Rosato e Pittoni i più ricchi del Fvg a Montecitorio e a Palazzo Madama

TRIESTE C’è chi ci guadagna e chi ci perde in politica. Dipende dal mestiere precedente all’elezione e le differenze, al primo anno di legislatura, si notano subito. Basta confrontare le dichiarazioni dell’anno prima e si capisce in fretta chi sorride e chi un po’ meno tra i parlamentari. Fermo restando che una quota dell’indennità va, in qualche caso, ai partiti che hanno consentito l’elezione.
A leggere gli imponibili 2019, sui redditi 2018, la classifica dei deputati del Friuli Venezia Giulia vede in testa Ettore Rosato del Pd con 120.936 euro, mentre tra i senatori il primato va a Mario Pittoni della Lega con 130.506 euro. Rosato spiega che ad alzare l’indennità rispetto all’anno precedente, quando la dichiarazione fu di 92.780 euro, è stata l’indennità da vicepresidente della Camera.
Il democratico, tra i deputati Fvg, precede di un’incollatura Guido Germano Pettarin, che da avvocato, nel 2018, dichiarava 131.595 euro e da parlamentare è sceso a 119.838. «Quando si viene chiamati a una responsabilità di questo tipo - commenta il forzista -, tutto il resto, compresa la parte reddituale, va in seconda battuta».
Sul podio c’è quindi Debora Serracchiani. L’ex presidente, in un anno che l’ha vista prima impegnata in Regione e poi a Roma, ha un imponibile di 104.755 euro, contro i 119.941 del 2018. Sotto quota 100.000 tutti gli altri. Roberto Novelli, il forzista di Cividale, dichiara 94.295 euro, 5mila in più di quand’era consigliere in piazza Oberdan.
Ma è tra grillini e leghisti che compaiono le più nette differenze tra il prima e il dopo Camera. Luca Sut (Movimento 5 Stelle), ingegnere meccanico, libero professionista, è salito da 22.629 a 81.572 euro e con lui fa lo stesso balzo la collega di partito Sabrina De Carlo (era a 20.038, il dato da deputata non è ancora disponibile), che dal 2014 lavorava come responsabile dell’ufficio comunicazione del gruppo consiliare pentastellato. In casa Lega sale, e non di poco, l’imponibile dell’ex sottosegretaria Vannia Gava (da 18.752 a 81.075 euro), già assessore comunale a Sacile, e soprattutto quello di Massimiliano Panizzut (da 3.186 a 76.232 euro), responsabile organizzativo dei padani. «Sono un privilegiato come tanti altri eletti», ammette Panizzut ricordando il suo passato lavorativo prima da operaio e poi da collaboratore del gruppo parlamentare leghista. Quando è arrivata la chiamata di Matteo Salvini e Massimiliano Fedriga, «è stato il riconoscimento di quasi trent’anni di impegno la Lega, e ne sono stato orgoglioso».
Sempre in Lega c’è Daniele Moschioni, imprenditore nel settore della sedia, che nel 2018 dichiarava un imponibile di 72.728 euro (il dato 2019 non compare al momento sul sito della Camera, come anche quelli dell’azzurra Sandra Savino, del patriota Walter Rizzetto e di Renzo Tondo del Misto).
A Palazzo Madama il Paperone è Pittoni, parlamentare di ritorno che nel 2018 dichiarava 61.994 euro. «Ad alzare la cifra complessiva – fa sapere – contribuiscono l’incarico di presidente della commissione Cultura e altre entrate che non c’entrano con la politica. Io comunque – precisa – sono tra coloro che hanno votato i tagli ai nostri emolumenti nella sedicesima legislatura». Al secondo posto tra i senatori Laura Stabile (Fi, 97.223 euro), al terzo Luca Ciriani (FdI, 90.851). Per la dem Tatiana Rojc il balzo più rilevante: da 7.743 a 77.485 euro. —
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