Rosato sui soldi del Cipe per il porto: «Rassicurato da Passera»

Domani dovrebbero essere finalmente sbloccati i 32 milioni per la piattaforma logistica Intanto ieri riunione riservata tra Monassi, Cosolini ed esponenti della Maersk
sterle trieste 29 01 08 area futura sede del district park
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Stavolta sembra certo: domani il Cipe potrebbe finalmente sbloccare i 32 milioni in eterna attesa per la piastra logistica del porto di Trieste. Con la giusta cautela ci si dice ottimisti. La scaletta dei lavori sembra confermata. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica, che dà (o non dà, come finora nel caso di Trieste) il via ai finanziamenti ministeriali, è il tormento del porto, che ogni volta attende e ogni volta vede disattesa la destinazione di questa somma stanziata per dare avvio al primo lotto della nuova banchina portuale tra Scalo legnami e ex Italsider: 250 mila metri quadrati di ampliamento del porto di cui 140 mila da strappare al mare. Il costo globale presunto è stato definito proprio un anno fa: è salito a 329 milioni di euro.

I documenti Cipe, aggiornati via via già dal 2001, registrano un progetto approvato in via definitiva da tutti gli enti nazionali e locali nel 2009. Hanno però anche una scaletta. Che sposta sempre più in là l’avvio dei lavori. Ora è segnato “entro il 2013”. «Ho parlato con il ministro Corrado Passera - racconta il deputato Pd Ettore Rosato che da anni sollecita il governo, e che ieri ha avuto anche conferma dell’ordine del giorno -, ha detto “non bisogna preoccuparsi, stiamo lavorando”». Anche se domani potrebbe essere la volta buona, nessuno mette la mano sul fiammifero, vista la serie imperterrita di delusioni. Nel 2009 disse così, «stiamo lavorando», anche Altero Matteoli, il ministro alle Infrastrutture del governo Berlusconi. L’ultima occasione mancata risale al 25 marzo scorso.

Ieri intanto c’è stata una riservatissima riunione a tre. Nella sede dell’Autorità portuale si sono incontrati la presidente Marina Monassi, il sindaco Roberto Cosolini, un dirigente della Maersk italiana e un dirigente della casa madre danese. La Maersk ha appena avviato dallo scalo triestino una linea per l’Estremo Oriente, e tutte le aspettative si concentrano sull’incremento di questi traffici. «Un incontro di conoscenza, scambio d’informazioni, valutazioni» lo definisce sinteticamente Cosolini. Al quale peraltro si deve l’iniziativa. Il sindaco aveva preso contatto con la base italiana di Maersk, e gli appuntamenti con l’Autorità portuale hanno finito per coincidere in una data unica. Sul piatto gli interessi e le scelte operative del colosso danese in Alto Adriatico.

Cose in movimento, dunque. Quanto ai soldi, dopo la formale assicurazione in parlamento del ministro Passera («i soldi per la piastra logistica di Trieste restano assegnati»), l’ottimismo poggia più su questa garanzia che sulla effettiva agenda della riunione, che pure riceve autorevoli conmferme.

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