Rosato esce di scena. Tramonta l’opzione dei due triestini nel governo Conte

Patuanelli rimane l’unico ministro espresso dalla regione. Per Cerno sarebbe in arrivo un incarico da sottosegretario
Il deputato di Italia Viva Ettore Rosato durante un question time guidato in qualità di vicepresidente della Camera. A destra il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli
Il deputato di Italia Viva Ettore Rosato durante un question time guidato in qualità di vicepresidente della Camera. A destra il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli

TRIESTE Il ministro resta uno solo. Il governo Conte tiene dopo i voti di fiducia, ma il rimpasto si limiterà alla sostituzione degli esponenti di Italia viva. Trieste e il Friuli Venezia Giulia continueranno a esprimere il solo Stefano Patuanelli nell’esecutivo. Sfuma la possibilità di un ingresso del renziano Ettore Rosato, che continua a giocare il ruolo del nemico-amico, ma il Fvg potrebbe colorare una seconda casella nella compagine governativa, se troveranno conferma i rumors che vedono Tommaso Cerno in trattativa per la nomina a sottosegretario alla Cultura.

Per ora a Palazzo Chigi ci si avvia verso la mera sostituzione delle ministre di Iv Teresa Bellanova ed Elena Bonetti con esponenti pescati quasi certamente fra i Responsabili. Ma se anche si fosse trattato di vero rimpasto, la permanenza di Conte blinda la posizione di Patuanelli, forse il pentastellato più vicino al premier e guida di un dicastero chiave in ottica Recovery Plan. Dopo giorni passati con la testa sulla crisi, il ministro è tornato a parlare d’altro durante il question time, dall’acquisizione cinese di Iveco agli «11 miliardi destinati alle aziende fra decreto Rilancio e decreti Ristori».

Ma per Rosato non basta. Con settimane di trattative in prima linea alle spalle, il presidente di Iv spiega che il passaggio all’opposizione era inevitabile: «Abbiamo messo al centro crisi economica, riaperture delle scuole, infrastrutture, sanità, vaccini, risorse europee da spendere con saggezza. Come risposta abbiamo avuto l’apertura della caccia al senatore. Non è l’approccio utile al paese». Dato come possibile ministro della Difesa e delle Infrastrutture in caso di rimpasto, Rosato si schermisce e, dopo il bastone, fa di nuovo intravedere la carota: «Non è un confronto sulle poltrone, perché quelle le abbiamo lasciate. Abbiamo detto a chiare lettere la nostra disponibilità alla collaborazione sui contenuti».

Nel frattempo il clima parlamentare resta «surreale», dice un esponente della maggioranza, parlando di «imbarazzo dei colleghi di Iv e preoccupazione per il lavoro nelle commissioni». E già «si parla di alcuni renziani che pensano di rientrare». Sul fronte opposto, l’ex presidente della commissione Cultura del Senato Mario Pittoni preconizza che «l’attività delle commissioni si bloccherà: è il mestiere di Renzi tenere in scacco la maggioranza. Vedremo se sapranno allargare i numeri». Il forzista goriziano Guido Pettarin scuote la testa: «È tutto un confabulare, un susseguirsi di colloqui fra Transatlantico e bouvette, ma il nostro gruppo è coeso».

Il nome della senatrice Laura Stabile continua però a circolare tra i possibili supporti al Conte bis. Ne sa qualcosa l’onorevole Sandra Savino, amica e compagna di banco di Renata Polverini, uscita dal partito per votare la fiducia. La coordinatrice azzurra serra i ranghi, evidenziando il «no compatto dei cinque parlamentari eletti in Fvg. L’Italia e gli italiani hanno bisogno di una maggioranza ampia e coesa: il contrario di quanto sta accadendo, nonostante gli sforzi di puntellare la coalizione raccogliendo consensi a destra e a manca», per tenere in piedi «un governo nato con un’operazione di palazzo e che sopravvive grazie a un’operazione di palazzo».

Da quello stesso palazzo filtra che il senatore Cerno stia lavorando per un ingresso al governo, dopo aver votato la fiducia e aver fatto ritorno nel Pd, da cui era uscito prendendo posto nel Gruppo misto. Il parlamentare friulano ha sentito più volte il ministro Dario Franceschini e le voci parlano di un possibile incarico di sottosegretario alla Cultura. Cerno nega: «Mai toccato l’argomento. Sono a disposizione per il pensiero e le idee. Mi sono messo a disposizione per far nascere un campo nuovo del centrosinistra. Fa bene Conte a rinnovare l’appello di allargamento della base politica e numerica. Ma, a maggior ragione, serve che le idee e i valori portanti del patto Pd-M5s risuonino alti a definire il campo di gioco dei progressisti». —


 

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