Ronchi, vendeva merce fantasma online: a processo
Prima intascava i soldi, poi non spediva nulla ai clienti. Ronchese di 34 anni a giudizio per truffa dopo 30 denunce a suo carico
RONCHI DEI LEGIONARI. Annunci sul web per la vendita di prodotti usati. Computer, smartphone, una gamma di merce comunque variegata. Pagamento anticipato postepay. Solo che il materiale acquistato online, poi, non arrivava a destinazione. Per questo D.E., 34 anni, di Ronchi dei Legionari, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di truffa. La vendita seriale di prodotti fantasma - pescando quindi clienti in tutta Italia, attraverso appunto il sistema informatico e avvalendosi dei siti dedicati agli acquisti “easy” - si è articolata nell’arco di tre anni, dal 2014 fino al 2016.
All’uomo sono stati contestati almeno una trentina di episodi, rivelati da altrettante singole denunce, in base alle quali la Procura di Gorizia ha chiesto appunto il rinvio a giudizio. La difesa, rappresentata dall’avvocato Massimo Bruno del Foro di Gorizia, al fine di raggruppare i casi “sequenziali”, ne ha richiesto l’unificazione in un unico procedimento. Il tutto, come ha spiegato il legale, mentre è già iniziato il risarcimento degli acquirenti danneggiati, a fronte della remissione di querela. Un percorso che l’avvocato Bruno intende proseguire nel tentativo, dunque, di risolvere a monte la situazione.
Quella messa in piedi dal trentaquattrenne ronchese era di fatto diventata una vera e propria attività. Un susseguirsi di annunci di vario genere, di importi variabili, sull’ordine dei 100 euro, ma che nel tempo gli avevano permesso di raggranellare una somma complessiva piuttosto consistente. La vendita online è diventata ormai una modalità del tutto ordinaria, una pratica comunissima che spopola sul web. Tanto semplice e adoperata dagli utenti da non essere immune dai rischi di truffa.
L’uomo faceva partire i suoi annunci con le informazioni circa il prodotto usato e il relativo importo. E chi “abboccava” al presunto affare, inviava il denaro via postepay, salvo poi rendersi conto che era una truffa, non ricevendo il corrispettivo di quanto pagato.
Siamo come detto alla richiesta presentata dal difensore di unificare in un unico procedimento le trenta denunce. L’ultima udienza, al Tribunale di Gorizia, si è svolta nei giorni scorsi. Si è ora in attesa della decisione del giudice proprio sulla gestione dei fascicoli e quindi dell’eventuale processo unitario. L’avvocato Bruno osserva in proposito: «Raggruppando tutti i fascicoli, si auspica che il magistrato li tratti in un solo procedimento. Presumo che a gennaio prossimo sarà designato il giudice che poi dovrà decidere. Nel frattempo – ha aggiunto il legale – gli episodi di truffa verranno sfoltiti. Rispetto a quello iniziale, peraltro, il numero delle denunce si è già ridotto grazie ai risarcimenti e quindi alle conseguenti remissioni di querela. Stiamo continuando in questo senso al fine di chiudere o quantomeno ridimensionare ulteriormente, questa vicenda».
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