Rossetti, il cda chiama i soci: «Ecco le nostre proposte»
Tentare di diventare Teatro nazionale o scegliere la via del Teatro di rilevante interesse culturale, il Tric? Coronare il tormentato fidanzamento con Css e Accademia Nico Pepe di Udine o no? Puntare a entrare in quello che sembra destinato a diventare il ristrettissimo club dei Teatri nazionali - che impegnano però gli enti locali a sborsare il 100% del contributo statale - o fermarsi alla soglia minima del 40% dal territorio prevista per i Tric? Puntare alle 240 giornate recitative di produzione o basarsi sulla piattaforma di 160? Avere o meno una propria scuola di teatro? Sono queste alcune delle differenze-chiave fra Teatro nazionale e Tric. E dell’una o dell’altra via da percorrere, dopo la seduta-fiume di fine ottobre in cui il consiglio di amministrazione aveva deciso di non decidere, lo stesso cda del Rossetti ieri ha discusso fino a notte. In una riunione iniziata alle 18 partendo dalla questione del disavanzo pregresso, i 2 milioni di deficit patrimoniale che il Teatro si trascina dietro da anni.
A tarda sera, a seduta ancora in corso (all’ordine del giorno c’erano anche altri punti) e telefonini muti, è emerso solo uno scarno comunicato dall’ufficio stampa. Cinque righe per dire che «il consiglio d’amministrazione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, alla luce degli ultimi apporti delle strutture interessate, ha esaminato attentamente l’ipotesi progettuale relativa alla fusione fra Teatro Stabile del Fvg, Css - Teatro Stabile d’innovazione e Accademia Nico Pepe. E ha adottato una risoluzione con delle proposte che saranno sottoposte immediatamente e in primo luogo ai soci». Punto.
I soci (quasi tutti rappresentati in cda) sono Regione, Comune di Trieste, Province di Trieste, Gorizia e Pordenone, Camera di commercio di Trieste. Quali saranno le proposte da fare a stretto giro, visto che il tempo per decidere scarseggia? La nota diffusa poco prima delle 22.30 non ne fa cenno. Certo non è un mistero che il presidente dello Stabile Milos Budin ha portato in cda i dati raccolti e le simulazioni elaborate sulle ipotesi in campo. Ed è chiaro che Budin ha ribadito ieri al cda i propri serissimi dubbi sulla fusione con Css e Nico Pepe, dubbi che - malgrado gli ultimatum giunti dal capoluogo friulano - ha continuato a coltivare annotando a più riprese come il decreto Franceschini, quello che appunto impone a Teatri nazionali e Tric i parametri di cui si diceva all’inizio, non lasci intravedere in realtà alcuna certezza sulla convenienza, per il Rossetti, di aderire all’ipotesi “Nazionale”. Lo stesso sindaco Roberto Cosolini è andato sostituendo lo slancio iniziale a favore della fusione con una cautela sempre più decisa nella valutazione. La strada che il cda del Rossetti ha valutato di poter intraprendere potrebbe allora anche essere quella di proporre un Tric che inizi a costruire le basi per aspirare al rango di “nazionale” di qui a qualche anno. Di certo, la palla passa ora ai soci dello Stabile. Chiamati a dire la loro. (p.b.)
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