«Ronde, troveremo una mediazione con la Lega»

L’assessore Sbriglia: «Bene i controlli a tutela dei bambini, assurdo fare concorrenza alle forze dell’ordine». «All’interno del mio partito non ci sono generali stanchi ma veterani. È importante la militanza silenziosa, i voti appartengono alla comunità»
Enrico Sbriglia entra quasi in punta di piedi nella giunta Dipiazza. Ma lo fa da uomo delle istituzioni e anche da «soldato politico», con le idee chiare e orgogliosamente di parte. Rappresenta il dopo-Bandelli e, non a caso, nel giorno che lo vede assumere l’incarico di assessore alla Vigilanza rimarca la sua appartenenza a una «comunità». Che non apprezza le posizioni più estreme della Lega, ma con le quali dovrà necessariamente fare i conti. Il direttore del Coroneo, molto vicino al sottosegretario Roberto Menia, rivendica per la destra una «militanza silenziosa, che non si esibisce». Non è difficile capire a chi è diretto il messaggio. Dopo tutto ha presieduto l’ultimo congresso di An: quello della frase «stanco di generali stanchi» pronunciata da Franco Bandelli.


Assessore Sbriglia si aspettava questa chiamata?

Il fatto che Roberto Dipiazza per un verso e Roberto Menia per l’altro abbiano ritenuto importante il mio impegno, già di per sé rappresenta un fatto di onore al quale devo rispondere. Nel mio lavoro gli impegni non sono pochi, ma il senso di comunità lo si vede quando è richiesto il proprio contributo. Gli oneri passano in seconda battuta.


Quindi ha accettato subito?

È il minimo che possa fare, anche per la città. Trieste mi ha dato tanto nel lavoro, se penso solo a quante problematiche del carcere che dirigo sono state superate da sensibilità trasversali. Voltare le spalle sarebbe stato un atteggiamento egoista.


La sua indicazione, però, va al di là di un semplice rimpasto di giunta. Sana uno strappo all’interno della destra.

In An e ancora prima nel Msi era ed è molto forte il senso di comunità e il riconoscimento dei leader. I leader da noi sono riconosciuti perché lavorano esclusivamente per quella comunità politica che adesso si riconosce nel Pdl. Esistono tante teorie sulla leadership: di fatto, legale... Bene da noi è quella della militanza. Non c’è bisogno di una visibilità così marcata per riconoscere che esiste un organigramma, delle gerarchie, le storie personali, di impegno, di sacrificio... I voti per capirci non sono mai di ciascuno di noi, ma dell’area politica e della comunità.


C’è chi ha parlato di «generali stanchi»...

Da noi ci sono persone con alle spalle una vita politica e anzianità per me significa saggezza. Non ci sono generali stanchi ma veterani, una cosa un po’ diversa, guai se le lunghe militanze fossero viste come un fatto di demerito. È importante la militanza silenziosa, di gente che lavora, non si esibisce e non cerca costantemente un ritorno. Qualsiasi esso sia.


Prima ha usato la parola «trasversalità», com’è che un uomo di destra alla guida del Coroneo dialoga e, a volte, riceve anche elogi da avversari politici?

È più facile trovare delle sintonie con chi ha una visione chiara e trasparente, ma opposta, rispetto chi dichiara un’appartenenza ma senza condividere appieno taluni valori. E poi qui ho avuto la fortuna e l’avventura di conoscere persone, opposte alla mia sensibilità politica, tutti galantuomini e grandi signore. Davanti a questo la politica fa un passo indietro. Se il Coroneo mostra dei punti di qualità è perché il territorio ha voluto così.


Ingloba anche la Lega? Davanti alla sua nomina non è stata molto tenera con i diktat sull’armamento dei vigili urbani e sulle ronde.

La Lega marca in maniera più forte le problematiche della sicurezza, ma alla fine è formata da persone che vogliono servire la collettività. Troveremo dei punti di accordo, l’importante è ascoltare.


Ma le sue idee non coincidono con quelle della Lega.

Ne parlerò prima con il sindaco, il maestro d’orchestra, noi siamo i componenti di questa orchestra e per non stonare dobbiamo necessariamente attenerci allo spartito. Il frutto di un impegno politico da condividere con il Consiglio comunale, guai se dovessimo uscire fuori da questa logica.


Il deputato Massimiliano Fedriga nei giorni scorsi è venuto a visitare il Coroneo. Che impressione si è fatto dei leghisti?

Ha un taglio concreto, confido in quanti vogliono realizzare una sicurezza praticata, che non si produca in inutile spesa pubblica. Una sicurezza solo annunciata talvolta può generare insicurezza, per questo troveremo il ragionevole punto di contatto. Quello che va bene a Trieste potrebbe non andare bene a Treviso.


Una forzatura?

Non conosco le dinamiche interne alla Lega. È stato un movimento di forte novità all’interno del panorama italiano ed è riuscita ad istituzionalizzare spinte che potevano essere molto più coriacee e nerbose.


Una delega delicata quella alla Vigilanza.

Non vado a imporre cure, metto a disposizione l’esperienza che professionalmente ho maturato nel campo della sicurezza.


Propone una mediazione?

Mediazione significa non cedere in valori, ma migliorare le soluzioni praticabili


Anche sulle ronde?

Se il volontariato viene utilizzato all’interno di contesti di tutela dei minori, ad esempio nei parchi, rappresenta un’estensione di un dovere del cittadino di allertare le autorità su problemi che attengono la tutela dei più deboli. Se invece significa mettersi in concorrenza con le forze dell’ordine diventa assurdo.


La Lega lo accetterà?

In Italia stiamo vivendo un esperimento e in questo Trieste potrebbe sortire la sua singolarità, specialità, di città civile e dentro i problemi sociali. Basta ricordare che la polizia municipale nacque come polizia di soccorso alle persone, gli homeless dell’epoca.


Sta forse pensando a un modello triestino?

Chissà se anche su questi temi non esca una novità, più rispettosa del senso dello Stato che pervade i triestini, pronti a riconoscere nelle forze dell’ordine i garanti dell’autorità. Migliori soluzioni non per An, Pdl o Lega ma per i cittadini. Un atteggiamento quasi laico, direi.

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