Ruba due milioni alla Regione Fvg e se li gioca

Rinviato a giudizio il funzionario triestino che ha “svuotato” le casse di Palazzo. Una perizia stabilirà se soffriva di ludopatia
Una slot machine
Una slot machine

TRIESTE Ha usato la Regione come un bancomat. E ha prelevato, falsificando le firme di alcuni dirigenti, più di due milioni di euro: 2.044.190 euro, per l’esattezza, passati direttamente dalle casse pubbliche alle sue tasche. E, dalle sue tasche, alle slot machine.

Sembra incredibile eppure è successo. Il funzionario sotto accusa, Claudio Simonutti, triestino di 51 anni, sarà processato con rito abbreviato condizionato alla perizia che è stata disposta ieri dal gip Giorgio Nicoli e affidata allo psichiatra Bruno Norcio. Il consulente, che sarà formalmente incaricato il 17 maggio, dovrà stabilire se Simonutti soffriva di ludopatia. Il motivo è che gran parte dei due milioni e spicci spariti dalle casse della Regione sono stati utilizzati proprio per giocare alle slot.

Prelevava i soldi della Regione e li spendeva alle slot
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La vicenda esplode nell’ottobre 2012 quando il funzionario, difeso dall’avvocato Caterina Turra, viene preso in castagna: Simonutti, che qualche mese dopo verrà licenziato in tronco, dispone per lavoro i pagamenti agli artigiani e quelli relativi alla gestione della manutenzione degli immobili. Prepara i mandati di pagamento, fotocopia le fatture e, falsificando appunto le firme dei dirigenti, passa all’incasso. Nell’ottobre 2012, però, viene “pizzicato” per una banale dimenticanza, un semplice errore, in quanto mette in pagamento per due volte, a un mese di distanza, lo stesso modello F24. Scatta così il controllo contabile interno della Regione. E quella che all’inizio sembra effettivamente una banale svista contabile in realtà si rivela la punta dell’iceberg: una montagna di soldi pubblici spariti dalle casse della Regione e finiti nelle tasche di Simonutti che, secondo gli accertamenti della Finanza disposti subito dal pm Massimo De Bortoli, se li gioca in gran parte ai videogiochi e alle slot del bar “Al Tram” che si trova a pochi metri dalla sede della polizia tributaria di via Giulia.

Nascosti dal funzionario indagato i 70mila euro trovati in un giardino
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Le accuse contestate sono peculato e falso. Ma anche evasione fiscale in quanto il funzionario cinquantunenne si guarda bene dall’inserire nella dichiarazione dei redditi i due milioni sottratti dalle casse della Regione. Proprio all’inizio dell’inchiesta, infatti, Simonutti viene colpito da un provvedimento di sequestro dei beni per evasione fiscale. Nel mirino la mancata dichiarazione dei 375mila euro di provenienza regionale riferiti agli anni fiscali 2009, 2010 e 2011. Ancora nell’ottobre 2012, nel corso delle indagini, i finanzieri scoprono anche l’incredibile salvadanaio del funzionario. Quello in cui conserva i soldi per le “piccole spese”. Ebbene, il salvadanaio si trova sotto una pietra del giardino della Rotonda del Boschetto dove, secondo gli investigatori della Tributaria, Simonutti “parcheggia” i soldi illecitamente prelevati. Il luogo viene individuato in maniera del tutto casuale quando un cane fiuta qualcosa di strano tra foglie e sterpaglie. Si mette a scavare con insistenza trovando infine un borsone pieno di soldi: 70mila euro. Denaro pulito, chiariscono dopo i controlli necessari gli investigatori della Squadra mobile, ai quali il proprietario del cane ha consegnato la borsa. E in effetti quello è davvero denaro pulito perché proviene dalle casse regionali. Dagli accertamenti, però, emerge che le fascette poste a sigillo delle mazzette sono siglate proprio da Simonutti: gli investigatori della Tributaria, con l’aiuto di un esperto grafologo, provano che quei soldi sono letteralmente passati tra le mani del funzionario.

Nella vicenda giudiziaria compaiono anche altri due dipendenti regionali scoperti dai finanzieri nel corso delle indagini: Pietro Schinaia di 60 anni e Mario Calligaris di 58. Sono finiti nei guai per aver usufruito di permessi retribuiti e indennità per missioni mai fatte nonché, assieme a Simonutti, per aver corretto le autorizzazioni alle trasferte. Sono difesi dall’avvocato Gianfranco Grisonich. La Regione si è costituita parte civile con l’avvocato Mauro Cossina.

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