Roulotte in campeggio? Permessi come per le case

Il Veneto scopre una norma inserita nel decreto del Fare che equipara le unità mobili di pernottamento a nuove costruzioni: «Una follia»
Di Giovanni Tomasin

TRIESTE. Un emendamento al decreto del “Fare” equipara roulotte e camper a vere e proprie case. È l’allarme lanciato dal presidente del Veneto Luca Zaia: «Per ragioni che stanno tra il discutibile e l’incomprensibile la collocazione all’interno dei campeggi di roulotte, camper e case mobili viene assimilata agli interventi di nuova costruzione che pertanto necessitano di autorizzazione urbanistico/edilizia. In altri termini, il titolare di un campeggio avrà l’obbligo di dimostrare, caso per caso, che questi mezzi mobili di pernottamento sono utilizzati o abitati solo se autorizzati da gravose pratiche, impossibili di fatto da ottenere». La notizia ha suscitato un’immediata levata di scudi in Veneto, regione ammiraglia in questo settore turistico, ma non ha ancora trovato reazioni analoghe nel resto del Paese. Lo si deve probabilmente all’incertezza che ancora vige sulla traduzione in pratica della norma. L’agenzia TurismoFvg, ad esempio, fa sapere che non è ancora possibile definire chiaramente l’impatto della legge in Regione poiché «si tratta di una modifica al testo unico della legge urbanistica e quindi coinvolge competenze di vari assessorati».

L’ira di Zaia Il governatore del Veneto chiede con forza la revisione della norma: «Siamo di fronte all’ennesimo esempio di quanto sia difficile fare impresa in questo Paese. Una norma del decreto del Fare assoggetta le roulotte, i camper e la case mobili all’interno dei campeggi a interventi di nuova costruzione. È surreale, ma anche devastante per l’economia del Veneto, dove l’offerta di turismo all’aria aperta rappresenta il 27% delle presenze regionali, cioè 20 milioni di turisti che danno lavoro a 13mila addetti». Secondo Zaia la norma trasformerà l’Italia nell’unico Paese europeo «dove si chiede alle strutture ricettive di dimostrare, camper per camper, roulotte per roulotte, il regime di temporaneità: equivale a chiedere al parcheggiatore di dimostrare che la sosta di ogni macchina è temporanea. Già in queste ore si sta facendo concreta l’interruzione degli ammodernamenti programmati, con la disdetta di unità mobili di pernottamento già commissionate».

«Ora un tavolo di lavoro» Il presidente di Confindustria Veneto, Roberto Zuccato, condivide le preoccupazioni di Zaia, definendo «assurda» la norma: «Le dichiarazioni del governatore sono importanti ed esprimono la volontà della Regione di concorrere alla soluzione del problema. Confindustria Veneto, assieme a Federturismo Veneto, si è mossa con esponenti del governo per modificare il testo, che così come si presenta avrà sulle imprese che gestiscono i campeggi un impatto assolutamente negativo, per lo sviluppo e la qualificazione del settore». Il commento su quanto avvenuto è molto severo: «È l’ennesima brutta pagina - afferma Zuccato - di un Paese che ha smarrito la visione di sé e del suo sviluppo economico e sociale, che “imprigiona” chi vuole fare attività economica, attraverso un “manto burocratico”, che copre ogni cosa, ma che, al contempo, non persegue i veri illeciti, non sanziona i “furbi”, ma si limita ad inasprire le norme facendo danni a chi è e vuole stare nella legalità». Zuccato chiede a Zaia di istituire un “tavolo di lavoro” per riscrivere la norma e «offrire a governo e parlamento una proposta più complessiva».

Effetti da definire L’effetto della norma nel resto d’Italia è ancora da definire. Mentre il resto del Paese tace, TurismoFvg fa sapere che le potenziali conseguenze sulla Regione devono ancora venire calcolate. Gli operatori, a Trieste come a Lignano, non sembrano essere ancora al corrente del fatto. C’è poi chi, come il vicepresidente del club campeggiatori di Udine Giuliano Pascoli, fa notare il fondo razionale della norma: «Esiste anche da noi il fenomeno delle roulotte che non si muovono per anni e fungono da seconda casa. Da quando non si fanno più i collaudi quest’usanza si è diffusa ed è spesso un problema per i campeggiatori non “stanziali”, che vedono ridotti i posti liberi nelle strutture ricettive».

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