Rosato: «Il piano B è migliore del piano A. tutto merito del Quirinale, e Trieste non rischia»
TRIESTE «Mi sa che il piano B è migliore del piano A». Suonano come una rivendicazione della caduta del governo Conte le parole di Ettore Rosato. In prima linea nelle trattative, il presidente di Italia Viva ora auspica maggioranza larga e ministri politici per il governo Draghi, assicurando che il pacchetto Trieste «uscirà rafforzato» dalla revisione del Recovery Plan, anche se il territorio non esprimerà una presenza a Palazzo Chigi.
Gli scambi di sms con Di Maio alla fine non sono serviti.
Parlarsi serve sempre. Abbiamo messo in campo tutte le energie per salvare l’idea di un governo politico, ma abbiamo preso atto dell’ostinazione a dar continuità su tutto.
Il vostro piano A era Draghi? Renzi parla di capolavoro…
Il capolavoro è riuscito al presidente Mattarella. E il Paese deve essergliene grato.
Ha davvero creduto al “ter”?
Molto. La nostra disponibilità era sincera e la nostra richiesta sembrava condivisa: intervenire su ciò che non funzionava, con coraggio e senza mettere la testa sotto la sabbia.
Quando è saltato il banco?
Tema dopo tema, le risposte erano sempre difensive, ma una crisi economica, sanitaria ed educativa come questa non si affronta con attrezzi usati e inadeguati. Non si voleva cambiare nulla e tutti i ministri venivano lasciati al loro posto. Renzi ha riferito al presidente Fico che non c’erano le condizioni per proseguire.
Quando le ha telefonato?
Ci siamo sentiti tutta la giornata, svolgendo ruoli diversi. La decisione è stata condivisa.
Si dice che lei gestisse il vero tavolo: quello sui nomi.
Niente tavoli: la crisi è stata gestita tutta al telefono e comunque su quel tavolo c’era Renzi. Ripeto: non ci sono state le condizioni per far bene con un governo politico, ma mi sa che il piano B è migliore del piano A.
Ha faticato a tenere i gruppi parlamentari?
Nonostante ciò che si è scritto, i nostri gruppi sono stati molto coesi e con convinzione.
L’hanno data a Interni, Difesa e Infrastrutture: cosa c’era di vero?
Niente o sarei ministro.
Avete battagliato sui nomi: la politica è solo questo?
Mai come stavolta la differenza l’hanno fatta i contenuti, invece. Ci siamo scontrati su questioni di merito.
C’è stata molta tattica. Ha detto no a Conte in tv, poco dopo il “non veto” al Colle…
Non è tattica. Per verificare il sì al presidente bisognava verificare il perimetro della maggioranza, in ore in cui gli altri dicevano “mai più con Renzi”.
Draghi avrà la fiducia?
Penso di sì. Le sue parole sobrie ed efficaci al Quirinale dicono che è la persona giusta. È una maggioranza da costruire, basata sull’appello del presidente Mattarella a creare consenso attorno all’italiano più apprezzato nel mondo.
Il nuovo governo ridisegnerà la politica italiana? Che succede in M5s e Lega?
Facciamolo partire. Certo è che sarà un governo politico, perché richiede decisioni politiche ai partiti. In queste ore c’è grande discussione in M5s e Lega. Immagino non possa concludersi con un no all’appello di Mattarella.
Devono entrare politici fra ministri e sottosegretari?
Do per scontato ci sia una presenza espressione dei partiti.
Governo di legislatura?
Sì, perché il rapporto con l’Ue deve essere duraturo e stabile sugli impegni da assumere sul Recovery. E poi la crisi è molto complessa e Draghi è uno che ha finalmente strumenti culturali per affrontarla.
C’è un parallelo con Monti?
Due situazioni molto diverse per profilo delle persone e contesto. Monti doveva attuare politiche restrittive e tagli, mentre a Draghi è chiesto di spendere velocemente e bene. Sarà il governo del rilancio.
Il Recovery cambierà? Il pacchetto Trieste resta salvo?
Il pacchetto ne uscirà rafforzato dall’intesa che il governo deve fare con la Regione. Su questo saremo fermi: sono soldi del paese, non del governo.
Cosa rischia di perdere Trieste? Passiamo dall’ipotesi di due ministri a zero.
Non c’è rischio. Saremo vigili nell’interesse della città.
Ora quali sono le priorità?
Far arrivare agli italiani i soldi con rapidità e congruità. Rimettere le scuole in funzione. Gestire con serietà vaccini e sanità. E il Recovery.
Il costo del lavoro sarà equiparato a quello arabo?
È stato strumentalizzato un ragionamento complesso, ma ogni imprenditore ha il problema del costo del lavoro e delle basse retribuzioni.
Renzi e Iv sono destinati all’eclissi, se si trova una maggioranza che non dipende da voi?
Lavoriamo perché ci sia maggioranza molto larga. Discutiamo del futuro delle prossime generazioni: lasciamo stare sondaggi e piccolezze.
Conte è stato un fallimento?
No, ha saputo gestire un momento molto difficile. Molte scelte le abbiamo condivise, ma sotto i tappeti di Palazzo Chigi non c’era più spazio per nascondere i problemi. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo