Rovigno lancia la spiaggia per scambisti

ROVIGNO. Una spiaggia “swinger”, nella città di Santa Eufemia, c’era già. Ma finora operava in silenzio. Senza fanfare. Adesso, però, alcuni investitori russi vogliono lanciarla ufficialmente promuovendola su Internet tra gli amanti degli scambi di coppia.
La spiaggia in questione è un segmento tra il Colle di Monsena e la zona protetta di Punta Cristo dove, durante la stagione balneare, se ne vedono veramente di tutti i colori: dagli scambi di coppie alle orge eterosessuali e gay. Ebbene, sulle pagine web “specializzate”, Rovigno viene ormai indicata come paradiso swinger e gay, aperto giorno e notte, con le sdraio a noleggio che in quel tratto di mare vanno da 20 a 45 euro al giorno.
Gli investitori russi hanno acquistato e preso in affitto dai proprietari due lotti di 5mila metri quadrati dove si sta costruendo un beach bar, i cui lavori procedono però con un certo ritardo.
La struttura, infatti, doveva essere inaugurata sabato scorso ma il “taglio del nastro” è stato posticipato. I mezzi meccanici sono all’opera anche per adattare alcuni tratti di spiaggia ora inospitali.
Per la gestione di questo paradiso del sesso i russi hanno fondato la società Tanka Linija, collegata su Internet alla FineLine, specializzata nel campo del turismo lifestyle. Ebbene, come scrive il “Glas Istre”, tutti i lavori indicati sarebbero abusivi. Contro quella che viene definita devastazione dell’ambiente - come detto Punta Croce è zona protetta - è insorta l’associazione ambientalista Istria Verde che ha sporto denuncia all’amministrazione municipale.
L’assessore di Rovigno all’Urbanistica Ivan Begic ha confermato che i lavori sono abusivi e il sopralluogo, oltre che dalle guardie comunali, è stato fatto anche dagli ispettori.
Quelli all’edilizia hanno chiesto all’amministrazione cittadina il Piano urbanistico per fare le dovute verifiche. La vicenda compete anche all’ispezione agricola visto che i lotti in questione nei libri tavolari sono indicati come terra coltivabile e parco. «Ma siamo oberati di lavoro, per cui questo caso può attendere» afferma un ispettore.
E come avviene in casi simili lungo tutta la costa croata dell’Adriatico, mentre gli ispettori se la prendono comoda, gli investitori proseguono con i lavori illegali dai quali, di solito, non si torna mai indietro. Sicuramente i russi si sono informati su come funzionano le cose in Croazia.
Ovviamente del paradiso per scambisti è informato il sindaco Giovanni Sponza: «La città sta facendo tutto il possibile nell’ambito delle sue prerogative per fermare un eclatante fenomeno di abusivismo ma ci vuole anche l’energico intervento dei competenti organi statali, che invece non si vede».
«Proprio per prevenire e combattere casi del genere - conclude Sponza - si dovrebbe procedere al decentramento delle competenze e delle strutture dello Stato, investendo di maggiori poteri le amministrazioni locali». (p.r.)
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