delusione per la sconfitta, vado fiero». La morale di queste primarie? «Spero che il Pd non resti sordo e cieco alle mie battaglie. Spero che la lezione sia servita». A giugno non ci saranno esami di riparazione.
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