“Rossetti”, Bassa Poropat reclama la testa di Lippi
L’ex vicesindaco confermato presidente dello stabile alla vigilia delle elezioni Cosolini: «Ha rimesso il mandato nelle mie mani ma la cosa non è fra le urgenze»
TRIESTE. Paris Lippi - ultimo federale di An e vice-Dipiazza in Comune fino al ballottaggio di 18 giorni fa - presidente del Teatro stabile regionale Rossetti. Un ruolo non retribuito in cui è stato confermato con tutto il resto del Cda - alla vigilia del primo turno delle amministrative - per i prossimi tre anni. Rappresenterà Roberto Cosolini, ex segretario del Pd e neosindaco del centrosinistra. Un paradosso a metà fra coincidenze e politica, cui tuttavia lo stesso Cosolini non mostra per ora alcuna fregola di porre rimedio.
Per lui però già si muove, e si espone, Maria Teresa Bassa Poropat, la civica del centrosinistra che si è tenuta a suon di consensi la guida della Provincia. «Immagino si dovrà rivedere il tutto, è chiaro che non potrà restare così, quella nomina è una mossa quantomeno inadeguata per non dire inopportuna», sentenzia la numero uno di Palazzo Galatti. Ma come si è arrivati a una situazione in cui la presidente della Provincia chiede la testa del delegato del sindaco, che quel delegato non ha scelto? Calendario ha voluto che a inizio maggio - alcuni giorni dopo la formale scadenza di fine aprile posticipata stavolta per la parentesi pasquale - si svolgesse l’annuale assemblea dei soci del Rossetti (Comune, Camera di Commercio, Regione, le quattro Province e Unicredit) per l’approvazione del bilancio consuntivo.
Ma calendario ha voluto anche che l’occasione, come indica lo statuto del teatro, coincidesse pure con il rinnovo dei sette membri del Cda, in scadenza perché al termine del mandato triennale. Tutti confermati, compreso il rappresentante del Comune, che per statuto è presidente. Via libera dunque a Lippi, per cui Dipiazza (il sindaco può dare e togliere quel ruolo) aveva firmato l’atto di nomina per il triennio a venire già sei mesi fa, comunicandolo con un’informativa al Consiglio comunale.
L’assessore provinciale Mariella De Francesco si narra si fosse battuta in quella sede per un posticipo del rinnovo del Cda a voto aministrativo acquisito, riuscendo a strappare ai delegati degli altri soci la clausola secondo cui, in caso di cambio di maggioranza in Comune e Provincia, i rappresentanti di quegli enti avrebbero rimesso il mandato nelle mani del nuovo sindaco e/o del nuovo presidente di Palazzo Galatti. «Una forma di galateo istituzionale - conferma Lippi - di cui ho informato di recente Cosolini quando l’ho incrociato. Lui mi ha risposto che al momento non vedeva la necessità di cambiare, confermando così un’intervista in cui aveva riferito di non aver intenzione di ricorrere allo spoil system». «Lippi - la versione di Cosolini - mi ha detto che il suo mandato era a disposizione. Ne ho apprezzato la correttezza. La cosa non è fra le urgenze». Tradotto: non sarà questione di giorni, ma probabilmente neanche di tre anni.
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