Rosolen all’attacco: «La rottura su Burgo voluta dalla proprietà»

TRIESTE. Ha aspettato il verdetto definitivo, emesso ieri mattina dopo due ore di discussione tra azienda e sindacati nella Cartiera del Timavo: Burgo non rivede la posizione assunta al ministero del Lavoro e da lunedì 4 procederà al licenziamento di 87 dipendenti. Verdetto definitivo che all’assessore regionale Alessia Rosolen non è piaciuto affatto e la rabbia, faticosamente trattenuta dopo la malaparata romana di martedì, è invece esplosa ieri pomeriggio, raccolta in un comunicato dai toni piuttosto forti. «La Regione non è un Bancomat - attacca la Rosolen - e i lavoratori non sono numeri: se le regole non funzionano, dovremo cambiarle, prevedendo opportuni meccanismi sanzionatori». Cioè: se la Regione stanzia contributi alle aziende, le aziende beneficiate debbono comportarsi coerentemente in termini di tutela occupazionale sul territorio.
La rotta di collisione con Burgo, smorzata martedì nella speranza che il confronto a Duino portasse un risultato, adesso non viene evitata: «Rottura unilaterale cercata e voluta dalla proprietà, che scarica letteralmente 87 persone». «Situazione gravissima», calca la mano. «E’doveroso - completa l’assessore al Lavoro - che la Regione cambi le regole quando si tratta di erogare contributi alle imprese.
L’habitat politico regionale reagisce con veemenza a quello che ritiene essere uno «sgarro». Lo si legge nelle dichiarazioni rese da due esponenti “dem” il segretario regionale Cristiano Schaurli e il consigliere Diego Moretti: «atteggiamento inqualificabile», «massima solidarietà ai lavoratori», «istituzioni compatte senza distinzione di colore politico».
A nome delle tre sigle Cisl-Cgil-Uil ha parlato Luca Mian (Uil), ribadendo l’irriducibilità della Burgo. Mercoledì 6 si terrà l’assemblea dei dipendenti. La prossima settimana è in programma anche un incontro con Giulio Spinoglio, il titolare della Cartiera di Ferrara. Ma che si costituisca la newco, che si precisi il meccanismo di finanziamento, che si prenda contatto con Mediocredito, che si ordini l’impianto per produrre il cartone, passerano diversi mesi. La Regione può dare un mano con l’attività formativa tale da attenuare l’inevitabile periodo di disoccupazione degli 87 licenziati. Sempre che qualcuno non decida di trasferirsi in altre fabbriche Burgo. —
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